Fletcher

Fletcher II


 
S'era alzato e s'era ripulito. Aveva messo giù con Roy Vaduz confermandogli che i video di Floyd Macha erano formidabili. Aveva fatto appena in tempo a sentire Roy che gli chiedeva :"ma hai fatto sesso con tua moglie?". Che aveva fatto clic. Non gli andava di pubblicizzare le sue sfortune o la testa quadrata di Estrella. In quel momento aveva nel cervello solo Violet, una negra di 27 anni condannata più volte per reati contro la morale. Ne era sempre uscita per il rotto della cuffia grazie al padre ambasciatore ma da quel momento era stata emarginata. Costretta a ricoveri coatti e a terapie intensive aveva probabilmente dato fuori di melone e passava i pomeriggi a masturbarsi furiosamente nella villa padronale in cima a Jerk Rayon. Fletcher l'aveva conosciuta a una festa molti anni prima, quando ancora era la responsabile della ditta Velour & Dimps. Lui era ripieno di psicofarmaci per calmare un attacco di libidine, Lei veleggiava con un vestitino attilato che ne ammorbidiva le curve spigolose, da centrafricana, ma non faceva nulla per impedire che ai convitati andasse di traverso il punch leggero o si rigurgitasse una tartina ingoiata di fresco. Quella donna era una bomba che camminava e Fletcher, attraverso le nebbie della sedazione, aveva deciso che erano i momenti giusti per approcciarla. Avevano parlato della nuova stagione e dei capi in via di allestimento, poi Lui, malgrado tutto, aveva tentato di toccarla sul sedere ma era rotolato a terra, sguaiatamente. Nessuno aveva riso e alcuni lo avevano aiutato a sollevarsi. "Non è niente!" Aveva urlato Lui "Non mi è successo assolutamente niente." Violet lo aveva guardato con condiscendenza e gli aveva dato un bacio sulla guancia. Allora s'era scatenato il putiferio: erano intervenute le guardie che avevano separato i due e l'ambasciatore aveva preso sottobraccio la figlia, allontanandola. Fletcher aveva fatto un pò la trottola cercando un punto di equilibrio poi aveva immerso il braccio nel punch, s'era ricomposto e aveva preso la via dell'uscita, dimenticandosi la giacca malgrado fosse novembre.Quindi c'era qualche ragione perchè Lui la ripensasse, anche adesso che aveva appena eiaculato il cazzo gli era tornato duro come alabastro, così aveva deciso per una doccia rapida prima di avviarsi verso Jerk Rayon. Stranamente non pensava alla fuga di sua moglie e del bambino, in quel momento era preda di un altro genere di tormento e doveva rilasciarlo tutto. Sopra il capo gli tintinnavano le manette e un lungo periodo di internamento ma se ne sbatteva i coglioni. I testicoli, al contrario, gli si gonfiavano e aveva impugnato di nuovo l'asta menandola dall'alto verso il basso ma stando ben attento a non venire. Alla fine era uscito dal bagno gocciolante e con una certa tranquillità, anche se il pensiero di Violet gli arrostiva il sangue. Aveva indossato qualcosa senza preoccuparsi di scegliere troppo, aveva imbucato le chiavi della macchina ed era uscito di corsa. Imbarcatosi sulla jetta aveva percorso a reticolo le strade senza mai pigiare troppo sull'acceleratore, per non farsi incasinare giusto in quel momento. Dopo un giro a vuoto di mezzora aveva finalmente trovato la stradina per Jerk Rayon e aveva preso i tornantini con una maggiore fretta. Nel frattempo di divorava le unghie e si aggiustava istericamente i capelli. Cosa lo stava aspettando? una pura session di di sexo rubato a qualche altro ospite? Una esclusiva scopata su tavolino? Non pensava per nulla alle conseguenze. Ormai aveva superato il timore delle squadre morali e le possibili alternative per ricondurre il desiderio a fattore produttivo. Voleva affogare in quel culo sporgente. Arrivato nel cortile della villa aveva suonato il riconoscitore e aveva atteso. qualcuno, dall'altra parte, gli aveva risposto con voce debolissima. La signorina non era in casa, era rientrata a Mombasa dal giorno precedente. Fanculo, ma la sua eccitazione non s'era attenuata. "Poteva forse lasciare una messaggio personale per quando la signorina fosse rientrata?". Con un tonfo morbido il cancello s'era aperto. e Lui era corso dentro. Sulla soglia aveva intravvisto una minuscola cameriera filippina e le era saltato addosso senza darle il tempo di gridare, così s'era rotolato per terra e dimenato come un pazzo tentando di strapparle i vestiti, le mani e le gambe gli andavano dappertutto: la crisi era al suo apice. Ma, sfortunatamente dietro di Lui anche qualcun altro s'era posto alla sua sommità, e impugnava un manganello non tanto diverso da quello che Fletcher aveva fra le gambe ma infinitamente più doloroso. Se ne accorse quando calò sulla sua testa e la guardia armata lo sostenne mentre perdeva i sensi e s'accasciava al suolo.