PENSIERI LIBERI

SOGNO IL FUTURO


A volte veniva meno la voglia di scherzare.A volte uno strano disagio, travestito da malinconia,si faceva avanti, e noi non avevamo la possibilità di farci vedere deboli dai nostri cari, per non demolire il castello di sabbia su cui troneggiavano le nostre certezze.Andrà tutto bene, ci dicevamo tra noi, cercando nell’altroil tono di sicurezza che ce lo facesse credere per davvero.E come sempre quando si dice, non andava tutto bene pernulla.Giorno dopo giorno aumentavano i morti, e noi lì a dirci che stavano già male, come se fosse una consolazione.Io a volte mi svegliavo di notte, senza un perché, e guardavo in silenzio il soffitto, aspettando un po’ di pace.Di giorno i social si occupavano di colmare la nostra solitudine, imitando la vita vera. Qualcuno reagiva scherzando, dissacrando la potenza del nemico, altri veicolavano ogni tipo di notizie, gli artisti provavano a portare un po’ di bellezza nei cuori spaventati.Furono giorni orrendi, figlio mio, adesso ne parliamo tutti diquel 2020 come se fosse un brutto sogno, abbiamo volutolasciarcelo alle spalle quanto prima. Ma allora contavamo idefunti, i contagiati, i giorni, e le ore, in attesa di oscenanormalità, di squallidi e rassicuranti giorni uguali.Non so come popolazione mondiale cosa imparammo da quelperiodo oscuro, e forse neppure era lecito attendersi chissàquali mutamenti. Eppure io sono certo che cambiammo dentro,ciascuno di noi, tra le mura delle nostre case prigione.Quel tempo sospeso e quei silenzi irreali ebbero la potenza ei decibel di mille trombe, e ci fecero dare un immenso valorealle corse sui prati, alle risate senza senso, ai baci dati e aquelli non dati, alle carezze, ai sorrisi veri.Ancora una volta fu una enorme e collettiva privazione,quella della libertà, insieme alla paura dell’ignoto,a rendere gli umani più pieni di intelletto, di amore e di senso.Forse, figlio mio, avevamo bisogno di una sottrazione permoltiplicare valore, un furto di tempo, per capire quanto valesse,quel tempo.Anche adesso, a distanza di anni, a volte mi capita di svegliarmisenza un’apparente ragione, un incubo, un disturbo, nel cuoredella notte.E ripenso a quei giorni, alla paura, al dolore.Poi guardo il soffitto e prendo sonno.Va tutto bene, figlio mio.