pensieri e pensieri

Per Parigi i figli dell’utero in affitto non sono bambini come gli altri.


Sylvie e Dominique Mennesson hanno due figlie gemelle Isa e Lea che vivono in Francia dalla nascita,vanno a scuola,pensano, parlano e giocano come tutti i loro coetanei. Ma Isa e Lea non saranno mai cittadine francesi benché lo siano nei fatti.La loro colpa è essere nate da una mamma surrogata in California dove la pratica dell’utero in affitto è legale e ben regolamentata.La storia è molto semplice: nel 1998 Sylvie scopre di avere una malattia che le impedisce di portare avanti una gravidanza, la coppia decide quindi di avere un figlio grazie al seme di Dominique,una donatrice di ovuli e una mamma surrogata.In Francia,come in Italia, portare in grembo il figlio di un’altra donna è vietato dalla legge.Così i due coniugi volano in California e nel 2000 nascono Isa e Lea con il loro bel certificato di nascita americano che riconosce come loro genitori Dominique e Sylvie. Ma quando la famiglia si presenta all’anagrafe di Maisons-Alfort in Val de Marne l’impiegato sgrana gli occhi e rifiuta di registrare le due bimbe. Inizia una lunga battaglia legale che si è conclusa solo l’altro giorno con una sentenza negativa della Cassazione.Per i giudici l’iscrizione al registro civile delle gemelle “va contro i principi essenziali del diritto francese”.Isa e Lea, dunque, saranno costrette a vivere nella loro patria come delle straniere.Al di là di qualsiasi considerazione sulla maternità surrogata un minore dovrebbe essere sempre tutelato al meglio dalla legge.Mi sembra ipocrita uno Stato che non riconosce i suoi figli in nome di un principio.Anche in Italia esistono coppie che volano all’estero alla ricerca di una madre surrogata. I motivi di una scelta così estrema non sono mai futili.Spesso le aspiranti mamme sono donne cui è negata la “maternità tradizionale” perché hanno perso l’utero a causa di un tumore o per qualche altra grave malattia. La loro è una storia di sofferenza che non mi sentirei mai di giudicare. E,comunque,una volta che il bambino è nato trovo assurdo che possa essere considerato un cittadino di serie B o un non cittadino. I coniugi Mennesson hanno già annunciato il ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo.Non vi sembra che la loro richiesta sia sacrosanta?