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Fletcher LVII

Post n°56 pubblicato il 26 Febbraio 2015 da marlow17

 







"Che accidenti è quella roba???". Urlò Fletcher schermandosi istintivamente il corpo. Ed sorrise mentre Christine era fuggita nell'altro locale. Peter ed Henry Grassi guardavano con indifferenza. "é un Crotalo" Precisò Sereni. "PIuttosto velenoso, forse il più velenoso serpente al mondo. Si chiama Chris e l'ho in casa con Me da più di un anno". Fletcher, dopo il primo attimo di smarrimento si era avvicinato alla gigantesca teca e aveva cominciato a posare gli occhi su quel essere brutale e ipnotico che ora stava perfettamente immobile lasciando saettare solo la lingua biforcuta ogni tanto. "é in riposo, gli ho dato da mangiare poco prima che arrivaste. Adesso sta digerendo." "Robe da matti" Biascicò Fletcher "Qualcuno mi aveva detto che eravate tutti vegetariani in questo quartiere degli artisti". "Io certamente sì, ma Chris non lo è ancora diventato" Annuì amaro il ragazzo. "Non capisco il senso nel tenere un divoratore di topolini e cavie in questa zona. Che gusto si prova a privare un animale della sua libertà e nel vederlo trascinarsi nello spazio di qualche metro, indeciso se papparsi il rancio o mettersi a dormire? Io la chiamo Crudeltà." Henry intervenne con fervore al fianco del suo giovane amico e prese a mormorare come in una litania :"Ed vuole molto bene a tutti gli animali. Chris era risalito dalle fogne dove qualcuno l'aveva scaricato, e volevano ovviamente farlo fuori, ma Lui si è opposto con tutte le forze sino a che glielo hanno affidato. Adesso, come Lui ha detto, è un anno che lo tiene in custodia e subito si è posto il problema del modo in cui farlo sopravvivere. Ed è un cuore d'oro ma ha dovuto fare delle scelte, e la scelta principale era sacrificare qualche topolino per rimettere in sesto il suo nuovo amico....ed è quello che ha fatto, pur ripugnandogli profondamente questa opzione." Christine era rientrata nella stanza e aveva squadrato Sereni :"Io tanto sicura che la situazione gli facesse schifo non sono. C'è sempre una componente sadica in ogni uomo e la vista di un serpente risveglia tematiche del nostro passato che credevamo sopite, ma non sto qui a fare la psicologa adesso." "Vai pure avanti" Le rispose il ragazzo "Tanto ti sei spinta già ben oltre. Mi stai forse dando dello psicotico?". Peter pensò bene di intromettersi per disinnescare la conversazione che si stava inerpicando su sentieri esposti e pericolosi :"Io penso che il serpente sia, come tutti voi sapete, il simbolo fallico per eccellenza. Quindi ritengo sia inevitabile per un uomo rimanerne attratto e repulso al tempo stesso. Un po' come la visione del proprio pene da bambino: Ti intriga e Ti disgusta al tempo stesso." "Psicologia da strapazzo" Sputò con rabbia Sereni sul pavimento "Ho l'impressione che Tutti siamo passati da Percace e stiamo parlando come Lui ci ha indotto a fare. Nozionismo terra-terra del cazzo. Piccole basi confuse da strizzacervelli della peggior risma." "Dammi un'altra spiegazione, allora." Replicò piccato Peter.

Il Ragazzo sbuffò e alzò le spalle :"Per me era una bestia che sarebbe morta se non avesse avuto cibo. E non potevo lasciarlo agonizzare senza far nulla. Mi è piaciuta, lo ammetto. Dovrei sentirmene in colpa? é forse giusto coccolare rapaci e tigri siberiane e condannare allo sterminio coccodrilli e rettili per una una semplice questione estetica? Cosa c'è di tanto diverso fra lo sbranare una gazzella o lasciare che un crotalo inghiotta viva una ranocchia o un topo? é questo che dovete spiegarmi." "Va bene, va bene" intervenne conciliante Grassi, Io direi di sospendere l'interessante conversazione e di andare a mettere qualcosa sotto i denti...allora, che ne dici Ed? Hai voglia di uscire con Noi?". Il ragazzo abortì uno sbadiglio e replicò tranquillo :"Non sono più abituati ai rituali dell'andare fuori o della socializzazione ma vengo volentieri. é così tanto tempo che non mangio in una pizzeria o quello che volete." Così Tutti riposero le armi dialettiche e si avviarono lungo le scale interne del lugubre edificio sino a sboccare in strada, un'arteria che nel frattempo si era vivacizzata. Occupando il marciapiede avevano ciondolato in silenzio raggiungendo una tavola calda fianco a un vicoletto stretto e puzzolente, e lì vi erano entrati facendo ben attenzione a mescolarsi con la fauna locale. Avevano fatto i loro ordini a una cameriera piccola ma ben distribuita, con una bustina rossa sulla testa e una gran coda che le sfiorava il culo. Poi s'erano messi a sfogliare il menù con aria indifferente senza che nessuno fosse in grado di avviare un discorso che lasciasse da parte rettili, cavie, vegetarianesimo e coerenze alimentari. Fletcher e Christine si sfioravano in una suadente atmosfera complice senza tuttavia avviarsi verso un bacio o uno sfiorarsi delle ginocchia. Erano compressi ma comunque felici: uno spiraglio fra le nubi si spalancava macchinosamente e loro cominciavano ad esserne illuminati anche se con vicini un po' ingombranti e sfuggenti, in primis quel Sereni che giocava tra follia e rigore come un puro cannoniere d'area piccola.
 
 
 
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