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Fletcher LXXXIX

Post n°88 pubblicato il 18 Luglio 2016 da marlow17







Ritornò all'automobile e vi risalì restando immobile per qualche attimo, malgrado il caldo. Pensò a Christine e Peter lasciati in balia di quella fabbrica degli scarti umani, la "stress factory" dove i destini di tutti si incrociavano. Poi riaccese il motore e prese a girare per il centro della città, sino a quando si trovò davanti al palazzone di Edward Sereni. Aveva passato una pattuglia delle divise senza che lo fermassero. Rubare una macchina era il peggio che si poteva immaginare di fare. Parcheggiato e sceso, suonò al campanello dell'interno XIV, e quando gli rispose la voce di Ed disse: "Sono Fletcher". La porta scattò e lui si ritrovò a salire quei maledetti lunghissimi scalini. "Fu fatto entrare da una giovane donna molto composta e discreta, che subito si mise da parte e lasciò soli i due uomini. "è la tua ragazza?" Accennò l'uomo in direzione della scomparsa. Il giovane si accese una sigaretta e mormorò: "è la sorella di Peter. è sulle tracce del fratello e ha più o meno seguito il vostro stesso tragitto. Per il momento è ospite qui da me ma il tuo ritorno capita come la ciliegina sulla torta. è capace, determinata, ostinata e con tanto amore per suo fratello. Due giorni fa è stata da Percace che non l'ha dissuasa dall'inseguirvi. è una ragazza a posto. Nessun ricovero coatto, un marito e due figli. Ti ha mai parlato di lei , Peter?" "Assolutamente no" "Merita rispetto. Da quando ha saputo che il fratello aveva mollato il taxi e si era dato alla macchia non si è data pace. Ha lasciato in sospeso la sua famiglia ed è andata diretta dal nostro amato Psichiatra." "Allora è stato lui a dettagliarla su tutti i nostri spostamenti?" "E chi altri? Stava giusto preparandosi per raggiungervi in quella specie di ricovero sulle colline, la vostra porta del paradiso. Non ricordo il nome. Nel sottobosco della città state diventando una leggenda." "Siamo famosi, allora." "Sì. Si è arrivati a scommettere sul periodo di tempo che Percace vi lascerà a piede libero. Del resto non si sa nulla. Le ragioni intendo." "E tu, immagini qualcosa?" "No, e Dio mi è testimone... Per un attimo ho pensato che gli tornaste utili per mettere sottosopra quella health farm di cui non ricordo il nome, ma poi ho constatato che aveva troppi interessi in quella zona per lasciarla devastare da dei pellegrini come voi. A pensarci adesso, forse sta semplicemente aspettando che crolliate per tutte le contraddizioni interne che vi attraversano, che implodiate e vi sgretoliate sotto le sue dita come creta spremuta. Questo è il ragionamento che mi sta pigliando adesso. Ve ne sarete resi certamente conto ma voi siete l'ennesimo esperimento del Dottore. Vi sta facendo fare il giro della costa attraverso tutti i posti che per lui sono stati significativi. è anche un viaggio interiore in un momento paradossale della sua vita. Siete la sua ricerca del tempo perduto, e attraverso voi sta aggiustando le crepe che cominciavano a mostrarsi nel sistema Percace. La sua influenza è cresciuta a dismisura in questa zona del paese e le autorità amministrative hanno abdicato di fronte al suo Modello. Ma, insieme all'apprezzamento sono rimaste anche le critiche e (non ne so la ragione) il Dottore sta cominciando ad avere paura: di sabotaggi, attacchi frontali, attentati, di preciso non saprei dirti. Ma sta sudando freddo, e voi gli servite. In quel momento entrò in soggiorno la sorella di Peter: era una ragazza abbastanza alta, con i capelli neri e fino alle spalle, con le scriminatura nel mezzo. Era bella, ma non appariscente, e persino sue lunghe gambe e gli occhi vagamente orientali non indirizzavano su pensieri sconci ma convincevano a una sorta di rispetto e di silenziosa contemplazione. Indossava una normale veste a fiori con le braccia scoperte e delle semplici ballerine. Fletcher la fissò per alcuni secondi poi allontanò lo sguardo. Quella bellezza quattrocentesca gli risovveniva tutta la sua sozzura e la sua lercia vita, lo imbarazzava e lo faceva sentire immerso in una cloaca in ammirazione di un giglio. Sereni parve accorsene e prese la parola al posto dell'uomo: "Lei è Stephanie, lui Liberty Fletcher, ma mi sembrano inutili le presentazioni. Stephanie, perlomeno, ti conosce bene. Ti ha studiato." Fletcher ebbe un movimento strano, come a rinsecchirsi tra le spalle e a sprofondare nella cassa toracica. "Desidera qualcosa?" Riuscì solo a bofonchiare. "Sì. che mi guidi fino al Wealth Center. Debbo riprendermi mio fratello." "non sarà così facile, e lei lo sa. Suo fratello ha una libera volontà e la sta esercitando." "Non ne sono troppo sicura. Ma lo voglio constatare di persona." L'uomo sollevò le mani mostrando i palmi. "Ha una automobile? Allora potrebbe seguirmi: la porto nella tana del leone." Aggiunse. Stephanie si morse una pelliccina del medio: "è giusto quello che voglio." Edward Sereni li osservava scrollando la testa. Per lui era tutta una questione che potenze superiori avevano già dipanato.






(Continua)







 
 
 
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