Fletcher

Fletcher LXV


La trovò in una delle stanze che davano sul retro del palazzo: una zona dalla terra bruciacchiata e con diverse carcasse di automobili e motociclette lasciate alla ruggine e al disfacimento. Sul divano, a 6 metri da Lei stava addormentato Peter, evidentemente ancora scosso dalla pesante nottata in bianco e dalle forti emozioni passate. Fletcher ebbe un moto di indisponenza a vedere il ragazzo. Non poteva dimenticare che poche ore prima aveva cercato di violentare Christine in preda a un forte accesso di libidine. Eppure, a guardarlo così, sembrava tutto fuorché pericoloso: Assomigliava a un bambino addormentato sopra il sancta sanctorum dei suoi giocattoli, con un'espressione pacifica e tranquilla, come chi ha atteso proprio le luci dell'alba per scacciare tutti gli incubi dalla sua testa pesante. Fletcher si avvicinò a Christine e la riscosse dal torpore in cui era immersa, poi, accennando con la fronte a Peter sussurrò :"Voglio che il nostro bambino dorma nella stessa maniera quando sarà in pace con sé stesso." Christine si riscosse in un attimo e spalancò gli occhi. Sapeva benissimo, come Tutti, che la nascita di un figlio in quella loro Società era soggetta a limitazioni e gabbole di ogni tipo. L'intenzione di avere un bambino doveva essere resa noto almeno due anni prima del Fatto alle Autorità competenti, le quali vagliavano l'intero patrimonio genetico dei Candidati, e poi, dopo lunghe interviste e indagini, davano il loro parere più sovente negativo alla questione. In una Terra già sovrappopolata dai Gruppi etnici minori generare era diventata una questione delicatissima e dannatamente complicato. Avere figli al di fuori dei canali ufficiali era un reato gravissimo, punibile con otto anni di carcere duro. Per questo Christine fissò attentamente e a lungo Fletcher, arrivando al punto di domandarsi se fosse totalmente in Sé oppure se il cazzotto ricevuto da Sereni stesse procedendo avanti con i suoi strascichi. Ma l'Uomo era già oltre e la stava carezzando sul collo in modo tortuoso e delicato, le apriva la camicetta e metteva alla luce i suoi seni pesanti e bianchissimi, poi la baciava lungamente sulla bocca e su tutto il viso, poi Lui cominciava a spogliarsi malgrado Peter addormentato sul divano, poi anche Lei si denudò e cominciarono a rotolare insieme sul pavimento........Henry Grassi arrivò qualche ora dopo per controllare come la Situazione stava evolvendo e trovò suo fratello e Gladys incazzati in una stanza mentre Christine e Fletcher raggiavano in un'altra parte davanti a una tazza di the e Peter in coma su un divano. Edward Sereni era uscito per un lavoretto di programmazione computer ma prima aveva fatto in tempo a contattare Grassi, lamentandosi del comportamento di Peter e Fletcher e dell'irruzione inopinata di suo fratello. Henry aveva risposto che avrebbe messo le cose a posto e chiesto conto a tutti, mettendoli di fronte alle loro responsabilità. Inizialmente aveva incrociato sul corridoio suo fratello in mutande e lacrime, ma sapeva che era un sentimentale e non se ne preoccupò più di tanto. Quindi prese a girare i locali della vasta abitazione per far saltare fuori i tre ospiti. E li trovò, assolutamente quieti, nella stanza grande. L'Uomo e Christine intenti a sorbire il the mentre si tenevano la mano, Peter steso sul divano in pieno sonno e con una vecchia giacca a drappeggiargli i fianchi. Henry storse il naso nel vedere i due fidanzatini eterni e promessi impegnati a incrociarsi le dita come due adolescenti in fuga. Non poteva certo immaginare quello che era appena avvenuto alcune ore prima e gli sguardi che si scambiavano Fletcher e Christine erano quanto di più melenso e untuoso la sua mente contrabbandiera poteva immaginare. "Che è successo stanotte?" Cominciò a indagare. L'Uomo era ancora perso nelle sue visioni quando prese a rispondere senza fretta :"Peter ha tentato di violentare Christine e Io sono intervenuto dandogli una lezione. Poi è scoppiato un pandemonio: Io ho preso il crotalo dalla teca e l'ho sbattuto in mezzo a tutti. Così Ed mi ha legnato con un montante perfetto. Ecco il succo di tutta la storia. "E la sbatti giù così? Siete arrivati da appena un giorno e già combinate di questi casini. Mi vedrò costretto a spostarvi da un'altra parte o a rinunciare alla vostra tutela." "Oh, non c'importa" Intervenne Christine "Dacci un'automobile e togliamo il disturbo. In un modo o nell'altro ce la caveremo. Lo abbiamo sempre fatto. Alla fine supereremo il Confine o ci imbarcheremo da clandestini su una nave diretta a Ovest." Henry Grassi strabuzzò gli occhi :"Dovete essere impazziti! Le vostre foto sono in ogni commissariato. Siete accusati di crimini conto la Morale, E Percace in persona vi sta addosso. Dove contate di arrivare?" "Finora siamo stati, tutto sommato, fortunati nelle disavventure, quindi ci affidiamo alla nostra buona stella e tiriamo avanti. Se ci caccerai da questo posto troveremo qualche baracca dove rifugiarci. Se poi ci beccheranno non avranno comunque ragione di Noi. Possono separarci ma non spezzarci, e alla fine, fosse anche fra due secoli, Noi ci troveremo ancora. Siamo immortali." Grassi diede una nuova occhiata a Christine: pareva come trasfigurata e della vecchia, amabile ragazzona indecisa e romantica, non aveva proprio nulla. Qualcosa, rifletté, doveva essere successo in quelle ore della mattinata per cambiarli così tanto, ma preferì non pensarci. "Va bene" Si arrese di fronte a quel muro compatto "Seppelliamo tutta la faccenda. Se ancora vi va domani prendete a lavorare al mercato del pesce. Questi sono i vostri nuovi documenti". E porse due tessere alla coppia. Questi le guardarono distrattamente e poi tornarono a fissarsi fin quasi a sfregiarsi le pupille. Henry Grassi girò la schiena sospirando :"Decisamente, dovete essere impazziti." Sorrise.