Spazio Libero

Bilancio e compromesso


In questo dignitoso pianterreno della provincia media provo a raggomitolare le idee avute oggi, per un po' rimaste sulle ginocchia e poi andate, senza pietà... andate, via.La tv è accesa, ma nessuno la guarda. Come un cagnetto allegro scodinzola in penombra... nonostante nessuno si curi della sua presenza e all'ombra di questa luce artificiale, al sole delle parole dei miei maestri sul comò, non posso che pensare che non erano certo questi i miei piani. Sarei bugiardo, irragionevole, se raccontassi a me stesso che era questa la vita che ho vissuto nelle ere delle giovani rivolte. Ma in questi primi trenta anni ho visto tanto, più di quanto si possa immaginare, ho visto più di quanto fosse ragionevole prevedere per uno come me; ho visto per bene come si ama, come si odia, come si è amati, come si è odiati, come si lotta, come si può vincere, come si deve perdere. E ho visto come si muore, come è possibile andare via senza né obblighi né crediti da questo universo di tenera violenza  e la vista della morte ha cambiato tutto, dentro e fuori, in alto e in basso. No, direi che senz'altro non erano questi i miei piani, ma nonostante abbia perduto via via idee e pezzi d'anima... il compromesso che ho accettato (...il pianterreno dignitoso della provincia media, la tv accesa ed abbandonata a se stessa, Pessoa e Bukowski sul comò...) è felicità nella sua forma più pura anche se intrisa d'inquieta ambizione d'essere più di quello che sono stato oggi.