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Fletcher LXXII

Post n°71 pubblicato il 26 Febbraio 2015 da marlow17







Fletcher soffocò una bestemmia e agitò il pugno verso Percace mentre si allontanavano. Le ultime parole dello Psichiatra erano riuscite a rovinargli quella leggera patina di buonumore che si era autoimposto per non crollare definitivamente davanti all'improvvisata del Tizio. Comprendeva benissimo di essere l'ago della bilancia umorale dei suoi compagni di fuga e non poteva permettersi di mostrare indecisione o fragilità, pena il disfacimento completo del loro patto di evasi, pena il crollo delle speranze e l'abbandono alla sensazione di lento strozzamento che sembrava avvolgerli dall'inizio della loro avventura da fuggiaschi. "Non stanno, vero, giocando come al gatto col topo?" Esalò affranto Peter mentre si avvicinavano alla loro automobile. "Che senso avrebbe? A meno che non pensino che possiamo aiutarli a fare luce su una qualche rete di transfughi e rifugiati politici all'Estero. Ma perché lasciare Percace fare quello che ha fatto? Non ha senso. Niente pare più possedere un senso." Christine salì in macchina facendosi aria con un opuscolo :"Se volete la mia opinione, Percace ha più informazioni delle Divise in questo momento. Per qualche ragione conosce i nostri spostamenti in anticipo e ci tende delle piccole trappole di pressione psicologica per farci saltare in aria e finire tra sue sottili braccia. A Lui interessa relativamente di pigliarci subito. Sta sperimentando, sta facendo degli Esperimenti su di Noi e intanto trae le sue conclusioni. La Polizia è sullo sfondo e interverrà solo quando sarà Lui a darle il Via libera. Questa, almeno, è la mia modesta opinione." Fletcher salì pensoso alla guida, poi appoggiò le mani sul volante e infine girò la chiavetta di accensione, sempre con la fronte corrugata. Seguì la litoranea sino a Maddox, superò Castro Bellevue e cominciò a rallentare quando le prime foreste di Big Loot  fecero la loro apparizione. Poi accostò lentamente su una piazzola della superstrada :"Ci stiamo infilando nella terra della meditazione. Santoni new-age  e yoga, wellness e super centri per il rilassamento all'interno di una natura incontaminata. Ha davvero senso muoverci in quella direzione?" "Mio zio...." Mugugnò Christine. "Sì...." La incoraggiò Fletcher posando entrambi le mani in grembo. "Mio zio possiede una stress Factory lì dentro da qualche parte." "Stress Factory?" Spalancò gli occhi Peter. " Sì, è un centro per la liberazione dalle tossine da lavoro. Le chiamano così." "Va bene" interloquì l'Uomo "Ma che ci andiamo a fare?" "Potrei parlare a mio zio. Lui è un'ottima persona, da non molto convertito al Buddismo. Una persona molto pia e misericordiosa, anche se prima era il più grosso bastardo tra i ricchi possessori di Aziende della Zona occidentale. Poi la morte del figlio lo ha fatto risvegliare e da quel momento si è dedicato alle opere di carità, anche se non ha dimenticato di essere un grosso imprenditore e ha impostato il suo futuro in modo organizzato e preciso: una holding della Meditazione e della Beneficienza. La regge con metodo e pugno di ferro, da quello che mi ricordo, rimane un individuo molto quadrato e preciso." "Beh...Cosa possiamo attenderci da un tipo del genere? Che ci nasconda in attesa di tempi migliori. Mi sembra che stai sclerando, Amore..." "Sono sicuro che Lui lo farebbe se Gli esponessimo la nostra situazione in modo molto umile.." "Se strisciassimo ai suoi piedi, insomma..." "Oh no. Non è un tipo del genere. Basta che si renda conto che non siamo dei delinquenti. Anche Lui non nutre simpatia per il Dottor Percace e i suoi metodi. Diciamo che nessuno da queste parti inclina per la Psichiatria Applicata. Contrasta con tutto il Misticismo della loro faccenda. Quindi...non è assolutamente escluso che passi dalla nostra parte e Ci difenda." Fletcher scosse la testa e si grattò il naso con fare pensieroso :"Non so che farmene del suo Sacro Patrocinio. In breve tempo diventeremmo le giovani marmotte del posto, le mascotte inacidite di quei mistici danarosi. Non è questo che Mi attendo dal futuro." "Io ho solo parlato di quello che potevamo reperire nella Foresta. Poi sta a Voi due decidere. Siamo e restiamo una piccola democrazia." "Io voto contro". Alzò la mano dal volante Fletcher. "Io sono a favore, bisbigliò timidamente Peter. "Sfido. è quello che cerchi da quando ci siamo messi in viaggio, Peter." "Come sarebbe a dire?". Fletcher si girò verso di Lui con il volto in fiamme e le narici frementi :"Ogni occasione è buona per andare a insaccarci da qualche parte amena, prima Redmond, adesso questo punto indefinito in mezzo ai boschi presso un ex Imprenditore con le fisime del Curatore d'anime. Qualsiasi deviazione dal percorso principale è bene accetta. Ricordi o no che dobbiamo imbarcarci su una nave e uscire da questo dannato Paese? Oh, ma a Te non interessa, basta rallentarci per non perdere la speranza di incrociare nuovamente la tua troietta. A qualsiasi costo." Peter Gli sputò in faccia e poi lo prese per il collo trascinandolo sul sedile posteriore. Scoppiò un pandemonio che durò dieci minuti buoni, questa volta nell'indifferenza infastidita di Christine. Poi quando fu cessato, Fletcher smontò dalla macchina e diede un calcio alla portiera prima di rimettersi al volante con delle brutte contusioni sparse sulla faccia. "Bene, cazzo! Andiamo allora da questo Zio d'America! Come si chiama e dove si nasconde il nostro Buddha????" Grugnì in faccia alla sua donna.

 
 
 
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