Fletcher

Fletcher LV


 
Salirono con passo cadenzato e ipnotico lungo le scale lavate di fresco, malgrado la vernice si scrostasse dalle pareti, e dalle porte semiaperte che attraversavano sui pianerottoli fuoriuscisse un odore pungente di zuppa di cavoli e minestrone. "Sono tutti vegetariani qui dentro". Sussurrò Henry Grassi facendo il gesto di tapparsi il naso. Fletcher, al contrario, inalò a pieni polmoni e si ricordò di sua madre, che gli preparava sempre manicaretti di quella sorta. Gli parve di essere buttato indietro, attraverso il tempo, e di ritrovarsi in famiglia, a sentire la voce alta del padre e le barzellette dei fratello. Tutto in quell'edificio sapeva di vecchio nel senso più entusiasmante del termine: grida che si inseguivano, bambini che passavano scriteriatamente aldilà dei parapetti, casini assortiti e vibrazioni incantevoli. "Mi piace questo posto". Fece, guardando Christine. "Perché ci sei vissuto" Gli rispose Lei dolcemente. "Io sapessi in che posto sono venuta su...lezioni di pianoforte, silenzio assoluto perché mio padre (procuratore) non riusciva a concentrarsi se circondato anche dal più esile rumore. Figlia unica, inoltre. Nessuno con cui chiacchierare o giocare. Insomma un martirio, e Ti invidio." Fletcher sorrise e prese sottobraccio sia La donna che Peter e in tre salirono brillanti ed euforici facendo a due a due i gradoni. Nel frattempo ridevano e si davano di gomito, come una compagnia di avanspettacolo al suo esordio. Anche Grassi non potè fare a meno di sorridere, ma pensò che facevano meglio a spassarsela adesso perché Li attendevano alcune stanzette spettrali e nude e qualche settimana di ritiro spirituale, prima di potere anche solo pensare a una nuova vita e a un passaggio verso un nuovo mondo. "L'ascensore qui è guasto da qualche centinaio d'anni, se non ve ne foste accorti, ed Edward sta all'ultimo piano, quindi bisogna ascendere ancora ma non durerà a lungo. L'importante è non pensare a quanto tragitto si è fatto." "Incoraggiante" smozzicò le parole Fletcher mentre trascinava Christine tenendosi al passamano. Peter sospirò ed ebbe un attimo di sbandamento :"Io non so, cazzo. Ma a volte mi viene da pensare cosa starà combinando Rihanna fra le grinfie di Percace...il modo in cui la influenza...le suggestioni che gli sta ficcando in testa. Mi viene voglia di procurarmi un UZI e di correre alla Clinica, e lì saldare i conti con tutti!". Henry Grassi lo fissò dall'alto sconsolato :"Sarebbe proprio una bella impresa. Ti procureresti un biglietto per il Paradiso senza avere combinato un cazzo per la sua salute. MI pare comunque di capire che non avrai intenzione di prendere quella nave come i tuoi attuali compagni di sventura." "Oh no" rispose il ragazzo "Io voglio solo rifarmi un'identità. Ma non fuggirò verso altre situazioni per rifarmi una vita. IL mio unico Amore è ancora in queste zone, e troverò il modo per liberarlo e ricongiungermi a Lei." Fletcher, col fiatone, lasciò partire un applauso non ironico e gli battè sulla spalla. "Fai bene, ma non riesco a capire come riuscirai a penetrare dentro quella fortezza e a liberare la tua principessa." "Semplice" Sospirò Peter aggrottando la fronte "Mi farò ricoverare con un'altra identità in una Clinica diversa da quella di Percace ma affiliata. A quel punto avrò la possibilità di muovermi fra le diverse Case di Cura. Migliorerò. Diventerò un infermiere interno e troverò il modo di sbattermi per tutti i Ricoveri dello Stato, finché non ripescherò il Dottore. E allora per Lui sarà troppo tardi." "Gli vuoi saldare il conto?". "Mi sembra il minimo dopo tutto quello che mi ha fatto e come si è accanito su Rihanna". Tutti si fermarono al sesto piano e si ammutolirono.Henry Grassi si grattò il mento pensieroso e accennò con il dito al ragazzo :"Davvero lo ammazzaresti?. Questo è un passo importante e indietro non si torna". Peter digrignò i denti e mulinò i pugni :"Non potete nemmeno immaginare quanto odio sono riuscito a cumulare in questo periodo. Prima sono stato sbattuto in una Clinica per avere scopato la mia ragazza, poi sono stato umiliato in tutti i modi, sedato, sconvolto, e ora devo assistere allo spettacolo dei Dottore che tenta di plagiare Rihanna. è davvero troppo." Fletcher era immobile e pareva riflettere ad occhi chiusi. Poi li spalancò di nuovo e guardò il vuoto dentro la tromba delle scale :"Sai, Peter....mi sono affezionato a Te dopo quello che abbiamo passato in montagna. Non so se riuscirei a lasciarti andare, a farti ammazzare, insomma." Christine aveva smesso la gioia e ora osservava i tre uomini beccarsi con avidità l'uno con l'altro. Pensava una battuta con cui rompere quella tensione e l'atmosfera di morte che era improvvisamente calata sul quartetto ma nulla le affiorava alla mente. Così rimasero, senza parlare, per almeno due minuti, dopodiché Henry Grassi, quasi rassegnato, fece un cenno comprensivo con la mano e Li raccolse tutti, invitandoli a continuare la scalata gonfiandosi le guance. "Per certe scelte c'è ancora tempo. Non vendiamo le pelli dell'orso. Quello che tutti e tre dovete fare adesso, è cambiare connotati e anima, farvi una vita diversa. Poi, per non dimenticare e vendicarsi c'è sempre tempo, a meno che, con il tempo, il Signore non voglia guarire certe piaghe interiori." Peter perse definitivamente le staffe :"Mi stai consigliando di dimenticarmi? Di farmi qualche zoccola clandestina e buttare alle ortiche quello che ho costruito in quattro anni con Lei? Mai, cazzo, Io...." E si arrestò di botto. Qualcuno, sopra di Loro, aveva spalancato una porta. Si era sporto dal parapetto e Li stava osservando con avida curiosità.