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Intervista sul quotidiano "La stampa"


ALLEVI: "Non sono figlio di Spike Lee"
Il musicista-divo a colloquio coi lettori della "Stampa"BRUNO RUFFILITORINOE'all’ottavo posto tra i dischi più venduti in Italia con un doppio album per piano solo, AlleviLive, ma ha in programma alcuni concerti accompagnato dalla Camerata dei Berliner Philharmoniker. Per Giovanni Allevi, 38 anni e quattro dischi, è lontano il tempo in cui si travestì da cameriere per incontrare Riccardo Muti e fargli ascoltare il suo primo album (il racconto, assai divertente, è sul suo sito www.giovanniallevi.it). Ieri Allevi ha partecipato a una videochat nello studio della Stampa.it, rispondendo alle domande che i lettori gli hanno inviato attraverso il nostro sito e quello di Bol.it. Il primo disco del pianista ascolano è uscito per la Soleluna di Jovanotti, ma il successo è arrivato con lo spot di Spike Lee per la Bmw (e quello più recente per la Fiat). A chi - chiede Jordy - sente di dover dire grazie? «Io - spiega Allevi - ringrazierei le persone comuni perché sono loro che mi hanno preso per mano e portato al successo». Più critico Marco, musicista: «Immagino che tu sappia quanti pianisti in Italia sono più dotati e talentuosi di te, ma non godono della stessa fama. Non hai nessun moto di coscienza nel sentire critici e giornalisti definirti un genio del pianoforte»? «Se ripenso ai sacrifici che ho dovuto fare, continuo a sentirmi un miracolato, ma il mio sforzo l'ho fatto». Non si scompone Allevi, e ricorda i lunghi anni al Conservatorio: «Studiare musica è durissimo. Bisogna stringere i denti, le soddisfazione, semmai, arrivano dopo». Una domanda curiosa arriva da un fan russo: «Nasce prima l'idea oppure a un certo pezzo viene poi assegnato un nome? Qual è il legame tra i brani e i loro titoli? E qui Allevi, laureato in filosofia, la butta sul mistico: «La musica viene a trovarmi, invade la mia mente finché non l'ho scritta tutta fino all'ultima nota ed è allora che mi arriva anche il titolo». Ricade sulla terra per rispondere ad una domanda sul suo rapporto col web e parlare della sua pagina su Myspace: «Internet ha dato spazio a tanti compositori che una volta sarebbe rimasti sconosciuti». Forse anche a lui.