Fletcher

Fletcher XCV


L'uomo tornò nella direzione dei suoi compagni di fuga ignorando Stephanie platealmente. "Andiamo all'ospedale di contea. Voglio parlare con tuo zio, Christine." "é assurdo. Non ti lasceranno mai entrare. Mi sembra che durante tutti questi eventi ti sia dimenticato di essere un fuoricasta. E poi mio zio deve essere ancora in stato di shock, anche se volesse non potrebbe dirti nulla." "Perché non ti vuoi ficcare in testa che la vera battaglia è tra Percace e suo padre? Ciò che mi ha raccontato il dottore sono una montagna di balle. Van Huijten stava lavorando su quelle persone per renderle capaci di resistere alle suggestioni dello psichiatra, il prototipo di un nuovo individuo. L'induzione ipnotica era una copertura, o perlomeno era quello che si voleva passare a Percace, sino a quando lui se n'è accorto." Peter si grattò la fronte: "E come spieghi la ribellione dei seguaci di Van Huijten?" "Questo è ciò che vogliono farci passare come verità. Tobias Vandenabbe e Samuel Gregorson hanno condotto le trattative: persone intelligenti, molto dotate intellettualmente e non i primi sprovveduti che passano per la strada. Io sospetto che qualcuno abbia mutato le loro cure e il dosaggio dei farmaci a cui erano sottoposti, e che la cosa li abbia fatti flippare." "Un sabotaggio in piena regola." "Esatto. Hanno perso improvvisamente fiducia nella loro guida e si sono convinti che questi li stesse trascinando sul terreno della follia e dell'autentico controllo ipnotico. Perciò hanno reagito violentemente sequestrando il vecchio, ma sono certo che non era loro intenzione fargli del male o nuocergli. Era un confuso e disperato tentativo di riavere il loro maestro che, sbagliando, credevano di avere perduto." Nel dipanarsi della conversazione Fletcher, Christine e Peter erano giunti ad allontanarsi parecchio dalla postazione di Stephanie. Nessuno di loro (Nemmeno suo fratello) era convinto della sua buona fede e la consideravano quanto di più simile a una spia. "Insomma" Intervenne Christine "Tobias Vandenabbe e i suoi compagni sarebbero stati dei cervelli d'eccellenza che mio zio stava coltivando per contrastare l'invadenza e lo strapotere di Percace." "Centrato in pieno!" Urlò Fletcher per poi tornare ad abbassare il tono di voce: "Per questo credo che nei sotteranei della chiesetta ci sia abbondanza di materiale e molte di quelle cose che avvalorebbero il mio punto di vista. Ma il posto è circondato e ben presto sarà depredato di tutte le cose che abbiamo visto." "L'arazzo, per esempio." Interloquì Peter. "Certo. La più potente manifestazione di un disagio che mi sia mai capitato di vedere in tutta la mia vita." "Forse preveggente." "Sicuro. Non ti capita mai la sensazione che Percace possa essere..." furono interrotti rudemente da Stephanie che abbracciò suo fratello e prese a parlargli nell'orecchio escludendo visibilmente le altre due presenze. Passarono pochi minuti e Peter allontanò la sorella con un moto di repulsione sul viso: "Non venderò i miei amici e se mi capiterà di riavere Rihanna sarà unicamente per merito mio. Grazie, ma non ho bisogno di scorciatoie." Stephanie restò sorpresa con il suo pugno di mosche in mano e Fletcher comprese che quella donna aveva veramente investito nello staccare Peter da lui e Christine; realizzò che non poteva comunque fargliene una colpa. Seguirlo nella sua personale crociata stava diventando un peso insostenibile e forse era tempo che il ragazzo fosse lasciato libero di scegliere... "Peter" Biascicò accoratamente "So che abbiamo condiviso molto ma forse, ora..." Il giovane lo guardò con due occhi scuri, profondi quanto una foresta di notte, sollevò le braccia per stringere le mani al suo sodale di tante avventure e poi sussurrò: "Mi hai insegnato tutto, Fletcher. Il coraggio, la coerenza, l'onore e, fondamentalmente, la vita. Credi davvero che potrei cancellare tutto questo con un colpo di spugna su una lavagna? No. La guerra prosegue sino a quando i misteri di questa follia regolamentata non saranno chiariti. Io dal tuo fianco non mi muovo."(Continua)