Fletcher

Fletcher VIII


 
Arrivarono verso il centro e a un cenno di Lei si diresse verso le porte automatiche. Anche Christine s'era alzata dal suo posto. Avevano tutti gli occhi fissi su di loro. Con grande naturalezza fu premuto il bottone della prenotazione fermata e scesero dopo che Fletcher aveva lanciato uno sguardo colmo di disprezzo al conducente. Erano lì quando ripartì l'autobus. "Perchè ci siamo fermati proprio qui?". "Non ti ricordi che ho un marito? Io abito da queste parti." "Che ci torni a fare da tuo marito? Mi hai detto che vuole separarsi." "Non ho altra casa." "Puoi avere la mia, mia moglie e mia figlia sono fuggite." La mattina tendeva al pomeriggio e un sapore metallico scendeva dal cielo con i miasmi dello smog e i residui di una notte violenta. "Che possiamo farci insieme?" Gettò lì Lei, malinconica. "Curarci la scimmia, discutere. Siamo abbastanza cresciuti per capire la natura del nostro problema." Lei rimase un pò incerta, con la massa dei dubbi all'altezza della gola che gli provocava una tosse nervosa. "Almeno vieni a bere qualcosa." Allora Lei lo accompagnò e camminarono per un bel pezzo prima di giungere alla villetta di Fletcher. Salirono le scale esterne e Lui armeggiò con le chiavi finchè comparve il suo nido, arredato con gusto dalla moglie: i divani, le stampe alle pareti, la televisione e la gabbia con due uccellini. "Poveretti" pensò, e subito corse a prendergli dell'acqua. Fatto questo ricominciarono a zompettare felici e a cinguettare mentre Lui apriva, per un attimo, le finestre e rinfrescava. Christine si sedette su una poltrona allungando le gambe e resistendo con difficoltà alla tentazione di truccarsi il viso. Fletcher si sedette sul pavimento, incrociando le gambe :"Questi cazzo di badge...si possono togliere?". "Non credo...o perlomeno, se li togli e poi risulti a un controllo biometrico penso che sei nei guai grossi." "Siamo tagliati fuori. Appestati". Lei sorrise e cercò automaticamente un pacchetto di sigarette che, ormai, le era proibito. "Tu esageri. Dobbiamo solo guarire e poi la cittadinanza piena ci sarà restituita. Basta solo un pò di buona volontà." Lui si grattò il sopracciglio e si alzò di scatto :"Non senti? qualcuno sta salendo le scale!". Era così. Passi concitati avanzavano e in un attimo fu bussato alla porta, energicamente :"Sezione controllo, aprite!". Fletcher non fece nemmeno in tempo a socchiudere l'entrata che venne sbattuto lontano di diversi metri, nello stesso istante che tre individui facevano irruzione agitando dei distintivi." "Va bene, mister Fletcher, lei si è comportato parecchio male su un mezzo pubblico della nostra comunità." Chi parlava era un pezzo d'uomo intagliato di fresco, sbarbato e rigido. "Che non succeda più. La sua terapia consiste anche nell'essere gradevole verso le persone che le stanno intorno e non abbandonarsi a comportamenti antisociali." Fletcher si rialzò a fatica mentre la donna rimaneva impassibile nella sua poltrona. "Sono all'inizio della cura, ne so ancora poco." E si alzò toccandosi la mascella. Il marcantonio sorrise :"Ecco: noi siamo qua per darle qualche indicazione d'insieme." "Questo badge, fino a quando dovrò tenerlo?". "Fino a quando il decorso clinico sarà completato. Non se lo tolga mai, mi raccomando, per nessuna ragione." Nell'appartamento penetrava la nebbia serale, la notte era lì lì per bussare. Fletcher non sapeva se chiedere gentilmente ai poliziotti di accostare la porta. "Potrò muovermi? Andare in giro?". "Potrà fare qualsiasi cosa, la sua vita non è cambiata, la sua testa forse lo è, leggermente. Ma sta a Lei riprogrammarla. E con questo ci salutiamo, ma, mi raccomando, sia gentile con chi la circonda. Lo è sempre stato. Perchè le cose dovrebbero cambiare? Si ricordi quello che era prima della crisi: una persona invidiata e rispettabile.La cortesia è un valore imprescindibile Mr. Fletcher". Detto questo le divise girarono sui tacchi e levarono le tende provvisorie. Christine si alzò, come di scatto, dalla poltrona e avvicinò l'uomo :"Visto? L'avevo detto, impensabile girare senza badge, appena ti controllano il documento devi rendere conto anche di quello." "Beh, Tu fra un pò ne sarai fuori, è a Me che spetta tutta la merda." Lei lo sogguardò malinconica dal sotto in su, poi gli diede un bacio sulla guancia. "Dimentica per stanotte le castrazioni, ti porto in un posto." E frullò la mano come se li attendesse Dio in persona con il cazzo in mano.