Nella botte piccola

Leghorn


Oggi mi sono goduto un po' Livorno, stamattina in centro con Ila a lavoro per dare una mano a mio papà. E' stata una mattinata faticosa ma alla fine ci siamo divertiti, anche perchè fingevamo di essere, quando dirigenti di una squadra di calcio, quando lavoratori presso una ditta di traslochi, quando interessati per un trattamento di bellezza per rimediare dei biglietti da visita. Insomma, alla fine la giornata è passata in maniera piuttosto scorrevole. Ho rispolverato la vecchia chitarra di papà, e chissà che non riesca a strimpellare qualche accordo giusto, sempre che mi ricordi ancora come si fa... Tra poco riparto e torno a Lucca che stasera viene un tizio della Fastweb con cui ormai avevo preso appuntamento, anche se stasera avrei preferito andare a fare una signora calcettata con gli amici. Anche lo studio procede piuttosto bene e così ci avviciniamo a lunghe falcate verso il prossimo compitino previsto per metà Novembre. Già, tra poco arriva anche il mio compleanno, tra meno di un mese, ma come dicevo oggi a Ila, quest'anno non lo aspetto con la stessa impazienza degli scorsi anni, non chiedetemi perchè, non saprei rispondere. Spero abbiate letto il racconto sottostante e, soprattutto, spero non vi siate sentiti male o che abbiate avuto sensazioni di rigetto verso la lettura (in Italia c'è già troppa poca gente che legge, figuriamoci se potrei sostenere sulla coscienza un ulteriore passo indietro)Saluto tutti, quelli che leggono e quelli che passano sul sito perchè mi conoscono. Saluto chi mi è vicino e ancora di più chi mi è geograficamente lontano, anche se in ogni momento so di poter suonare al campanello in via del ventricolo sinistro."Apro le mie mani per riceverti ma (un pensiero mi porta via) mentre tu le chiudi per difenderti (la tua paura è anche un po' la mia); forse noi dobbiamo ancora crescere (forse è un'alibi, una bugia), se ti cerco ti nascondi, poi ritorni..."