Fletcher

Fletcher XLI


 
Sopra di Lei stavano due uomini in giacconi pesanti, troppo massicci per essere dei semplici escursionisti e molto seri per essere degli abitanti del luogo. Christine sbatté le palpebre e continuò a sorridere. Non ne sapeva nemmeno Lei la ragione, ma il fatto di avere delle persone intorno anche se estranee, la rassicurava rispetto al silenzio opprimente e alla desolazione verde che aveva sperimentato durante quel lungo viaggio. Si levò sui gomiti e si lisciò la gonna che nel frattempo si era sollevata, poi mise a fuoco le due persone che la stavano fissando con uno slavato interesse. Erano alti alla stessa maniera, con i capelli rapati a zero, dei grossi bomber e stivali da montagna color viola acido. I pantaloni erano in fustagno e creavano un ipnotico contrasto con il nero dei giubbotti. "Scusi, signora" Fece uno dei due gemelli, quello che aveva una peluria appena accennata sopra il labbro vermiglio. Si presentò come il tenente Ramelli e introdusse il suo compagno come il sergente Quaid. "Eravamo dietro di Lei, a cento metri, e l'abbiamo vista sbandare più volte su queste stradine impervie. Sa com'è, ci siamo preoccupati, e anche se non dovevamo abbiamo deciso di accostarci. Pensavamo dovesse stare male." Christine si passò una mano sulla fronte e la trovò madida di sudore. Si accorse che anche le parole le uscivano più lente. "Non capisco, prima mi sentivo discretamente, poi, a un certo punto, ho cominciato a smarrirmi, penso mi sia venuto un attacco di panico. qualche volta mi succede. Ma, mi stavate seguendo, vero?". L'altro gemello, quello completamente glabro, gli sorrise amichevolmente e confermò il suo sospetto. "Sa com'è, non ha fatto nulla per nascondersi. E noi dobbiamo arrivare a Fletcher." Christine si fece aria con la mano, sconsolatamente :"Sì, avete ragione. Non ho fatto niente per celare il mio passaggio e ho comunque sospettato che voi divise foste sulle mie tracce in qualche maniera. Non ho neanche riflettuto che mi potevate seguire nella più classica delle maniere. Guardavo nello specchietto e non vedevo nulla. Solo il vuoto totale." Suggestioni" Le mormorò Ramelli. "Io sono nato 30 chilometri più a valle e so cosa vuol dire salire in questi posti". "Lo so anch'Io" Lo interruppe Christine "Venivo in vacanza da queste parti quando ero bambina". "Davvero?" Il graduato le sorrise amichevolmente, aveva un modo affettuoso di interrogare, quasi non ti accorgevi di essere sotto la sua lente di ingrandimento "Allora suo padre doveva essere un pò sadico. Non si porta una bimba in luoghi simili: sono fatti apposta per lasciare appiccicati brutti ricordi e strane sensazioni. Sono foreste vagamente malefiche." "Vuole spaventarmi, tenente?". "No ma c'è una leggenda su un gruppo di briganti che avevano la loro base proprio qui. Ebbene piuttosto che farsi catturare si buttarono tutti e 16 in una delle forre che si apre vicino ai fianchi del costone meridionale. Ancora adesso è chiamato il Pozzo dei Sedici." E detto questo si inginocchiò su una gamba e offrì a Christine una caramella. Lei la prese e la scartò. "C'è forse un riferimento a quello che potrebbe succedere a Fletcher? Forse a voi fa più comodo da morto che da vivo." Ramelli e Quaid scoppiarono in una risata simultanea e nervosa. Il tenente si rialzò diritto :"Con tutto il rispetto, non siamo in un film di spionaggio. Il suo Fletcher è un soggetto disturbato che dobbiamo riportare sulla retta via. Ha sequestrato una persona se non se ne fosse accorta. è un brutto reato". "Mi stavo dirigendo verso di Lui per convincerlo a consegnarsi. So benissimo anche senza le vostre parole che la sua è una battaglia persa." Ramelli le porse il braccio per farla rialzare :"Benissimo. allora siamo già in tre a pensarla alla stessa maniera."