Fletcher

Fletcher XLIX


 
Il tizio si fece da parte e lanciò un cenno, invitando a entrare tutti e Tre. Non era asciutto come suo fratello Stefano, anzi tendeva al sovrappeso ed era lievemente più incassato e piccolo, portava un paio di occhiali da sole davvero bizzarri per l'ora, e nella dentatura gli mancava un incisivo, ma nel complesso Fletcher lo aveva a buona ragione scambiato per il fratello. Passandogli a fianco percepì un forte lezzo di sudore e cipolle da hamburger nonché qualcosa che assomigliava all'aroma del whisky scadente. Facendo finta di niente passò dall'ingresso al soggiorno, dove una televisione 15 pollici mandava senza volume le immagini apparentemente accelerate di un Reality in voga a quel periodo "Animal Farm". Da alcune casse appese alle pareti fuoriusciva musica jazz mescolata a intermezzi ambient, qualcosa di veramente strano: per quanto ne sapeva l'Uomo poteva anche essere un Miles Davis remixato. Su una poltrona era distesa una ragazza con indosso una tuta grigia a inserti giallo canarino e i piedi nudi appoggiati a uno sgabello. Stava sorseggiando qualcosa di scuro da un bicchiere enorme e accennò appena a girarsi per poi tornare a fissare le immagini incongrue che lampeggiavano dal tubo catodico. "Ah, Lei è Minnie, una mia carissima amica...saluta gli ospiti, tesoro...." Minnie sollevò in alto il bicchiere e grugnì delle parole che nessuno del gruppetto comprese. Doveva comunque trattarsi di un saluto. Grassi si avvicinò al centro della sala come un predicatore in attesa di ammansire il suo gregge, poi cominciò a fare una tirata sulla bellezza di certi spettacoli televisivi quando venivano lasciati in sottofondo ad altre attività, insieme a musica sparata a palla, qualche cicchetto, un po' di fumo, chiacchiere, e del sesso clandestino. Fletcher, Christine e Peter spalancarono gli occhi di fronte a una tale dichiarazione di intenti ma non risposero nulla, si limitarono a stare in piedi e a ciondolare vagamente assonnati. Come sovvenendosi all'improvviso di avere degli ospiti, Henry interruppe le sue elucubrazioni pressoché immediatamente, si tolse gli occhiali scuri e strizzò l'occhio a Christine :"Lascia perdere Me e le mie stronzate, dolcezza. qual buon vento vi porta alla mia diroccata magione?". Christine si rinfrancò immediatamente e fece la sua migliore interpretazione della gatta morta tentando di mettere in fila le parole giuste per non spaventare troppo quell'individuo :"Quisquilie, Henry, dovresti tenerci alla baia per una settimana, fintanto che Noi recuperiamo documenti falsi e possiamo ambientarci qui, nella Suburra." "Certo" Rispose Lui pensieroso "Come fosse facile. Ogni tot di giorni ricevo gradevoli visite da parte delle Divise, che mi mettono sottosopra la Casa e perquisiscono ogni buco. Sono nella loro Banca Dati, puoi immaginarlo. Ma qual'è la vera ragione di questa improvvisata? Fuoco al culo?". "Permettimi di non entrare nei dettagli, Henry. Ai miei amici non piace diffondere notizie sulle loro Storie. Tu sai solo che mi devi un favore, e se non puoi offrirci Tu un tetto solido, Di certo saprai di qualcuno che lo può fare al tuo posto." Grassi sorrise lentamente, poi rubò il bicchiere a Minnie e calò un'abbondante sorsata. "Può darsi che conosca il Tizio che fa per voi, ma anche la sua posizione non è delle migliori." "Adesso basta, stella, non tirarla in lungo...Sei dentro a Tutto in questa zona, ti ho conosciuto per parecchio tempo. Se vuoi affidarci a qualcuno, allora sicuramente lo puoi fare. Noi non siamo dei bocconi difficili. Possiamo restare al coperto anche in una cantina, nel frattempo che sistemiamo le cose." "Mhh...Mi hai letto nel pensiero Chris, Avevo in mente proprio qualcosa del genere". Minnie sogghignò dalla sua postazione "Mica starai pensando a Mary, vero?". "E perché No? Nelle situazioni estreme Lei è un pacco affidabile e accetta posta da tutto il Mondo senza fare domande. Con la pressione delle Divise anche la mia zona franca si sta restringendo" Continuò, rivolgendosi a Fletcher dopo essersi di nuovo abbassato le lenti a specchio sulle palpebre "Io magari sono un tantino bruciato ma so ancora avere le dritte giuste per altre realtà favorevoli." Fletcher sospirò sentendosi chiamato in causa e si levò una curiosità indicando con il dita la canna mezza fumata nel portacenere e la bottiglia senza etichetta ben piazzata sul tavolino :"Spiegami...Se sei tanto sotto carica dai poliziotti come mai puoi ancora permetterti festicciole strane a base di superalcolici e hashish, e....addirittura SESSO?". Henry Grassi si tirò su le mutande rosso-verdi, poi si toccò impercettibilmente il pacco e aggiustò la voce :"Molto semplice, amico mio...quando torna comodo Io faccio il doppio e triplo gioco. Se qualcosa non gira nel verso da Me auspicato e se qualcuno non sta alle mie condizioni, informo i piedipiatti, che mi liberano di presenze ingombranti e potenzialmente foriere di brutte conseguenze. Diciamo che Io e Certe Divise lavoriamo a stretto contatto di gomito".