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Fletcher LXXIII

Post n°72 pubblicato il 06 Marzo 2015 da marlow17

 






"Benjamin. Benjamin Van Huijten." "Sai come trovarlo?" "Sì, ricordo molto bene il posto. Ci sono già stata qualche tempo fa." "E allora andiamo. Non facciamo altro che continuare a cercare degli Sponsor e dei Padrini per avere qualche dritta su come fuggire da questo maledetto Paese. Mai una volta che decidiamo di avere fiducia in Noi stessi." "Non possiamo averne, Fletcher. siamo spaesati come topolini nel mezzo a una tempesta ora che abbiamo visto l'ubiquità di Percace." Interloquì Peter. L'Uomo non rispose e riavviò il trabiccolo portandolo in direzione della Cabrillo Highway, che attraversava tutta una serie di meravigliose conifere fino a Big Loot e La Serra. Entrare in quel microcosmo fece bene a tutti, poiché l'aria che si respirava recava tracce di un'effettiva altra Dimensione e l'impressione di potere decollare da un momento all'altro, e fuggire da quel essere alla macchia senza possibilità era quanto mai seducente. Gli evasi si rilassarono completamente e presero a scherzare come dei bambini in gita, mentre intorno a loro si dipanava un paesaggio mozzafiato. Querce e sequoie ombreggiavano quando, poco più in là della striscia d'asfalto, l'oceano lanciava la sua risacca pigra negli effetti di quel primo sole primaverile, invitando alla quiete, senza essere merce per vacanzieri all'ammasso o indolenti bagnatori di sole.
Fletcher cominciava a sentire l'effetto di quella magnifica situazione e, senza volerlo, riabilitava gli uomini che avevano cercato rifugio dento quell'oasi naturale, sentiva che non era tanto improbabile credere alle cure attraverso la meditazione e il distacco dalle maledizioni del vivere quotidianamente sotto pressione. Pensò che forse era l'effetto del suo essere in fuga, senza possibilità di posare la testa ed essere sicuro che l'indomani non saresti stato risvegliato dal battere ritmico sul cranio di un fucile a pompa. Forse, pensò, ho giusto bisogno di un po' di tregua e di dormire un attimo serenamente. Protetto, sostanzialmente. Passarono Cooper Cabin e Traw Fitzpatrick  fino a East Molera, poi si addentrarono tra le imponenti ville novecentesche adibite, ora, a recupero di ricchi uomini d'affari in crisi di produzione e testa. Gente che poteva permettersi le nove cifre della permanenza, tra corsi biorespiratori e meditazione trascendentale. A ogni piè sospinto vedevano macchine di lusso e fuoristrada fare discretamente capolino dai parcheggi protetti e brillare superbi sotto la luce del sole incipiente. Guardie armate facevano la solita, amabile perlustrazione davanti ai cancelli e fissavano con sorpresa la bagnarola di Fletcher mentre rallentava e lasciava i suoi occupanti bearsi delle magnifiche residenze dei Ricchi Disgraziati. "Insomma, Mi vuoi dire che tuo zio è dentro uno di questi posti?" Domandò Fletcher, attonito. "Sì. Vai sempre diritto e poi svolta a destra e sali la collina. è lì che si trova Benjamin Van Huijten. Il posto si chiama Redonda Gate." "Uh, nome bizzarro. Deve essere un cancello su un'altra dimensione, come pensavo prima, visto il modo in cui se la passano Lor Signori." "Non fare del sarcasmo. forse è solo gente parecchio sensibile che non ce la fa a reggere i ritmi alti della produzione e del Brain Trust . io non riesco a disprezzarli. sono solo fortunati a potersi curare in questo modo". "Nessun Percace da queste parti, mi sembra. Lui si trova più a suo agio con i Poveri Disgraziati. è più facile sperimentare, nessuno Te ne chiede conto, e sei gentilmente foraggiato dallo Stato." Peter annuì gravemente "Il Povero ha diritto a una cosa sola: farsi imbottire di farmaci o perseguitare, come Fletcher." "Così mi lusinghi. non mi sono mai sentito tanto Robin Hood come in questi attimi. Pensa che trovata aprire una Clinica per i Medio Abbienti...Dovremmo farci un pensierino.. Abbiamo Tutti una buona esperienza in materia." Fra amenità di questo genere percorsero il sentiero asfaltato fino alla sommità di Redondo Gate e lì piazzarono l'utilitaria fuori da un'imponente costruzione stranamente ultramoderna e con i vetri solo parzialmente oscurati. Intorno vi correva una massicciata cosparsa di elettricità ad alto voltaggio e un ampio portone in vetroresina dava l'accesso a tutta l'apparente Magia. Fletcher suonò a un campanello sormontato da una graziosa telecamerina. Teneva bene al suo fianco Christine, come garanzia che non Gli frantumassero il cranio senza pensarci troppo. La telecamera si accese insieme alla risposta. "Cerchiamo il Dottor Van Huiten. qui c'è sua nipote Christine DeIanni." Una voce femminile, delicata e gentile Li pregò di voltarsi alle loro spalle e di individuare una vecchia chiesa su un dosso a cento metri da Loro. "Il Dottor Van Hujten si trova là dento" Li informò la voce delicata "è impegnato in un progetto di Riqualificazione Spirituale. Se volete recarvi sul posto ritengo non avrà problemi a staccare per un attimo e accogliervi. Tanto più la signorina DeIanni." "Bene, grazie" Arrivò a dire Fletcher e subito la comunicazione svanì. Allora i tre evasi si misero le gambe in spalla e salirono il dolce declivio fino alla vecchia Chiesa di legno.
 
 
 
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