Fletcher

Fletcher XXVIII


Fletcher è stanco. Sembra che ogni critica indiretta sia rivolta a Lui. Vede la sua Colpa ingigantirsi sullo sfondo di un muro con la gigantografia di Percace. Dopo la botta di eccitazione degli eventi improvvisi il suo corpo lo abbandona e Lui si rilascia sulla sedia come un pupazzo svuotato della segatura. Per la prima volta si rende conto che la sua è una Battaglia persa. è stremato, nervoso e irritato..."Perchè non Le facciamo battere?". Fissa con decisione Peter con malevolenza e cattiveria, strizzando i grandi occhi spalancati. Peter ricambia il suo sguardo con noncuranza :"Ti perdono solo perchè sei malato." "Dico sul serio. La Giovane e la Matura...immaginale bene...con il vestito giusto, ben strizzate e sui tacchi alti....da quanto tempo non c'è più prostituzione in questa metropoli? Vent'anni? Trenta? Immagina costruirle un seguito...un pò clandestino, un pò no....Ci ricaviamo dei bei testoni...." Peter ride, prima soffusamente poi alzando il tono della voce. è qualcosa che stona con la sua serietà abituale. Non è lontano da Fletcher, gli sta a mezzo metro. "Continua. è da tempo che non me la rido di gusto." "No, lasciamo perdere, non fare caso a quello che dico e...." Il cazzotto di Peter piglia Fletcher alla tempia e lo fa rimbalzare com fosse un punching-ball. Istintivamente si prende la testa fra le mani prima di scivolare al suolo. Christine corre e gli si inginocchia a fianco ma questa volta senza patemi. è come se nell'intimo del proprio cuore ognuno degli astanti aspettasse e auspicasse una bella lezione per Fletcher. "Cristo, mi ha annebbiato la vista." Peter si sdraia tranquillamente sul divanetto mentre Rihanna lo riprende senza convinzione "Non dovevi. è sotto pressione da parecchio. Non è bello essere un bersaglio mobile per le fisime di uno psichiatra." "Davvero anche Tu lo pensi? Percace ha fatto tanto per Noi." "Ma non ha fatto niente per Lui." Peter si scuote leggermente e biascica in tono colpevole "Sì, Lui ci ha ospitati e ha un sacco di problemi. Ho fatto male a colpirlo. Per un certo verso gli devo essere riconoscente, anche se per Noi forse è ora di andare. Come potrà sopportarci dopo questo che è successo?". Quasi in risposta Fletcher agita una mano come a dire che tutto va bene e che la situazione è comprensibile: si è tolto la mano dalla fronte e con quella stringe la destra di Christine :"Hai fatto bene. Quando si esagera si esagera. Non ho il diritto di insultarvi anche se siete miei ospiti. La mia è stata solo sporca provocazione. Esasperazione." "Abbiamo sbagliato entrambi. Ma ciò non toglie che il problema rimane...Fletcher, Tu hai bisogno di tranquillità per rimetterti. Rihanna non Te la offre. Lei ha bisogno di tornare in Clinica." "Non vorrai rinchiuderla di nuovo in quella Trappola? Perchè Ti vergogni di Lei? Io non mi vergogno di Christine." "Non Te ne vergogni perchè vuoi averla, così come vuoi avere Rihanna. Non fraintendermi se Te lo dico, ma sei ancora un animale. Io non posso concedermi di esibirla in tutte le sue grazie sessuali. Quello è il passato." "Sì. forse il mio è solo egoismo e puro desiderio erotico, come si diceva una volta." Peter giocherella con un posacenere e intanto lascia passare davanti agli occhi tutta la bellezza di Rihanna: le sue cosce tornite, il suo busto generoso, i suoi occhi da dannazione eterna. Sì, deve proprio levarsi da quella casa, che sta avendo un effetto pernicioso su tutta la sua persona, spingendolo alla violenza e a una certa forma di lussuria. "Smammiamo. Rihanna prendi le tue cose e voliamo da Percace. Forse anch'Io avrò bisogno di una revisione." Fletcher è abbattuto e non può reagire. Quei Ragazzi gli sono entrati nell'appartamento per poco ma lo hanno segnato e non può negare di avere avuto delle mire sessuali su Rihanna. Vorrebbe fare ancora qualcosa ma è troppo confuso per poter avanzare qualsivoglia proposta. In poco tempo i Ragazzi mettono insieme le loro cose e si accingono a uscire :"é ancora valida l'ospitalità? Almeno per Me?". Butta lì Peter sulla soglia. "Dopo avere trasportato Lei Io forse dovrò tornare e non ho ancora un posto dove posare la testa." Fletcher fa un cenno affermativo col capo. è ancora seduto per terra, con Christine al fianco. "Puoi tornare quando vuoi, e anche Lei. Tanto non credo alle proprietà taumaturgiche del Dottor Percace, e Lo sai bene." Rihanna si avvicina a Fletcher e nel mentre che gli affida un casto bacio sulla guancia, gli affida all'orecchio queste parole :"Sono tutte cazzate." Lui sorride con mezzo labbro e fa un cenno anche a Peter. In pochi minuti i due sono spariti dalla vista e la porta è chiusa. Christine si rialza e passeggia per l'appartamento. Le tracce della fresca presenza dei due sono ancora sulla tavola. "Credi davvero che tornerà?". Sussurra Fletcher. "Perchè non dovrebbe? Tu sei un incantatore e Lui non ha un tetto sulla testa, penso che sia legato a Te molto più che quel cazzotto abbia lasciato trapelare." "Forse è proprio quello il suo modo di mostrare affetto." Ride Fletcher, massaggiandosi la tempia. Christine lo guarda con una certa tenerezza, appoggiandosi alla finestra. si chiede cosa lo attiri veramente in quel maschio sgangherato e sessuomane, in quegli occhi malcerti e profondi, in quella figura che mescola stropicciati vestiti di classe e una bocca da fornaio. Non lo sa, non se lo riesce a spiegare....Eppure non potrebbe mai prendere e andarsene, sente la sua Vita intrecciata quella dell'uomo, forzata a condursi là dove Fletcher avrebbe posato le sue goffe zampe. "Tu che conosci Percace meglio di Me...pensi davvero che Rihanna possa essere disinnescata ulteriormente?". La voce di Fletcher è atonale e a salivazione azzerata, l'allusione alla ragazza infastidisce comunque Christine. "La ragazza è arrivata al limite, più di così non può prosciugarsi, Peter è un idiota. Pensa di nascondere le sue deficienze affettive scaricando tutto sulla sua ragazza e affidandosi a Percace. un comportamento ridicolo." Lui annuisce facendo andare su e giù il mento. "Non che mi interessi ma stanno facendo di tutto per desessualizzare quella ragazza." "Forse, in realtà, Ti interessa." "No. è Percace che mi strapazza il cervello. Mi sta facendo il deserto intorno, è un giorno riprenderà anche Te." "No, quell'uomo ha smesso di esercitarsi con Me. Io voglio passare la mia vita con Te. Chiamalo un amore." Fletcher si morsica un labbro; non teme che gli insorgano le lacrime ma un grande magone lo piglia tutto e lo sbatte a destra e a sinistra, come il pugno di Peter. "Abbracciami." Lei si sposta dalla finestra e si avvicina a Lui a piccoli passi e s'inchina, poi Lo abbraccia posandogli una guancia contro la sua gota e rimangono così, per minuti che sembrano ore.