Creato da gli_internauti il 13/01/2010

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Cambia colore al tuo umore

 

BALLATA DI DUE UBRIACHI

Post n°26 pubblicato il 14 Giugno 2010 da gli_internauti
 
Tag: poesia

Quella che segue è una poesia di Gianluca Pirozzi, ospite della Comunità Dedalo.

 

BALLATA DEI DUE UBRIACHI  (1990)

 

Il tavolo sul quale ho poggiato il mio bicchiere…

La mano con la quale ho dimostrato il mio affetto,

il vino con cui ho riacceso la mia ebbrezza,

improvvisamente tutto precipitato in terra…

Mi sono rialzato dalla sedia

e profonde riflessioni fuoriuscenti dal mio animo raccolto,

seguendo la scia di un aereo di cui ignoravo la sua probabile destinazione;

raccoglieva solo pietre e perle preziose ma non è un incubo…

era solo un amico ubriaco…

il lamentoso latrare di cani randagi, dinnanzi ai fili elettrici, dell’illuminazione…

urla frequenti di gente chiassosa, complotti organizzati

di abili manifestanti,

ricerche introspettive del proprio essere proiettato oltre il cancello,

il libro che porgevi al tuo collega sconosciuto che preferisti ignorando i tuoi fratelli preziosi.

Loro non avevano aspirato ad un maniero d’oro,

raccoglieva solo pietre e perle preziose,

ma non è un incubo era solo un amico ubriaco.

Proprietà letteraria riservata.
Questa poesia è stata realizzata interamente da Gianluca Pirozzi, il quale si riserva ogni conseguente diritto ai sensi della normativa vigente e ogni possibile utilizzazione commerciale dei suoi contenuti autentici. La riproduzione anche di sole parti del racconto è vietata con qualsiasi mezzo, digitale o analogico, senza il consenso espresso dell'autore. E' espressamente consentita la citazione, ove sia accompagnata dal nome dell'autore e dall'indicazione del sito http://blog.libero.it/gliinternauti. Sono consentiti i link da altri siti senza necessità di previo consenso da parte dell'autore.

 
 
 

CHE GUSTI STRANI!

Post n°25 pubblicato il 09 Giugno 2010 da gli_internauti
 
Tag: gelato

Articolo a cura di Gennaro Schiano

Ormai è arrivata l’estate e il caldo inizia a farsi sentire, così ci viene voglia di un bel gelato.

C’ è chi lo preferisce confezionato, chi lo predilige artigianale, perché più buono e perché ha una varietà di gusti più ampia. Se da un lato è facile scegliere tra cono o secchiello, sui gusti invece la scelta è molto ardua.

 Secondo le statistiche gli italiani preferiscono i gusti alla crema piuttosto che quelli alla frutta, in quest’ordine :
cioccolato con il 27% delle preferenze
nocciola 20%
limone 13%
fragola 12%
crema 10%
stracciatella  9%
pistacchio 8%

Qui a Dedalo le preferenze sono diverse: al primo posto la nocciola con circa il 25% delle preferenze, seguita dal cioccolato (20%). A seguire fragola (17%), panna e limone (15%), caffè e bacio (12%). Tra i tanti altri gusti preferiti ci sono kinder, nutella, amarena, cocco, coockies, tiramisù, zuppa inglese, banana, caffè, vaniglia, melone, mandorla, gianduia , pistacchio.>

E fin qui abbiamo parlato dei gusti normali, ma volendo c’ è una vasta gamma di scelte :  ad esempio mortadella e pistacchio, crema di spinaci, Philadelphia e noci, gorgonzola, ricotta forte con confettura di arance, scamorza affumicata, limone e pepe. Ma non solo. infatti da una statistica risulta che i gusti più strani di gelato sono :

12)pop corn
11)carote e curry
10)tè verde con azuki
9)insalata
8)carbone
7)patata
6)polipo
5)sesamo nero
4)pesce
3)viagra
2)bacon
1)foie gras e caviale

 

I più stravaganti di tutti come sempre sono gli orientali, con i gusti come:

 

gamberetti

 

 

 

 

legumi

 

 

 

 

cactus

 

 

 

pesce

 

 

 

pescecane

 

 

 

pomodoro

 

 

e per finire…

il gelato all’aglio non a caso chiamato “Dracula”

 

 

 

 

 

 

 
 
 

IL MIO PRIMO FILONE

Post n°24 pubblicato il 07 Giugno 2010 da gli_internauti
 

Quello che segue è un racconto dal titolo "Il mio primo filone" realizzato da Giuseppe De Luca, ospite della Comunità Dedalo. Questo brano fa parte della raccolta di racconti “Des tranches de vie”. Maura Perrone ha curato la drammatizzazione di questo brano.

IL MIO PRIMO FILONE

Una mattina incontrai fuori scuola un amico di classe, frequentavo la 3° media, era di maggio. Io e Luca decidemmo di fare filone, per me era la prima volta. Provavo un’emozione fortissima, il cuore batteva forte forte. Decidemmo di andare a Pozzuoli, era una bellissima giornata, prendemmo il pullman e senza biglietto arrivammo lì. Durante il percorso io e Luca ci preoccupavamo che da un momento all’altro potesse passare il controllore. Arrivammo a Pozzuoli con gli zaini in spalla, ci fermammo allo stazionamento, scendemmo dal pullman. Decidemmo di andare agli scogli, ci accampammo lì e iniziammo a chiacchierare di cosa poteva succedere a casa se avessero scoperto del filone. All’improvviso, poiché faceva molto caldo, ci spogliammo e ci tuffammo a mare. L’acqua era bellissima, ogni tanto, al passaggio dei traghetti, il mare si agitava e noi ondeggiavamo tra i cavalloni. Con difficoltà risalimmo sugli scogli e ci sdraiammo felici e sfatti al sole.

 

Proprietà letteraria riservata.
Questo racconto è stato realizzato interamente da Giuseppe De Luca, il quale si riserva ogni conseguente diritto ai sensi della normativa vigente e ogni possibile utilizzazione commerciale dei suoi contenuti autentici.
La riproduzione anche di sole parti del racconto è vietata con qualsiasi mezzo, digitale o analogico, senza il consenso espresso dell'autore.
E' espressamente consentita la citazione, ove sia accompagnata dal nome dell'autore e dall'indicazione del sito http://blog.libero.it/gliinternauti. Sono consentiti i link da altri siti senza necessità di previo consenso da parte dell'autore.

 
 
 

DUE INSIEME

Post n°23 pubblicato il 07 Giugno 2010 da gli_internauti
 
Foto di gli_internauti

Quello che segue è un racconto dal titolo "Due insieme" realizzato da Sergio Romeo di Tuosto, ospite della Comunità Dedalo.

Il treno arrancava per i campi fischiando ogni tanto. Dai finestrini entrava un vento sottile.

Era un treno locale che costeggiava il mare e i piccoli laghi nei dintorni della grande città.

Anna ogni tanto abbassava il berretto, Francesco guardava fuori dal finestrino.

Il giovane aveva pensato a lungo a quello che dovesse dire e, sotto il peso di quel pensiero, la fronte gli si era aggrottata; adesso un magone gli attraversava il cuore: era in rota, cioè in crisi d’astinenza.

Avrebbe voluto dire ad Anna che era stufo di quella situazione e che voleva farla finita con la droga.

La ragazza, sebbene avesse paura di lui, gli sorrideva ogni tanto.

Così quando lui si accorse dei suoi timori, disse di botto: “Dammi dei soldi, ne ho bisogno”.

Il treno aveva imboccato una galleria, fuori il buio più pesto, dentro la luce fioca dell’unico neon rimasto acceso.

Anna si sentì subito piena di paure e di angosce. Cercava di abbracciare Francesco per togliergli quell’idea dalla testa, ma niente: lui rimaneva inerte e distaccato.

Anna disse: “Devi proprio comprarti quella roba? Non capisco come tu possa chiedermi dei soldi…”

“Me li hanno chiesti”, disse lui. “Mi minacciano!”

“Non posso darteli, mi servono”.

I capelli di lei sfioravano quelli di lui: alla fine lui ottenne i soldi.

Lei scese alla prima fermata, calandosi il berretto sugli occhi.

Mentre camminava guardava nel portatessere il tagliando dell’organizzazione umanitaria a cui apparteneva. Come avrebbe giustificato quella spesa ai soci dell’associazione? Alla fine decise di non telefonargli e, poggiata all’arco della stazione, tratteneva le lacrime.

Pensò che avrebbe rivisto di nuovo Francesco, o forse no. A che serviva d’altra parte? E poi le faceva anche paura, con quella frenesia sempre addosso.

 

Camminava nella piazza grande della cittadina, sapeva che avrebbe potuto trovare Francesco seduto sui bordi della fontana e insieme alla paura di incontrarlo c’era il desiderio di vederlo che le strappava un gemito dal corpo.

 

I capelli e gli occhi di Francesco si girarono dalla sua parte. Lei gli andò incontro esitando.

“Facciamo due passi?”, chiese Francesco.

Lei rispose di si, ma aveva tanta volta di andarsene via: sognava di trovarsi nella sua stanza a studiare, con le finestre bagnate dalla pioggia.

“Che hai fatto?”, chiese Francesco con gli occhi bassi.

“Ho studiato”, rispose lei abbassandosi il berretto.

 

Camminarono fianco a fianco con le mani intrecciate; lui di tanto in tanto girava il viso dalla parte opposta a quella di Anna. Sapeva di strapparle dei sentimenti, eppure non poteva farne a meno. Aveva bisogno di amare ed essere amato: era solo in quei momenti che usciva dal suo incubo.

Ad un tratto la prese per le spalle e la baciò: lei si divincolò da quella stretta e lo guardò con rossore e dolcezza assieme.

 

Andarono davanti ad un muretto. Da lì si vedevano la distesa del mare e prima di essa una montagna che si adagiava sull’acqua, una chiesa a metà della collina e delle case sparse qua e là.

“Quanta gente deve esistere al mondo…”, disse Francesco senza rimpianti.

“Proprio così, sai?” rispose Anna, e aggiunse: “In fondo, non c’è bisogno delle anfetamine per stare con gli altri”.

“Dammi dei soldi”, disse Francesco per tutta risposta.

Questa volta lei non volle cedere più di cinque euro. Lui la prese per un braccio, ma lei si divincolò e scappò via quasi correndo.

 

Giunse alla stazione che piangeva, e per non far scorgere le proprie lacrime infilò gli occhiali da sole.

Quanto a Francesco, glie l’avrebbe fatta vedere lei: in fondo, se lui provava ancora piacere nel contemplare tutti quei particolari del panorama, con le cose e le persone che c’erano dentro, significava che non era completamente preso dalla droga. Forse a tenerlo dentro il giro erano più gli spacciatori con i loro ricatti che altro.

Con questi pensieri in testa Anna ciondolava attorno alla stazione pensando a loro due: non era poi così male, tutto sommato.

 

 

Nei giorni successivi i rapporti tra i due giovani rimasero così, informali: ogni tanto lei lo avvicinava e tentava di farlo uscire dal suo black out, convincendolo ad avere maggiore fiducia in se stesso e nel prossimo. Ma alla fine ciascuno proseguiva per la sua strada.

Certe volte sembra che il tuo status ti costringa a dare il bene con il contagocce.

Tuttavia, grazie alle parole di lei, forse un giorno Francesco ci avrebbe pensato un po’ prima di prendere l’ennesima pillola.

 

Proprietà letteraria riservata.
Questo racconto è stato scritto interamente da Sergio Romeo di Tuosto, il quale si riserva ogni conseguente diritto ai sensi della normativa vigente e ogni possibile utilizzazione commerciale dei suoi contenuti autentici.
La riproduzione anche di sole parti del racconto è vietata con qualsiasi mezzo, digitale o analogico, senza il consenso espresso dell'autore.
E' espressamente consentita la citazione, ove sia accompagnata dal nome dell'autore e dall'indicazione del sito http://blog.libero.it/gliinternauti. Sono consentiti i link da altri siti senza necessità di previo consenso da parte dell'autore.

 
 
 

PENSIERI D'AMORE

Post n°22 pubblicato il 26 Maggio 2010 da gli_internauti
 

Quelli che seguono sono pensieri d'amore realizzati da Sara Cirillo, ospite della Comunità Dedalo.

STO SULL’ONDA
Sto sulla cresta dell'onda, pensando al tuo sorriso dolce e fresco.
Solo tu mi dai quella forza di andare verso il tuo amore ricevendo tutte le gioie della vita.

I TUOI OCCHI
I tuoi sono come lo specchio dell'anima, le tue labbra sono come petali di rose sulle quali si posano dolci farfalle dorate. Ti amo con tutta me stessa, dolce cuore mio.

TU MI  SAI COMPRENDERE
Tu mi sai comprendere, capire, amare, rispettare.
Io credo in te, nella forza del tuo amore.
Ti amerò con tutto il mio immenso amore, bellissimo fiore mio.

 
 
 

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