Spazio LiberoGianmario Sacco |
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Post n°17 pubblicato il 15 Giugno 2013 da gianmariosacco
La storia è costellata di storie e di favole, di presunzioni e di promesse; una sfilza fluorescente di prose e racconnti, di versioni ritoccate della vita,della morte, che danno all'una o all'altra il taglio più indolore, il meno brutale, o il più semplice da raccontare. Per come la vedo io è inutile discuterne. |
Post n°16 pubblicato il 14 Giugno 2013 da gianmariosacco
Parlatene coi padri di famiglia che si danno alle fiamme sulle scale dei municipi, con le mogli infedeli di uomini che lavorano 13 ore al giorno, con gli assassini, coi drogati, con gli uomini d’onore, coi pentiti, coi sindaci in mano agli equilibri di partito, con l’antico mandamento, con gli elettori di piccole città. Parlatene coi promotori finanziari, coi bancari, coi rigattieri del rione, coi salariati non salariati, coi cassaintegrati della FIAT, coi dannati, coi vicini di casa, coi gatti sui cassonetti, coi gabbiani sulle spiagge e nei porti. Parlatene con loro e chiedete a chi vi pare, vi diranno che la salute mentale ed il buon senso non sono più di questa epoca. E' il concetto della necessità della sopravvivenza a scandire il tempo di questa epoca barbara e la necessità della sopravvivenza... si addice agli animali, non agli uomini; amerei tornare a un tempo in cui gli uomini possano nutrirsi di idee... oltre che di carne.
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Post n°15 pubblicato il 14 Giugno 2013 da gianmariosacco
Caro amico, direi che alla fine abbiamo trovato il format, la strada giusta per non morire troppo; questo è ciò che vuole il pubblico e questo è ciò che al pubblico daremo. Abbiamo studiato le tendenze, analizzato i grafici e i sondaggi dei nostri compromessi e abbiamo “capito” cosa serve per sopravviere agli stenti, salvo poi accorgerci che lo abbiamo capito a modo nostro. Alcuni dicono che non ci sarà più bisogno di incantarsi di fronte alle albe, che non ci sarà più bisogno di chiedersi perché, che non serviranno più sogni.. né idee, e in fondo devo ammettere che in parte questi alcuni avevano ragione e che tutto quello contro cui feroce mi scagliai negli anni della gioventù inquieta, armato di slogan e marciando dentro ai cortei, adesso è qui sulle orbite dei miei occhi, dorme con me sul mio letto. Dunque me ne vado a zonzo nella terra di tutti e di nessuno, nella mia bella Sicilia, terra di mafia (no?), facendo fronte a scadenze da impiegato sventurato e a divieti di varia natura, adempiendo con abnegazione al compitino assegnatomi e inseguendo ambizioni da medio arrivista. Lascio per strada la fantasia degli anni migliori e tutte le sere fisso i miei libri che se ne stanno tristi, ordinatamente in attesa sui miei scaffali in legno di medio/bassa qualità. Ma prima o poi torno sempre qui, sul luogo di misfatti e trasgressioni ormai lontane nel tempo, torno su queste pagine pulite, come si torna da amanti calde che si era giurato di non toccare più. Noi siamo quelli che si fermano, amico mio, che vogliono ascoltare i venti che cambiano, di caldo in freddo… e di bonaccia in tramontana, noi siamo quelli che restano sempre sui muri della coscienza genuina… a difendere il forte dei sogni lasciati andare, mentre chi si scanna per un pezzo di marciapiede si chiede come si possa essere poveri e nello stesso tempo uomini liberi.
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Post n°14 pubblicato il 13 Giugno 2013 da gianmariosacco
Abbiamo già vissuto il tempo delle rivoluzioni e spiegato il mondo con frasi nuove, l’era della comunicazione globale è già partita da tempo; eppure la gente (adesso che la comunicazione è di massa) comunica poco; gli scambi tra persone, biologici e non, avvengono con difficoltà sempre maggiore e sempre maggiore è il fetore di rapporti lenti che lenti si trascinano all’apatia e alla paranoia. |
Post n°12 pubblicato il 13 Giugno 2013 da gianmariosacco
In questo dignitoso pianterreno della provincia media provo a raggomitolare le idee avute oggi, per un po' rimaste sulle ginocchia e poi andate, senza pietà... andate, via. La tv è accesa, ma nessuno la guarda. Come un cagnetto allegro scodinzola in penombra... nonostante nessuno si curi della sua presenza e all'ombra di questa luce artificiale, al sole delle parole dei miei maestri sul comò, non posso che pensare che non erano certo questi i miei piani. Sarei bugiardo, irragionevole, se raccontassi a me stesso che era questa la vita che ho vissuto nelle ere delle giovani rivolte. Ma in questi primi trenta anni ho visto tanto, più di quanto si possa immaginare, ho visto più di quanto fosse ragionevole prevedere per uno come me; ho visto per bene come si ama, come si odia, come si è amati, come si è odiati, come si lotta, come si può vincere, come si deve perdere. E ho visto come si muore, come è possibile andare via senza né obblighi né crediti da questo universo di tenera violenza e la vista della morte ha cambiato tutto, dentro e fuori, in alto e in basso. No, direi che senz'altro non erano questi i miei piani, ma nonostante abbia perduto via via idee e pezzi d'anima... il compromesso che ho accettato (...il pianterreno dignitoso della provincia media, la tv accesa ed abbandonata a se stessa, Pessoa e Bukowski sul comò...) è felicità nella sua forma più pura anche se intrisa d'inquieta ambizione d'essere più di quello che sono stato oggi. |
Inviato da: gioiaamore
il 03/07/2014 alle 13:47
Inviato da: tenderheart0707
il 26/07/2013 alle 04:28
Inviato da: gianmariosacco
il 23/06/2013 alle 18:07
Inviato da: ormalibera
il 20/06/2013 alle 21:16