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Una vita a spina di pesce
 

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Fletcher XXVII

Post n°26 pubblicato il 25 Febbraio 2015 da marlow17

 







Fuori si ritrovano Tutti. Fletcher è un pò spastico e non capisce la ragione per cui Peter e Rihanna si mettano a cospirare con Percace. dopo un pò arrivano anche gli avvocati e cominciano le tirate in una direzione e nell'altra. Secondo Judy Rafferty i suoi assistiti dovrebbero farsi fuori dall'appartamento con Fletcher e Christine. Serial T Van Eppsom la prende in giro e le chiede se abbia così paura di un effetto nefasto, di un contagio a raffica. "C'è un'inchiesta in concorso, T. Potrebbero inquinare le prove, rimestare nel torbido..". "Cazzate. Percace non permetterà che Christine ci vada di mezzo. Senza contare i tuoi assistiti. L'unico che può veramente rimetterci è il mio rappresentato. Ma il Dottore non ha detto nulla sulla presenza nella stessa casa di tutti i ragazzi." "Percace non dice mai nulla, direttamente." Serial T Van Eppsom fa un cenno ampio con il braccio. Segno che ne ha abbastanza di tutta la vicenda. "Andiamo a mangiare qualcosa, Judy. Alle 14 ho un'altro caso." "Va bene, approvato." I due avvocati salutano e salgono in un taxi con l'assicurazione di tenersi in contatto. Poi sgommano verso la pausa pranzo. Fletcher prende sottobraccio sia Christine che Rihanna mentre Peter indica la sua automobile parcheggiata qualche metro più in là. Insieme montano a bordo. C'è un'atmosfera rilassata e le paturnie e i collassi sembrano un ricordo del recente passato. Fletcher è seduto dietro con le due donne: allunga le mani sulle loro schiene arcuate, scende giù fino al limite delle chiappe ben formate. Peter lo nota ma fa finta di niente, anche se è infastidito. Tiene gli occhi sulla strada e lo specchietto retrovisore mentre dietro è tutto un attaccare e un respingere. alla fine Rihanna scosta Fletcher con una spinta e questi si stringe ancora di più a Christine. "Problemi?". Fa Peter mentre imbocca Carter Boulevard e si dirige in periferia, verso Casa. "Ah, no." Fa Rihanna. "é solo un pò agitato. Deve essere tutta la vicenda della denuncia." "Si dovrebbe dare una calmata, non serve a nulla spingere troppo." Fletcher nello slancio cerca di baciare Christine, che si gira dall'altra parte. Peter è teso: ci mancherebbe solo che fossero fermati da qualche pattuglia mentre Fletcher molesta una donna. Accosta lentamente al marciapiede, vicino a un idrante, poi si gira, tenendo una mano sul poggiatesta e il mento in aria: è seccato e ingrugnito. "Cerchi rogne?". "Uh?". Fletcher è sorpreso. Si accorge in un istante di avere passato una linea molto sottile e di essersi mosso solo per irritare la memoria di Percace, senza tenere conto dei rischi corsi dai suoi compagni di viaggio. "Veramente no. Mi dispiace." Si stacca in un istante da Christine e si accomoda composto nel fondo del taxi. Peter si passa una mano sulla fronte. Forse ha esagerato anche Lui. "Scusami Tu. Ma non possiamo permetterci stronzate mentre siamo nel traffico. Troppo rischioso..." "Sì, hai ragione, ma tutto quel casino...mi ha scombussolato. Prima Christine che ci accusa, poi che cambia idea, è stato come finire sulle montagne russe e ne ha risentito il mio metabolismo." "Ok, l'importante è che le cose siano chiare." E allunga un cinque a Fletcher. Poi riprende il movimento, sfrecciando ad alta velocità da una corsia all'altra. C'è ancora il sole quando piombano a Casa: Peter sale le scale corrucciato, seguito dalla due donne. Fletcher si è fermato nel piccolo giardinetto a respirare un pò di aria fresca. è il momento della riflessione e di rivedere mentalmente il film di Percace. Di cosa si è trattato? Minacce generiche? Messaggi in codice? Lui non riesce ancora a capacitarsene...ha i brividi su tutta la pelle e il timore, non ancora scacciato, che la sua Libertà di fuggitivo sia appesa a un filo. Rivede il viso a cuore del Dottore, il suo mento sfuggente, i suoi baffetti appena accennati, i capelli biondi con la scriminatura da una parte....e l'impeccabile completo con le scarpe lucidissime. è stordito e gonfio, per la prima volta gli pare di sentirsi veramente perduto e senza prospettive, così decide di soffermarsi ancora un pò all'aperto e di respirare il più possibile l'aria che gli manca: osserva il quarto di cielo e si chiede il perchè della persecuzione da parte di Percace ma non trova risposta che non sia lo sguardo glauco del medico rivolto alle sue pupille stanche "Un istinto sadico..." Riflette, mentre si torce le mani. "Fletcher..." Christine lo chiama e per la prima volta si sente colmo di un empito d'amore verso quella donna. Qualcuno che sembra sopportarlo senza mettere in mezzo interessi o fregature, una donna che lo sta guidando verso un porto che, all'apparenza, si rivela più sicuro di tante darsene destinate allo smantellamento del naviglio. "Sì, arrivo subito, prendo un pò di ossigeno." "Dobbiamo mangiare qualcosa, è già ora di pranzo..." "Non ho fame, comunque in frigo c'è tutto, arrivo a farvi vedere." Con un ultimo sospiro abbandona il giardinetto e sale le scale fino al suo appartamento. Dentro vi trova Peter seduta a un capo del divano rosso e Rihanna su una sedia della sala da pranzo con davanti un pò di pane sbriciolato e mortadella. Christine è a fianco della porta del soggiorno, in piedi. Lui le dà un bacio sulla guancia senza che Lei si ritragga. "Allora, ho delle lasagne fredde in frigo e pasticcio di carne, una fetta di fegato e quanta insalata volete." Tutti abbozzano ma nessuno risponde. Solo Peter si solleva dal divano e si avvicina al frigo per aprirlo e prendere le lasagne fredde. Poi le porta al tavolo, accanto a Rihanna che insiste con il suo pane e mortadella. Fletcher precisa :"Dimenticavo la mortadella, ma tanto Rihanna si sta già servendo." Si siede anche Lui al tavolo in cucina e sospira. "é stata una mattinata diabolica." "Sai" gli risponde sottovoce Peter "Stavo pensando di riportare la mia ragazza in clinica." L'interessata non fa una piega e continua a spolverare il pane e la mortadella, l'unico gesto di vita oltre alla deglutizione è il mignolo dall'unghia affilata che si passa sulle labbra per togliere le pagliuzze di impurità. "Davvero?". Christine è ancora in piedi, appoggiata allo stipite della porta del soggiorno, a cinque metri da Peter. "E se ne potrebbe sapere la ragione, di grazia?". "Mentre voi eravate in conclave da Percace Lei mi ha confidato di essere stata molestata dalla Signora Driscoll, la donna per cui fa le pulizie. Penso che sia ancora troppo esposta a certe sollecitazioni." Fletcher rabbuia la fronte :"Nel senso che hai paura che ci stia?". "Oh no, non è così automatico. L'unica cosa che mi riguarda è che la mia ragazza non si rende conto di essere una mina vagante per certe donne, e certi uomini." E lancia un'occhiata eloquente a Fletcher. "Andiamo. Non caricarmi di stronzate, figliolo. Non dirmi che accetti le menate secondo le quali una donna può essere pericolosa per un uomo. è Medioevo spinto." Peter ingoia un pezzo di lasagna e si pulisce la bocca con il dorso della mano "C'è acqua minerale?". "Sempre nel frigo." Lui va a prendersene due bottigliette e chiude la porta con un calcio leggerissimo. Poi torna a parlare :"Non penso questo. Rihanna non è ancora equilibrata. Sa poco, pochissimo degli uomini, e di certe donne. Sono il suo primo ragazzo ed è ingenua fino quasi a essere sprovveduta. non si rende conto di quanta influenza e ascendente può avere. è come un cerino in un granaio." "E pensi di risolvere la questione tenendola in clausura o abdicandone i pezzi secondo i metodi del Dottor Percace?". Peter sorride stancamente e sembra coinvolto in una conversazione che lo smuove poco o nulla. "Voglio solamente il suo bene. Non credo sia decoroso da parte mia portarmela in giro come un trofeo o abbandonarla ai tentativi di seduzione di qualche dongiovanni da strapazzo. E non mi rivolgo a Te. So che la tua insicurezza ha radici profonde. Parlo di gente apparentemente a posto. E in giro ce n'è tantissima." Fletcher non sa se prenderlo come un insulto o una considerazione profonda. Trae un grande sospiro e guarda distrattamente fuori dalla finestra. Il cielo si è coperto e minaccia pioggia. La sua impressione è che quella perturbazione durerà parecchio e circonderà la sua vita e i suoi conoscenti come una grande, minacciosa palude.

 
 
 
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