Fletcher

Fletcher CIX


"No, qualcosa è cambiato." Disse Fletcher entrando nella stanza con tutto il suo piccolo seguito e allungando la mano verso il dottore che annaspò leggermente prima di contraccambiare guidato dal giovane Tommaso. "Ovvero, mister Fletcher?" "Che ci siamo finalmente incontrati. Penso sia dall'inizio delle mie disavventure che il nostro incrociarsi si sia fatto inevitabile: due fili tessuti dalle Parche, o dal Destino se preferisce. A proposito come sa il mio nome?" "Perché mi sono sempre immaginato così il nostro incontro...E, a quanto sembra, non mi sbagliavo!" "Lei è una persona di spirito, dottor Kraft. Mi hanno parlato di lei in macchina e ho compreso che abbiamo tante cose in comune e un obbiettivo da condividere." "Anch'Io ho sentito parlare a lungo di Liberty Fletcher e dei suoi compagni fuggiaschi. La vostra evasione mi ha commosso. Congratulazioni!" "Abbiamo semplicemente seguito l'istinto. Non potevamo e non riuscivamo a fare diversamente. Lei ovviamente conoscerà i personaggi che sono con noi: il dottor Paul Gretsch, Beatrice Van Huijten e Stephanie, sorella di Peter, che lei ha già avuto modo di incrociare." Lo psichiatra annuì sorridendo e si soffermò soprattutto con Beatrice: "Quanto tempo, piccola donna, forse è davvero giunto il momento di pensare di mettere un freno al dominio globale di tuo fratello. Il vecchio papà come si trova?" "è un po' sottosopra ma ha la scorza dura, tempo qualche settimana e si sarà rimesso." D'improvviso calò un silenzio gelido su tutta la conventicola, specialmente i tre fuggiaschi. Fletcher strabuzzò gli occhi e fece uscire un esile filo di voce dalla gola: "Come sarebbe a dire settimane? Dobbiamo avere Van Huijten subito. Irrompere in qualunque maniera nella stanza dove è ricoverato e fare una chiacchierata." Beatrice si ritrasse intimidita mentre toccò a Paul Gretsch smantellare un po' di illusioni al terzetto e confermarne altre: "Benjamin non è in pericolo di vita, ma ha subito una forte intossicazione da gas lacrimogeni e ustioni di settimo e ottavo grado. è in terapia intensiva e viene seguito ventiquattro ore al giorno. Attualmente è impossibilitato a comunicare pur se cosciente." Peter esclamò: "è questo di cui abbiamo bisogno: la sua coscienza." Allo sguardo interrogativo di Gretsch replicò Liberty, sospirando rumorosamente: "Crediamo che Benjamin Van Huijten sia in grado di stabilire un ponte telepatico con qualcuno di noi." "Anch'Io lo credo" Notò distrattamente Gretsch, ma non in queste condizioni." "Ci bastano i suoi occhi" Si inserì Christine. "E la testa di Maximus Kraft." Chiosò quest'ultimo ciondolando avanti e indietro sulla poltrona. "Bello e giusto" Mormorò Fletcher "Come ha fatto a intuirlo?" "Perché sono l'unico a conoscere veramente i segreti di casa Percace. Ho convissuto anni con Jakob, spalla a spalla, notte dopo notte, mentre sperimentavamo su una miriade di Soggetti. Abbiamo trascorso un bel pezzo di vita insieme, e forse gli ho pure voluto bene..." "Quello è il passato, dottore..." Biascicò Peter. "Certo. E state pure tranquilli che ne sono perfettamente cosciente. Del resto, come dimenticare che se sono stato condannato al Palace Hotel è anche per merito di Jakob Percace." Tutti lo fissarono con stupore tranne il giovane Tommaso, che si piazzò in mezzo al semicerchio di ospiti e iniziò ad arringare con accento strascicato: "Il dottor Maximus Kraft ha il forte sospetto che la sua cecità sia sta (per così dire) incoraggiata da un avvelenamento da plutonio che, a sua insaputa, il collega avrebbe indotto durante esperimenti secretati sull'influenza del disprosio e del torio sulla corteccia cerebrale. Minuscole quantità di plutonio (non tali da causare la morte) sarebbero state somministrate sotto forma di cibo fino a produrre cataratta, glaucoma, infezione renale e macchie sul fegato al mio maestro. Fino a condurlo allo stato in cui versa attualmente." Un OH di costernazione di sparse per la stanza. Solo Beatrice pareva poco sorpresa dalla parole del ragazzo. In piedi non toglieva gli occhi da chi era stato il collega principe di suo fratello. (Continua)