Fletcher

Fletcher CVII


 
"Comunque lei non faccia stupidaggini, Fletcher. L'idea di recarsi in ospedale era la più estemporanea ed idiota che potesse avere." Mormorò Paul Gretsch "Forse, ma da qualche parte dovevo pure cominciare." "è sempre preferibile non scendere dal letto con il piede sbagliato, e poi c'è qualcuno che la vuole conoscere." Ho conosciuto fin troppa gente durante questo viaggio." "Non c'è da camminare tanto" S'intromise Stephanie "C'è solo da percorrere a ritroso il percorso che ha fatto dall'inizio." Fletcher si grattò la fronte: "Il Palace Hotel?" "Ha cercato in giro quello che aveva sottomano, e stava per rovinare tutto." "Ehi, un momento. Non posso muovermi alla cieca. Devo sapere da chi mi state portando?" "Ma come? Ha viaggiato miglia su miglia senza mai porsi questioni particolari e adesso si è improvvisamente incuriosito? Non si fida più di noi?" "Ho forse alternative?" Prese la giacca e se l'appoggiò al gomito, poi si diresse verso la porta blindata. "Allora, andiamo?" Mentre erano sull'Audi del dottor Gretsch  seguiti da Stephanie il medico si lasciava andare a qualche confidenza maggiore: "Conosce Maximus Kraft? Lo ha mai sentito nominare?" "Forse. è qualcuno legato a qualche premio o riconoscimento? Mi sembra che emerga qualcosa dalle nebbie del passato." "Era un collega di Jakob Percace. Insieme costituivano una coppia di garanzia assoluta. è stato Kraft a dare una consistente mano a costruire l'impero Percace. Lui ha messo le basi della teoria sessuale del nostro bambino prodigio, ma non gli stato mai riconosciuto alcunché." "Forse era un individuo schivo; succede nella vita. Tanti geni preferiscono restare nell'ombra e i meriti e gli allori vanno a chi ha la parlantina sciolta o si presenta meglio ai mezzi di comunicazione." Gretsch sorrise obliquo di fianco a Fletcher: "Non era il caso di Maximus Kraft. Era un individuo di bellezza sfolgorante, per di più intelligente e versatile. Doveva conoscerlo ai tempi d'oro: il re dei salotti e l'imperatore delle conferenze stampa. C'è stato un periodo in cui Percace era secondo a qualcuno, pure se appare impossibile." "E come terminò tutto questo?" "Male. Kraft ebbe dei problemi agli occhi che degenerarono anche per la sua pervicacia a non farsi curare adeguatamente. Quando finalmente si sottopose all'operazione era troppo tardi: quel brillante dottore era diventato cieco." "Sconvolgente." "Già. E da quel momento il rapporto fra Jakob e Maximus divenne problematico, se non impossibile. Sconvolto dall'evento il secondo si ritirò in una sorta di esilio volontario e cominciò a dire peste e corna del collega. Ovviamente questo non fu accettato serenamente dalle autorità che inclinarono ben presto verso l'astro nascente. Intorno a Maximus Kraft si fece terra bruciata. Cinque anni fa prese stabile dimora al Palace Hotel, una specie di stamberga in piena decadenza a poche centinaia di metri dall'ospedale. Ma è inutile che mi soffermi sui dettagli: Conosce bene quell'albergo." "Diciamo che ho avuto modo di farmene un'idea. Mai avrei pensato di avere un inquilino tanto prestigioso. Mi chiedo se Peter e Christine ne abbiano saputo qualcosa." "perché vi siete separati?" domandò Beatrice mentre parcheggiavano poco lontano dal Palace. "L'idea ufficiale era di spartire le nostre forze per raccogliere più informazioni possibili sul ricovero di Benjamin Van Huijten, ma il mio scopo segreto era di immolarmi per aprire loro la strada. Non chiedermi in quale maniera ma questo era l'intento. Diciamo che fino a qualche ora fa ho vissuto un periodo abbastanza confuso. Ero sulla soglia della disperazione." Beatrice rispose con una smorfia sorridente e scesero tutti e tre dal bolide di Gretsch mentre sopraggiungeva anche Stephanie.(Continua)