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Clandestinità

Post n°50 pubblicato il 21 Maggio 2008 da variazionegoldberg

Come inizio non è male: il reato di immigrazione clandestina. Questo sì, che può spaventare le torme di disperati provenienti dal Darfur o dalla Somalia. Naturalmente il nostro Governo prenderà tutte le iniziative affinchè il Sudan, la Somalia e svariati altri Paesi africani diffondano fra i cittadini la temibile iniziativa dell'Italia. Rischiano addirittura una condanna a sei mesi di carcere, che per coloro che fuggono dalla guerra e dalla fame sono davvero una prospettiva preoccupante (sempre che lo sappiano, che rischiano sei mesi).

Mi pare che si vada nella direzione che tutti ci attendevamo: pugno duro contro i clandestini. Poi, bisognerà pure processarli, questi clandestini (almeno questo imporrebbe il nostro ordinamento), e allora per ogni clandestino che sbarca sulle nostre coste bisognerà fare un processo penale. Bisognerà anche convincere la Polizia, che già ora prova forti sentimenti di gratificazione assistendo alla pressochè immediata liberazione degli autori di reati "minori" (ma non troppo) arrestati il giorno prima dagli agenti, che la lotta ai clandestini in quanto tali può risolvere tantissimi problemi di tutela della sicurezza e dell'ordine pubblico. Bisognerebbe convincerli che coloro che vengono accompagnati al di là delle frontiere nazionali non possano tornare, una settimana dopo, con documenti e identità vergini, fabbricate in Macedonia o in Bosnia, e che nessuno è in grado di controllare.

Mi pare che l'equivalenza clandestino- reato serva solo a perdere di vista  i comportamenti davvero criminosi, posti in essere anche dai clandestini. Come al solito siamo di fronte ad una misura veramente "bipartisan": dimostrare di fare qualcosa di eclatante che non risolve nulla, anzi pone ulteriori problemi, piuttosto che tentare di risolvere i problemi stessi.

Ci sono senza dubbio delle misure da prendere che fanno riferimento alla materia dell'ordine pubblico: rapidità dei processi, certezza della pena, controllo del territorio. Per fare questo ci vogliono anche le risorse economiche.

Poi, io sono convinto che le esigenze di sicurezza in buona parte sarebbero soddisfatte se la nostra vita diventasse più sicura: saremmo allora più disponibili a parlare degli stranieri non in termini (solo) di sicurezza.

 
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Commenti al Post:
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 22/05/08 alle 12:40 via WEB
Sono un paio di giorni che ci penso, che vorrei scrivere un post in proposito... al dunque non ci riesco. E' un argomento che mi tocca profondamente anche per esperienza diretta.
(Rispondi)
 
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