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Libri letti nel 2013

1 - Il Condottiero delle Isole- Adriana Comaschi
2- Le sette biciclette di César - Sebastiano gatto
3- Hunger Games - Suzanne Collins
4 - Brilliant ( Ali di fata)- M.P.Black
5- Roma 42 d.C/ Cuore nemico- Adele Vieri Castellano
6- Hunger Games- La ragazza di fuoco-Suzanne Collins
7- Hunger Games- IL canto della rivolta- Suzanne Collins
8- Discorso sul metodo- Renato Cartesio
9- Destino- Sabrina Rizzo
10- La bella di matematica - Alessandro Cecconato
11- Paranormal Kiss- Valeria Bellenda

12- La badessa-Dario Canova
13- Regole del gioco- Mario De Martino
14- The Selection- Kiera Cass
15 - La gemma di Siena- Marina Fiorato
16- Crossed -Ally Condie
17- Aghjkenam- il Segreto della Città Perduta- Fabiana Redivo
18- Memorie di una Geisha- Arthur Golden
19-La sposa del guerriero-Jessica Ravera
20- Roma 39 d.C - Adele Vieri Castellano
21-Il sentiero dei nidi di ragno -Italo Clavino
22- Alchemia- Chiara Guidarini
23- Attila, l'incontro dei mondi - E.F. Carabba
24-Rosa d'inverno - K.E.Woodwiss
25- I Malavoglia- G.Verga
26- Oltre l'oscurità- Alessandra Paoloni
27- Il giorno della civetta- Leonardo Sciascia
28- Proposta indecente-Emma Wildes
29- La dama delle nebbie -Julie Garwood
30 - Gente di Dublino - James Joyce
31- Uno, nessuno e centomila- Luigi Pirandello
32- Lezioni di seduzione- Emma Wildes
33- Il secolo breve- E.Hobsbawn
34-Manifesto del partito comunista-Marx-Engels
35-Shades of life- Glinda Izabel
36- Un anno sull'Altipiano - Emilio Lussu
37 - Immortal- Alma Katsu

 

 
 

 

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I Figli di Atlantide di Mario De Martino

Post n°43 pubblicato il 01 Giugno 2012 da zaffira01
 

 

 

TITOLO: I Figli di Atlantide
AUTORE: Mario De Martino
CASA EDITRICE: Casini Editore
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2011

 

Nel 9.600 a.C. circa, l'isola di Atlantide viene inghiottita dal mare. Soltanto pochi abitanti riescono a salvarsi, assieme alle pietre che avevano fatto di quella di Atlantide una delle più evolute civiltà.
Nell'estate del 1938, nella Valle di Anahuac, nell'America del Nord, un archeologo, Clinton Covenat, fa una scoperta molto interessante.
Nel 2011, la vita di tre ragazzi viene sconvolta per sempre. Ivan, Sara e Seiji provengono da tre zone differenti del mondo: Londra, New York e Tokyo. Non si sono mai incontrati, ma sarà il destino ad unirli per sempre. Quando viene recapitato loro un invito a partecipare ad una conferenza sulle civiltà perdute dall'archeologo Matthew Morgan, le loro vite cambieranno per sempre.
E' lo stesso archeologo che fa in modo che i tre entrino in possesso di un medaglione raffigurante un occhio, chiamato "L'Occhio di Atlantide": un amuleto che permetterà ai giovani di trovare le pietre di Atlantide, ma soltanto se essi lo vorranno veramente.

Morgan, però, li mette anche in guardia: devono stare attenti, perché qualcun altro li sta cercando per impadronirsi delle pietre. Si tratta di Chrysalis, una setta, un'organizzazione rimasta nascosta per secoli e intenzionata ad instaurare il Nuovo Ordine Mondiale, una socierà ideale fondata sugli ideali del matematico Renato Cartesio. Benché questa setta non possa permettersi di uccidere i Figli di Atlantide, Sarah, Seiji e Ivan devono stare molto attenti a non farsi notare, soprattutto dopo essersi impadroniti della pietra di Anahuac, ovvero una delle pietre di Atlantide. Si trasferiscono anche a Londra, dove la loro ricerca della verità prosege senza tregua, per cercare di scoprire tutti i segreti e i retroscena della vicenda che li ha coinvolti contro la loro volontà. Accanto a quella dei Figli di Atlantide, si snoda la vita di Robert Gray, agente dell'FBI, intento a cercare di venire a capo di una serie di omicidi che si pensa possano essere legati ad un gruppo segreto.
Riusciranno " i nostri eroi", alla fine, ad impedire che il Nuovo Ordine Mondiale venga instaurato sulle ceneri del vecchio mondo?

Lavoro decisamente notevole se si considera che è stato realizzato da un ragazzo che all'epoca aveva solo 17 anni, anche se i difetti non mancano.
Innazitutto, la parte iniziale è piuttosto confusionaria, non si riesce a capire subito di cosa si stia parlando. Così il finale, benché in questo caso la questione sia più chiara anche se è come se qualcosa "non tornasse". Insomma, ciò che accade lascia piuttosto perplessi, o forse sono semplicemente io a non essere riuscita a capirlo appieno.
Altri ( piccoli) difetti sono questi: i Figli di Atlantide sono tre, ma l'autore sembra concentrarsi molto di più su due di loro, e precisamente Ivan e Sarah, mentre il povero Seiji deve accontentarsi di un ruolo quasi marginale. I pensieri dei personaggi sono un po' ripetitivi, è facile che nel giro di un paio di pagine lo stesso personaggio ripensi alle stesse cose e si ponga le stesse domande... il che, ad essere sinceri, annoia un po'. La storia non è male e l'autore riesce a svolgerne le fila con destrezza, ma alcuni passaggi, benché piuttosto verosimili, sono un po' improbabili e quindi difficilmente credibili. Sembra quasi che tutto venga semplificato, mentre a parer mio qualche volta qualcosa avrebbe anche potuto andare storto, giusto per aumentare un po' la tensione.
Il libro di Mario De Martino, infatti, è lineare, ma sotto tutti i punti di vista: non mi pare di aver trovato incongruenze, ma nemmeno passaggi particolarmente coinvolgenti, che obbligano il lettore a tenere gli occhi incollati alle pagine e a trattenere il respiro per sapere come andrà a finire. Certo è un libro che prende e spinge ad andare avanti, ma che a mio parere non porta ad immedesimarsi nei personaggi nè ad affezionarsi ad essi, come succede invece con altri libri. Anche i personaggi non sono granché caratterizzati, hanno sì delle differenze che li distinguono gli uni dagli altri, ma manca "quell'analisi psicologica approfondita" che porta a comprendere pienamente i personaggi e tutto ciò che essi fanno.
Lo stile asciutto ed essenziale, ma non banale, rende semplice e piacevole la lettura, aiutato in questo dallo svolgersi dei vari episodi, che, anche se non entusiasmanti, sono comunque interessanti e talvolta sorprendenti.
Alla fine dei conti, Mario De Martino ha sicuramente una buona scrittura, ma mi pare esagerato definirlo " a buon titolo l'enfant prodige": non basta scrivere un buon libro a 17 anni per essere degli "dei della scrittura". Ci vuole di più, ma penso che questo giovane autore potrebbe, alla fine dei conti, arrivare là dove molti scrittori agognano di arrivare. Di sicuro, il suo è stato il miglior libro della Casini Editore che abbia letto fino ad adesso.

Qui sotto trovate il booktrailer

 

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Bene Vixit Qui Bene Latuit

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