Fletcher

Fletcher LXXX


"Che Ti piglia?" Gli fece Peter "Insonnia molesta? E quella racchetta?" Christine era ancora più spaventata vedendo l'Uomo in quelle condizioni, esausto e stravolto. Non sapeva come comportarsi e finì soltanto con l'accosciarsi al suo fianco. "Non è nulla" Biascicò Fletcher lentamente "Ho fatto dei brutti incubi e ho cominciato a girare per la stanza con la netta sensazione che qualcuno salisse le scale per farci la pelle. Poi, alla fine, verso l'alba sono semplicemente crollato". Christine strabuzzava gli occhi e respirava profondamente "Ma non Ti è mai successa una cosa del genere. Com'è possibile che nel posto dove siamo finalmente al sicuro Tu ti sia fatto prendere da questo terrore incontrollato, e forse dal sonnambulismo?" Lui cercò di allontanare i molesti pensieri con il gesto di una mano nell'aria "Succede che nei posti dove ci si trova finalmente con le spalle coperte i sonni siano agitati. Fuoriesce tutta la tensione repressa nei giorni precedenti." Christine si rialzò "Forse dovrei parlarne con mio zio. Lui di queste cose dovrebbe intendersene." A quelle parole Fletcher scattò come una furia :"No! Non gli dirai proprio nulla. Farò Io una chiacchierata personale con il Dottore, e non voglio crocerossine intorno." Christine fece una smorfia eloquente e Peter si stiracchiò come un gatto :"Personalmente ho dormito benissimo. forse perché c'era qualcuno che vegliava su di Me." Fletcher finalmente abbandonò la racchetta e la gettò in un angolo. Era sconvolto per il sonno abortito e per quello che aveva visto. Si levò tutto anchilosato e andò nel piccolo bagno annesso a lavarsi la faccia e cercare di riprendersi almeno in parte. Poi si fissò nello specchio e rivide quel volto sotto al cappello di paglia. Un'immagine che si confondeva con la sua e spesso la sormontava: al punto che non sapeva più se stava guardando sé stesso o la donna misteriosa. Uscì barcollando e tornò nel sottotetto dove gli altri due si stavano già vestendo. Si buttò addosso i suoi soliti stracci e cominciò a scendere le scale precedendo Christine e Peter. Erano le sei e mezza del mattino e Lui, pur non sapendone il motivo, era sicuro che il Dottor Van Huijten lo stava attendendo a piè fermo nella piccola canonica al termine della rozza e ripida scala a chiocciola. Così era, infatti, e la prima cosa che l'Uomo vide fu la faccia vissuta ma infantile del Medico farglisi incontro e salutarlo amabilmente. Alle sue spalle Fletcher vide alcuni tavolini ingombri di ogni ben di Dio per la colazione e si sorprese di non avere sentito nessun rumore dall'alto mentre in basso allestivano quell'incredibile sarabanda di leccornie. "è incredibile. Come accidenti avete fatto a preparare questa colazione. Io di sopra non ho sentito nulla. E sono stato sveglio fino alle prime luci dell'alba!" "Si nota, Fletcher. Ha una faccia sbattuta e tragicomica. Assomiglia a un fumetto di Duffy Duck. Per quanto riguarda la colazione, beh, Kate ha il dono della Lievezza e del Silenzio. Ha sempre sorpreso anche me per l'impercettibilità con cui si muove attraverso lo spazio. è qualcosa di assolutamente sorprendente. Poi Lei è la massaia perfetta, è merito suo se vede imbandito tutto ciò per Voi. è Lei che dovete ringraziare." "Lo farei volentieri ma non si vede da nessuna parte" Chiosò Fletcher un po' irritato e guardandosi intorno. "Ah, quella donna è tanto modesta e timida e...." Ha mai pensato di sposarla, dottore? Oppure, c'è una specie di relazione fra di Voi? Non se ne abbia a male per questa domanda. Vede, Io sono un po' scettico e ficcanaso di natura. E devo ammettere che appena Vi ho visto insieme ho subito pensato: ecco una coppietta ben assortita." Van Huijten rise forte, con un timbro inatteso alle orecchie delicate del suo interlocutore. Poi prese sottobraccio l'Uomo e lo condusse verso una porticina serrata dalla quale si passava direttamente sui prati della canonica, non più bagnati ritmicamente dall'impianto refrigerante. A quella vista Fletcher si rammentò degli eventi della notte appena trascorsa ed ebbe un brivido lungo la schiena, malgrado un'inattesa calura già si facesse sentire. Mentre passeggiavano senza dire nulla fu più volte sul punto di affrontare l'argomento della misteriosa apparizione ma ne venne scoraggiato dalla paciosa e semplice attitudine del Dottore, il quale pareva essere nel suo elemento nel gironzolare con un amico sottobraccio, senza una meta ben definita e senza chiacchiere inutili. Fu però nello scoprire che evitavano accuratamente la zona battuta dalla donna con il cappello di paglia che all'uomo sorse la curiosità di porre in atto un piccolo esperimento: con grande soavità e apparente noncuranza deviò la direzione della loro passeggiata per portarla verso sud, da dove era apparso quello strano spettro in carne ed ossa. Momentaneamente sovrappensiero il vecchio non si accorse dell'abile manovra del suo accompagnatore fino a quando non ebbero lasciato i prati e si furono inoltrati in un boschetto di larici sparuti ma solidi che dominavano da una piccola altura tutto il complesso della Clinica e della Chiesetta. Avanzarono laboriosamente in leggera pendenza fino a quando Van Huijten si riebbe e lanciò un'occhiata in tralice a Fletcher. Questi sorrise come meglio non avrebbe potuto fare e mormorò malizioso :"Sbaglio o ci siamo allontanati di qualche centinaio di metri dal sentiero maestro?" "Già." Fece improvvisamente agitato il Medico "Meglio che torniamo indietro." Perché, Dottore? forse, per qualche ragione, si è spaventato?"