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Una vita a spina di pesce
 

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Fletcher XCIX

Post n°98 pubblicato il 12 Ottobre 2016 da marlow17

 







Mise alcune cose in una piccola valigia lasciando fuori la pistola che aveva fregato a Ramelli nell'albergo di montagna, si aggiustò la cravatta e la giacca, bevve un sorso d'acqua e si avviò verso la soglia della stanza con passo elastico. Christine gli si parò di fronte: "Almeno dammi un bacio." Mormorò con il volto disfatto. Fletcher posò le sue labbra sulle sue e pensò quanto sarebbe stato bello trascorrere qualche giornata in serenità e finalmente liberi. Sentì che stava combattendo con le lacrime e fece un passo oltre il suo amore: "Questo lo faccio per noi, non è possibile continuare a vivere da fuggiaschi, vado nel ventre della balena. Qualcosa capirò, finalmente." Christine lo abbracciò e lo tenne stretto per un tempo che parve infinito, poi Peter gli strinse la mano e lo abbracciò a sua volta: "Attento a non fare l'eroe. Il mondo là fuori è cattivissimo." L'uomo sorrise e batté con la mano sulla spalla sinistra del ragazzo: "Nessuno quanto noi ha contrastato Percace, e deve ancora finire." Si portò le dita alle labbra e schioccò un bacio, poi prese decisamente la porta e uscì nel corridoio semioscuro. Ecco, era fatta! Non aveva piani, non aveva prospettive se non quella di farsi catturare dagli uomini dello psichiatra e torturare sino allo sfinimento. Però possedeva un segreto: la fiducia (ne era sicuro) del vecchio Van Huijten e la possibilità di tornare a guardarlo negli occhi per farsi trasmettere il segreto della debolezza di Percace. L'unica. Salutò il ragazzo alla reception e scese in strada senza guardare la finestra da cui sicuramente lo stavano osservando Peter e Christine. E ora? Si domandò nel parcheggio inondato dal sole serotino. Di certo non avrebbe preso l'automobile. Quella serviva a ai suoi due amici. E allora? Portarsi alla prima stazione di polizia per autodenunciarsi come evaso alle cure del famoso dottore? Avrebbe avuto anche una denuncia per violenza e resistenza ai tutori dell'ordine per la vicenda dell'hotel e la testa sfasciata a Ramelli. No, era semplicemente assurdo: Avrebbe condotto una vita solitaria e tranquilla nell'attesa che lo venissero a prendere; anzi sarebbe andato all'ospedale di contea per controllare le condizioni di Van Huijten...Era decisivo che il vecchio non ci lasciasse la pelle. Chiamò un taxi e disse di portarlo a destinazione. Mentre si allontanava dall'hotel Palace si chiese quando avrebbe rivisto i suoi due compagni e una stretta dolorosa gli prese il cuore. Il taxi, nel frattempo, lo conduceva verso la periferia, in direzione del Saint Mary, il nosocomio più grande di tutto lo stato. Dopo venti minuti approdò a destinazione e pagò la corsa scendendo silenziosamente. Si trovò davanti a un'imponente edificio sviluppato in profondità più che in altezza, dal caratteristico colore bronzeo e dalle mille finestre. La statua del fondatore si stagliava nettamente nella piazza antistante l'ingresso dell'ospedale. Fletcher si fece coraggio anche se (per una distorsione professionale) gli sembrava che tutti i visitatori lo guardassero. Eppure era anonimo e grigio e non gli sembrava di dare nell'occhio, lui e la sua piccola valigia. Si mosse verso la gigantesca reception e, tentando di mantenere, un tono il più anodino possibile, chiese dove fosse ricoverato il dottor Van Huijten. L'impiegata lo squadrò da capo a piedi cercando di ricavarne un ruolo ufficiale, ma, constatata la natura bigia di Fletcher si sentì in dovere di rispondergli senza fretta: "è nel settore geriatrico corridoio 12, stanza II. Ma lei ha qualche titolo per visitarlo? la sua stanza è piantonata dalla polizia di stato." A quel punto l'uomo si sentì mancare le gambe, farfugliò un no incomprensibile e si indirizzò all' uscita facendo scorrere le porte. Uscì respirando con angoscia. Ancora una volta la sua voglia di libertà aveva avuto il sopravvento. E poi che senso aveva cadere direttamente in bocca alle divise senza poter vedere il vecchio? Capì che tutta la situazione doveva stemperarsi e raffreddarsi.









(Continua)









 
 
 
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