Gli Internauti

Questa poesia nasce da un'idea di Sergio che ritiene di aiutare tutte le persone deboli o malate a sentirsi meno sole davanti ad un piatto di spaghetti ed una torta di mele.

Febbraio 2012

Marinella ha poco appetito

Il panino sotto il cuscino
Il mandarino dentro il cappello 
I ravioli sul caminetto,
L’aranciata,
E le penne all’arrabbiata,
L’insalatiera sul comodino,
Sporca d’olio pure il camino,
Il fior di latte si fece a fette
Il salamino alla cacciatore…
La frutta l’ha dimenticata mentre vendeva la limonata.
Spaghetti al dente si era mangiata
Perché la mela era bacata
Di nonna papera solo la torta
Mentre metteva la ruota di scorta
I bucatini si era mangiata,
Sotto le lenzuola del bucato,
l’innamorato se ne scappato,
Perché l’ha vista un po’ spiritata…

Sergio Romeo di Tuosto

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Tanto tempo fa nel felice paese di Sanbambolo , viveva un popolo di contadini che campava allegramente lavorando la terra ,  allevando animali e vendemmiando nei periodi autunnali cantando e ballando, senza mai sentire il peso della fatica.

Nel paese c’erano due chiese, in una c’era Don Calogero  e nell’altra c’era Don Rosario, due preti cosi buoni che , quando tornavano dalle  missioni umanitarie, portavano addirittura dolciumi e cioccolatini per tutti i bimbi del paese. I due preti che celebravano  messe per matrimoni , battesimi, funerali ,esorcismi ed estreme unzioni avevano una particolarità :il 17 di ogni mese categoricamente  non dicevano messa per qualche strano motivo legato alla loro superstizione e questa era una disgrazia per chi moriva  senza preavviso proprio quel giorno. Infatti accade che Salvotorino ,un contadino della contrada Zappona ,in punto di morte avendo bisogno di confessione e benedizione ,una sera del 17 luglio  mandò suo fratello a chiamare uno dei Parroci:”Fratu mio sto murenn ,va a chiammà ‘o prevete!”.Pasquale ,il fratello,in preda al panico gli rispose :”Ma nun è megli ca chiame primm’o notaio?”e Salvatorino delirante disse:” Quand more i terre mie vanno a Carlett’o pappavall!”Pasquale uscì  correndo dalla casa del fratello per raggiungere prima Don Calogero che si rifiutò di dare l’estrema unzione dicendo :” P’ammore r’o cielo !oggi è il 17 e da ‘cca nun me move,ripassa domani ! Va da Don Rosario figliolo!” Pasquale  più veloce che poteva raggiunse don Rosario che gli disse :”M’anna murì tutt’e 7 galline ,ma d’accà nun me move!” e Pasquale imbestialito dall’atteggiamento dei due preti gridò :”Ma scusate! Ma ‘a morte tiene pure ll’orario e te da appuntamento ? Pasqualino se ne andò a testa bassa borbottando e improvvisamente davanti a se scorse un ombra nera  ,ma non  si spaventò perchè a lui apparve come un angelo,una visione  che cominciò a parlargli :” Song nu povero Schiattamuort ,per gli amici …Uocchie malocchio prezzemolo e finocchio”. Pasqualino subito pensò:” Ah e chest è buonn o bbì! Mo ca teng ‘o nciarm e frateme ‘a sotte!” A Pasqualino venne l’idea di portare lo Schiattamorto a casa del fratello morente e  farlo spacciare per un prete e così fu .Giunti alla casa del moribondo Schiattamuorto cominciò a confessarlo e visto che Salvatorino non moriva, vedendo la faccia nuova del prete chiese:”Ma nun v’aggio maje vist! “ e Schiattamuorto :” Mmm ...-e che lle dico a chist?- Figliolo caro ,nel peregrinare incontrai quest’anima in pena di tuo fratello che mi ha chiesto di venirti a dare l’estremo saluto..” e tutti quanti  ,compreso il pappagallo Carletto invocarono:”Ammèn!” Salvatorino insospettito chiese :”ma non fate come gli altri preti che non confessano  il 17?il finto prete rispose “Figliolo…aroppe sta jurnata non mi resta che giocarmelo il 17, inziem a’nu bellu 90 ,‘a paura ,me joc nu bell’ambo sicco pe Napoli!” dopo aver assolto Salvatorino dai suoi finti peccati giuse il notaio per redigere il nuovo testamento,nel quale Salvatorino lascia li suoi averi al Pappagallo Carletto ,compagno d’avventura e di camera e a suo fratello Pasqualino.

Pasqualino felice per la morte del fratello e la sua ricchezza imminente, per ricompensare Schiattamuorto  gli regala un porco ed un gallina. Morale della favola?Boh!Chi resta se magn’a meneste e chi more va in tempesta… accussì scrivette Graziella…Amen!

Grazia Ilardo Tutti i diritti riservati

OGGI CI SIAMO RITROVATE A SENTIRE IL BISOGNO DI RIFUGIARCI IN QUESTE FRASI CHE VOGLIAMO CONDIVIDERE INSIEME A VOI AMICI DEL BLOG ,FRASI CHE APPARTENGONO AL FILOSOFO ROMANO SENECA E CHE ABBIAMO FATTO NOSTRE PER QUESTA BREVE GIORNATA D'AUTUNNO

"Non è poco quello che è abbastanza "

"Di tanto in tanto è bello anche fare pazzie"

"Punizione per alcuni ,per altri un dono e per altri un favore"

"La lealtà comprata dal denaro dal denaro può essere distrutta"

"Il sole splende anche sui malvagi"

"Il più potente è colui che ha se stesso in propio potere"

"Ogni piacere ha il suo momento culminante quandom sta per finire"

"Se la felicità consistesse nella sensualità le bestie sarebbero più felici dell'uomo:l'umana felicità invece ha sede nell'anima,non nel corpo"

"L'ubriachezza non è altro che volontaria follia"

Un giorno  di   pioggia un  contadino  stava raccogliendo ortaggi  e all’improvviso    venne morso      da un animaletto . Quando giunse a casa,    il contadino buttò  gli ortaggi sulla tavola e improvvisamente senti una voce:”ahi, mi hai fatto male!” al contadino , che viveva da solo  su una montagna,  parve strano sentire quella voce e con tanta meraviglia  si accorse   che a parlare era un finocchio che aveva  raccolto:  “che bello!” ,esclamò il contadino,” tu parli ed io non sono più solo perché  ho trovato un  figlio, ti chiamerò Finocchietto!”

Per prima cosa  il contadino si preoccupò di nutrire e vestire il suo finocchietto figlioletto ma non sapeva cosa dargli da mangiare. Finocchietto gli spiegò che quando stava  sotto terra   con gli amici pomodori, finocchi ,sedano , patate e  carote  si nutritiva di acqua, terreno e clorofilla  ,così il neo papà,dopo averlo vestito  con  abiti di soldatino ,lo mise a tavola e gli disse :”Perché non inviti i tuoi amici a cena a mangiare un bel brodo  vegetale ?”e tutte due scoppiarono a ridere!

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