PENSIERI LIBERI

GRAND HOTEL VILLA IGIEA - PALERMO


Con accesso dalla salita Belmonte e ubicata sopra una splendida scogliera compresa tra le borgate dell’Arenella e dell’Acquasanta, questa villa, un tempo in stile neogotico, venne venduta dall’ammiraglio Cecil Downville a Ignazio Florio, il quale, incaricato l’architetto Ernesto Basile, tra il 1899 e il 1900 la destinò in un primo tempo, su consiglio del prof. Vincenzo Cervello, a un moderno sanatorio, e successivamente a un grande albergo in stile liberty, denominato Grand Hotel Villa Igiea, per il fatto che si constatò che la vicinanza del mare non apportava alcun giovamento alla cura della tubercolosi.
Nel vasto giardino annesso alla villa, che degrada dolcemente verso il mare, sul quale si affaccia con scenografiche ed ampie terrazze, si trova una bella statua bronzea modellata nel 1895 dallo scultore Ettore Ximenes e denominata “La Rinascita”, per significare la speranza di rigenerazione di coloro i quali soggiornavano in questa eccezionale e suggestiva stazione climatica, dove, a differenza delle rinomate stazioni climatiche di Sanremo e di Nizza, si ha in gennaio una temperatura media di 12 gradi centigradi.
Questa artistica statua, che teneva un tempo nella mano sinistra un giglio, fu inserita nel frontespizio del depliant “Igiea Guide de Palerme” del 1909, ispirandosi ad Hygieia, figlia di Asclepio, dio della medicina. Hygiea, considerata dea della salute, dette il nome ad una delle figlie di Ignazio Florio, poi al costruendo sanatorio summenzionato ed infine all’attuale Grand Hotel, famoso in tutto il  mondo per la sua suggestiva bellezza e per la sua splendida ubicazione.
L’ambiente più importante della Villa Igiea è la “Sala Basile”, costituita da un grande ambiente rettangolare in cui le decorazioni e gli arredi sono perfettamente integri e originali, nella quale uno splendido soffitto ligneo, a capriate e in raffinato stile liberty, sostiene un bellissimo e lungo lampadario dello stesso stile, che illumina egregiamente il vasto ambiente arredato dalle porte e dai mobili art-nouveau, disegnati da Ernesto Basile e realizzati dalla ditta Ducrot.
Tutte le pareti della suddetta sala sono stupendamente decorate dagli affreschi di Ettore De Maria Bergler che, sotto la supervisione dello stesso Basile, fu collaborato dai pittori Cortegiani e De Giovanni.
   
Tra festoni di rose, campi di gigli, alberi con frutti, cespugli, cigni e giovani e belle donne, gli affreschi summenzionati sono così distribuiti sulle quattro pareti della grande sala: nelle due pareti corte, orientate una a levante e l’altra a ponente, sono raffigurate rispettivamente le immagini del “Profumo del mattino” e del “Profumo della sera”; sulla parete lunga, orientata a nord verso il monte Pellegrino e interrotta dal colonnato che si apre sull’antistante bow-window, che non le consente di essere illuminata direttamente dai raggi del sole, è raffigurata la scena del “La notte” o “ Il giardino delle Esperidi”, mitiche figlie della Notte e dell’Oceano; sull’altra parete lunga, orientata a sud, tra un’eccezionale policromia di fiori e di vesti è raffigurata la bellissima composizione denominata “Floralia”, corrispondente a “Il giorno”, riferendosi il termine “Floralia” ai “Ludi florales”, cioè ai giochi e alle feste dedicati nell’antica Roma a Flora, divinità italica della primavera