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Fletcher XLII

Post n°41 pubblicato il 25 Febbraio 2015 da marlow17

 







Christine si sollevò. E si avviò verso la sua utilitaria accompagnata dalle due divise. Ramelli le chiese se stava bene e se la sentiva di continuare il percorso. Altrimenti avrebbe potuto salire con loro e recuperare la macchina al ritorno. "Ritorno?". Pensò Christine. "Quale ritorno? In quel fittissimo sottobosco era più facile perdersi di qualunque altra cosa." Riflettè per un attimo che avrebbero anche mai potuto uscire da quell'immensa trappola di acrocoro vegetale. I poliziotti si basavano su di Lei, come fossero certi che sapesse il modo di sbrogliare la matassa e trovare il filo d'arianna per giungere fino al maledetto hotel di Fletcher. Ma Lei ne sapeva quanto loro, anche se non osava dirlo. L'unica cosa ragionevole era seguire il minuscolo nastro d'asfalto, da qualche parte avrebbe certamente condotto, anche se non garantiva nulla riguardo i sentieri in terra battuta che talvolta si aprivano ai suoi lati. Salì in macchina e respirò a fondo. Poi girò la chiave e accese il motore. Ramelli e Quaid fecero lo stesso e quella piccola colonna si mise in moto a velocità bassissima mentre le figure umane aguzzavano la vista per intravvedere un albergo grande come un castello che si spercolava da qualche ripida cresta a dominio di una valle interna. Nel frattempo Fletcher vagava armato del suo fucile a pompa a caccia di funghi lungo i ripidi costoni nei dintorni dell'edificio. Era sempre stata la sua passione sin da quando, ragazzo, accompagnava il padre in quel rilassante e pratico passatempo. A Lui in quel momento serviva per radunare i pensieri e organizzare i suoi prossimi movimenti. Aveva lasciato Peter nell'hotel in disfacimento, tanto sapeva che non sarebbe mai fuggito, anche perchè erano addivenuti a una tregua intelligente: Lui non avrebbe affrontato penalmente Percace e Peter si sarebbe scervellato per trovare un modo razionale per riavere Rihanna e impedire che Fletcher finisse al gabbio psichiatrico. Un'impresa facile facile grugnì l'uomo armato mentre aguzzava la vista per raccogliere porcini e mazze da tamburo. La verità era che tutti i suoi piani stavano andando a remengo. Aveva pensato di costruire un attacco legale al Dottore e in un attimo, in seguito alle poche parole di quel ragazzo, tutto gli era evaporato in mano. Aveva pensato di trovare in Peter una sponda ma lo vedeva unicamente assorbito dall'idea (Comprensibile) di liberare Rihanna qualunque fosse il prezzo. Insomma, erano partiti con Lui come variabile impazzita nonché sequestratore in pectore ed erano finiti con Lui che tentava di smorzare i bollenti spiriti del ragazzo, assolutamente intenzionato a scendere a valle e affrontare a muso duro Percace. Ma cosa stava succedendo? L'unica realtà certa era che entrambi erano nei guai grossi fino al collo. Peter perchè si era sottratto all'obbligo di essere reperibile ventiquattro ore su ventiquattro; Lui, Fletcher perchè si era dato alla macchia trascinando con sè con la forza un individuo che avrebbe avuto l'obbligo di firma presso una qualsiasi questura. Si stavano aggrovigliando, insomma, cumulando reati su reati. Sputò rabbioso mentre il rumore vaghissimo ma chiaro di motori in avvicinamento gli colpì il timpano. Era come una litania lamentosa e sottile ma si faceva di minuto in minuto più prossima...Qualcuno si stava avvicinando al suo nascondiglio.

 
 
 
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