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La rinuncia è una virtù?


In questo blog (COMUNICARE) si parla veramente di tutto, penso che oramai ve ne sarete ben resi conto. Abbiamo parlato in più di qualche occasione di spiritualità, di reincarnazione (per chi ci crede), di karma, di religione. In tutti i casi con il massimo rispetto per tutti, persone ed idee. Anche nel caso del post che vi propongo oggi ci vuole sensibilità e rispetto e sono sicura che non mancherà conoscendo chi mi legge spesso. Arriviamo al dunque.Abbiamo detto che siamo più di un corpo che respira e invecchia, su questo siamo d'accordo in molti, assodato questo vorrei passare a uno livello superiore nel quale non si mette più in discussione il fatto che siamo anima, corpo e spirito.  Oggi mi voglio "concentrare" sull'anima, quella che fa da filtro tra quello che è fisiologico e spirituale, quell'involucro incorporeo che registra tutto quello che noi facciamo o proviamo, sentimenti e azioni. Spesso la religione, qualunque essa sia, ci stimola a comportarci in modi diversi da come noi vorremmo attraverso restrizioni e costrizioni che, più o meno inconsciamente non approviamo. Spesso ci chiediamo se sia giusto seguire certi insegnamenti che ci sono stati inculcati dai nostri genitori o preti di vario credo. A questa domanda penso possiate trovare una risposta leggendo il testo che vi ho riportanto e che ho ricavato dal libro:"Conversazioni con Dio"di Neale Donald Walsch. Buona lettura.A un certo punto ti sei imbattuto nell'idea che negarti la gioia sia un'azione pia,  che non celebrare la vita sia divino. La rinuncia, hai detto a te stesso, è una virtù.Stai dicendo che è male?Non è nè bene nè male, è semplicemente una rinuncia. Se ti senti bene dopo aver negato qualcosa a te stesso, allora nel tuo mondo ciò è una virtù. Se ti senti a disagio, allora è male. Per la maggior parte delle volte non sei in grado di decidere. Neghi a te stesso questo o quello perc hè dici a te stesso che dovresti farlo. Poi  affermi che si tratta di una buona cosa da farsi, ma ti domandi perchè non ti senti soddisfatto. E quindi la prima cosa da fare è smettere di esprimere questi giudizi contro te stesso. Cerca di sapere quale sia il desiderio dell'anima e adeguati a esso. Va dove ti porta l'anima. Quanto l'anima persegue è la più elevata sensazione d'amore che si possa immaginare. E' questo il desiderio dell'anima. E' questo il suo scopo. L'anima va in cerca delle sensazioni. Non della conoscenza, ma delle sensazioni. Possiede già la conoscenza, ma la conoscenza è concettuale. Il sentimento è basato sull'esperienza. L'anima vuole sentire s'è stessa, e per ciò conoscere sè stessa nella proprie esperienze. La più elevata sensazione è l'esperienza dell'unità con Tutto Quello Che Esiste. Questo è il grande ritorno alla Verità al quale anela l'anima. Questa è la sensazione del puro amore. Il puro amore è per la sensazione quello che il bianco è per il colore. Non è vero. E' l'insieme di ogni altro colore. Il bianco è tutti i colori che esistono, combinati insieme. Così è anche l'amore, non l'essenza di ogni sentimento (odio, rabbia, brama, gelosia, desiderio), ma la somma di ogni sentimento. Ne è l'insieme. L'intero ammontare. Il Tutto. Quindi l'anima per sperimentare l'amore perfetto deve sperimentare ogni sentimento umano. Come posso avere compassione per quello che non capisco? Come posso perdonare in un altro quello che non ho mai sperimentato in me stesso? Così ci rendiamo conto a un tempo sia della semplicità sia dell'importanza, tale da incutere reverenza, del viaggio dell'anima. Capiamo finalmente in che cosa sia impegnata. Lo scopo dell'anima umana è sperimentare tutto, in modo da poter essere tutto. Come potrebbe essere in alto se non è mai stata in basso, a sinistra se non è mai stata a destra? Come potrebbe essere calda se non conosce il freddo, buona se non nega il male? Ovviamente l'anima non può scegliere di essere nulla se non esiste nulla tra cui scegliere. L'anima perciò non condanna mai quello che non è magnifico, ma lo benedice, scorgendo in esso una parte di se stessa che deve esistere perchè un'altra parte di se stessa si manifesti. Il compito dell'anima è quello di indurci a scegliere la magnificenza, a selezionare il meglio di Chi Siamo, senza condannare quello che non viene scelto. Si tratta di un compito grandioso, che impegna numerose vite, perchè siete soliti precipitarvi a giudicare, a definire una cosa"sbagliata" o "cattiva", Invece di benedire quanto Non Scegliete.