In memoriam1914-18: dedicato al ricordo degli eventi della Prima Guerra Mondiale e alle sue vittime |
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La Guerra Cantata
Tradizione orale e canto popolare nella grande guerra
Pagina a cura della Regione Trentino Alto Adige, con numerose foto e file audio
Contiene le relazioni del convegno svoltosi a Vermiglio (Tn) il 18-19 agosto 2001
http://www.regione.taa.it/giunta/conv/vermiglio/guerra_pag_it.htm
LA FOTO
Interno della chiesa di Livinallongo distrutta dopo i bombardamenti che colpirono la zona dolomitica dal maggio 1915.
L'immagine era esposta nella mostra fotografica sulla Grande Guerra sulle Dolomiti allestita nell'estate del 1995 da Luciana Palla e Raffaele Irsara nel Comune di Livinallongo, proprio alle pendici di quel Col di Lana che significativamente fu ribattezzato "Col di sangue".
VISITA LA MOSTRA:
http://www.webdolomiti.net/Luciana_Palla/vicende_di_guerra.htm
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La Grande Guerra in Friuli
Storie e memorie
dal 10 marzo al10 aprile 2007
Cave del Predil, Chiusaforte - Sella Nevea, Timau, Malborghetto, Osoppo, Ragogna, San Daniele del Friuli, Grimacco, Cividale del Friuli, Udine, Campoformido, Palmanova, Tapogliano, Aquileia
Mostre, convegni e iniziative varie per ricordare la Grande Guerra in Friuli
Per informazioni e programma, visita il sito:
http://www.militaryhistoricalcenter.org/
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- La Grande Guerra
LA LEGGENDA DEL PIAVE
Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio
dei primi fanti il ventiquattro maggio;
l'esercito marciava per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera!
Muti passaron quella notte i fanti,
tacere bisognava andare avanti.
S'udiva intanto dalle amate sponde
sommesso e lieve il tripudiar de l'onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero.
Il Piave mormorò: Non passa lo straniero!
Ma in una notte triste si parlò di un fosco evento
e il Piave udiva l'ira e lo sgomento.
Ahi, quanta gente ha visto venir giù, lasciare il tetto,
poichè il nemico irruppe a Caporetto.
Profughi ovunque dai lontani monti,
venivano a gremir tutti i suoi ponti.
S'udiva allor dalle violate sponde
sommesso e triste il mormorio de l'onde.
Come un singhiozzo in quell'autunno nero
il Piave mormorò: Ritorna lo straniero!
E ritornò il nemico per l'orgoglio e per la fame
volea sfogare tutte le sue brame,
vedeva il piano aprico di lassù: voleva ancora
sfamarsi e tripudiare come allora!
No, disse il Piave, no, dissero i fanti,
mai più il nemico faccia un passo avanti!
Si vide il Piave rigonfiar le sponde
e come i fanti combattevan l'onde.
Rosso del sangue del nemico altero,
il Piave comandò: Indietro va, o straniero!
Indietreggiò il nemico fino a Trieste fino a Trento
e la Vittoria sciolse l'ali al vento!
Fu sacro il patto antico, tra le schiere furon visti
risorgere Oberdan, Sauro e Battisti!
Infranse alfin l'italico valore
le forche e l'armi dell'Impiccatore!
Sicure l'Alpi, libere le sponde,
e tacque il Piave, si placaron l'onde.
Sul patrio suolo vinti i torvi Imperi,
la Pace non trovò né oppressi, né stranieri.
E. A. Mario
GLI EDITORI
NORDPRESS EDIZIONI:
http://www.nordpress.com/
Di Montichiari (Bs), edita una collana di libri dedicati alla Prima Guerra Mondiale e una pregevole collana "Sui campi di battaglia"
GASPARI EDITORE
http://www.gasparieditore.com/
Di Udine, pubblica saggi e interessantissime testimonianze sulla Grande Guerra
EDIZIONI GINO ROSSATO
http://www.edizionirossato.it/
Specializzato in opere di Storia Militare presenta un ricco catalogo di opere e raccolte fotografiche sulla Prima e Seconda Guerra Mondiale
LIBRERIA EDITRICE GORIZIANA (LEG)
http://www.leg.it/
Libreria antiquaria ed editrice, pubblica saggi e testimonianze sulla Grande Guerra
MURSIA
http://www.mursia.com/
Ha in catalogo numerose testimonianze e saggi sul periodo 1914-1918
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http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/La-Grande-guerra-vista-da-Gorizia/2046686/6 A NOVANT’ANNI DALLA FINE La Grande guerra vista da GoriziaSandro Scandolara Mostre, concerti, visite guidate per non dimenticare Oggi questa comune sofferenza non c’è più. Sono spariti i blocchi confinari, nessun cambio di valuta, niente davvero da dichiarare. E fra pochi giorni scade l’anniversario di questa storia senza fine, la fine della Grande guerra, della «guerra europea», come la chiamava Hemingway. A novant’anni di distanza ci si ritrova senza fanfare: «C’è piuttosto da far capire la tragedia, il senso e il non senso della guerra; sono passati novant’anni e dobbiamo esser in grado di guardare a quanto accaduto...», dice Antonio Devetag, assessore alla cultura del comune di Gorizia, la città che a buon motivo si sente depositaria delle memorie di una guerra ormai lontana ma così presente non solo negli esiti statuali ma anche negli oggetti, nelle foto di famiglia, negli strafanicci di casa. Quasi a dire che la guerra del ’15-’18 è sempre lì, è come una nebbia che non vuole abbandonare le terre che per un secolo ha avvolto. Il Comune di Gorizia, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, ha predisposto un ricco calendario di appuntamenti che vanno dalle mostre ai concerti, dalle visite guidate alle rassegne filmate con materiali d’epoca. Va ancora detto che alla ricca offerta di iniziative del Comune se ne sono aggiunte altre di associazioni private, a ulteriore dimostrazione sia del peso assunto dall’anniversario che della vitalità culturale del territorio. Lunga la lista. La mostra «1918: la Vittoria» sarà inaugurata lunedì 3 novembre, 17.30, nella sala degli Stati provinciali del Castello di Gorizia: l’esposizione ripercorre l’ultimo anno del conflitto mondiale, dal Piave alla vittoria del 4 novembre 1918. Rari documenti, preziosi cimeli, fotografie inedite unitamente a reperti bellici, le bandiere innalzate su Udine e Gorizia riconquistate, lo spartito originale dell’«Inno del Piave» di E. A. Mario. Lo stesso Castello, sala delle Carceri, ospita un’altra esposizione dedicata a «Il Castello di Gorizia nella Grande guerra: storia di un maniero risorto»: si tratta di un percorso espositivo con riproduzioni fotografiche del Castello in cinque distinti periodi, dal periodo prebellico, all’occupazione italiana, alla riconquista austriaca ed al periodo postbellico. Nella sala del Conte, sempre in Castello, il conflitto bellico viene riproposto con gli occhi di un pittore: e sono 19 quadri di «Italico Brass, reporter della Grande Guerra»; a disposizione anche una cartella di 15 dipinti eseguiti dall’artista fra il ’15 e l’agosto del ’16, data della presa di Gorizia. L’occhio del pittore appare quello di un datato paesaggismo mentre quello di altri artisti, che in Gorizia operavano e che da lì avevano dovuto scampare, era già quello delle avanguardie; restano, quelle di Brass, testimonianze importanti. Così come importanti restano le testimonianze cinematografiche, previste per giovedì 6 novembre, ore 18, cinema Vittoria, con l’austriaca «Gorizia distrutta» del 1916, «Umanità», 1919, di Elvia Giallannella, e «Gloria», 1921. Un’altra mostra di rilievo si apre oggi, alle 18, ai Musei provinciali di Borgo Castello, ed è dedicata a «Diaz, dalla Libia a Vittorio Veneto», al generale della vittoria il cui fondo, documenti, fotografie, medaglie, è in dotazione ai Musei goriziani. Altre mostre, che si collegano a quelle organizzate dal comune, sono già aperte. Alle scuderie di villa Crononini Cronberg c’è quella, stupenda, su «Le crocerossine nella Prima Guerra mondiale»: documentazioni fotografiche, giornalistiche ma anche attrezzi chirurgici del tempo e la ricostruzione di un «ospedale attendato». Nella stessa sede di villa Coronini si apre una mostra di cinquanta fotografie di Arnaldo Grundner che ripercorrono i luoghi del disastro, il Carso e Monte Nero, Tolmino e Pontebba, e i cimiteri nel bosco e le incisioni sulla pietra di chi in vita poteva lasciare solo quell’ultimo segno. Altra notevole mostra è quella predisposta dall’associazione Isonzo su «1918, dal Piave a Gorizia», visibile sino all’11 novembre all’Auditorium di via Roma: foto, uniformologia, oggettistica a ripercorrere, coi materiali d’epoca, l’ultimo anno del conflitto. Quel 1918 in cui un quotidiano goriziano, L’Eco del Litorale, si domanda «Che diranno di noi nel 2000?» e si risponde: «Mi pare di vedere in sogno i giornalisti del secolo venturo in cerca di curiosità da dare in pasto ai loro lettori. Per noi sarà riservato certo un senso di profonda commiserazione. Diranno che ci mancava tutto, viveri e vestiti, ma che la guerra continuava allegramente come se nulla fosse. Si viveva a base di surrogati, si vestiva e si calzava a base di carta. Diranno che uomini armati fino ai denti ed a pancia vuota lavoravano a sbudellarsi allegramente. Ci chiameranno pazzi da catena». Era sempre quel 1918 che si conclude, per Gorizia, con un manifesto del Governo provvisorio della Provincia, datato 6 novembre, che dice: «Nell’impeto della gioia scordate ogni rancore e con persone di nazionalità diversa conservate un contegno corretto e dignitoso. Siano i fratelli che abbracciano i fratelli». Eran solo novant’anni fa. (29 ottobre 2008) |
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AREA PERSONALE
DA LEGGERE
Alessandro Magnifici
Vita di trincea - «Ti faccio sapere quello che ho sofferto questi due mesi non ho visti in tempo della mia vita...»
Nordpress Edizioni
pagg. 128 ill.
Prima edizione: maggio 2007
Formato: 16,5x24
ISBN 9788888657660
euro 18,50
Soldati disperati, preda di paure, attese angoscianti, visioni terrificanti; giovani militari miracolosamente scampati eppure annientati. Vivevano tra pidocchi e cascami, dormivano tra i topi e sopravvivevano di ranci improbabili, talvolta sognavano a occhi aperti fissando un cielo stellato, pensando al giorno in cui le risposte sarebbero arrivate.
Assieme al sonno, la scrittura era il dialogo con la salvezza: ecco perché tutti, compresi gli analfabeti, si aggrapparono disperatamente alle parole. Scrivere a casa, dunque, ma anche scrivere per il solo piacere di farlo, per ordinare e calmare il pensiero, perennemente attratto dalla paura di non tornare più indietro una volta iniziata la corsa nella terra di nessuno.
Dall’opera
«La voce, il fiato, l’intelligenza non servono più a nulla in trincea. A cosa poteva servire il coraggio? Magari si era riusciti a “sfuggire” alla morte durante i tanti assalti fatti contro la trincea nemica, si era tornati illesi dalla posa dei tubi di gelatina sotto i reticolati e giustamente ci si sentiva degli eroi; ma all’improvviso arrivava la morte, magari mentre non si “faceva la guerra”, magari mentre si fumava o si scriveva a casa».
DA VEDERE
MOSTRA PERMANENTE DELLA GRANDE GUERRA IN VALSUGANA E LAGORAI
L'esposizione, inaugurata nell’ottobre 2002, è stata ampliata e radicalmente rinnovata nella forma attuale a fine 2005. E' allestita a Borgo Valsugana (TN), presso l'Ex Mulino Spagolla in Vicolo Sottochiesa 11 ed è curata dall'ASSOCIAZIONE STORICO CULTURALE DELLA VALSUGANA ORIENTALE E DEL TESINO (tel. 0461 - 754052).
VISITA IL SITO:
http://www.mostradiborgo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=5&Itemid=6
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I MUSEI
MUSEO DELLA GUERRA BIANCA IN ADAMELLO - TEMU' (BS)
http://www.museoguerrabianca.it/
MUSEO DELLA GRANDE GUERRA IN MARMOLADA
http://www.museo.marmolada.com/
MUSEO DELLA GRANDE GUERRA TIMAU
www.carniamusei.org/guerra.html
IL PICCOLO MUSEO DELLA GRANDE GUERRA- SAPPADA (BL)
http://www.ilpiccolomuseodellagrandeguerra.it/
MUSEO DELLA GRANDE GUERRA DI CORTINA
http://www.cortinamuseoguerra.it/
MUSEO STORICO ITALIANO DELLA GUERRA - ROVERETO (TN)
http://www.museodellaguerra.it/
MUSEO DELLA GRANDE GUERRA - CAORIA (TN)
http://www.alpinicaoria.it/museogu/museo.htm
MUSEO DELLA GRANDE GUERRA DI ROANA (VI)
http://www.comune.roana.vi.it/rete_civica/turismo/musei/guerra.html
MUSEO DELLA GRANDE GUERRA DI CRESPANO (TV)
http://www.comune.crespano.tv.it/museo_resistenza/Pagine/museo.htm
MUSEO DELLA GRANDE GUERRA DI GORIZIA
http://www.immaginidistoria.it/luoghi1.php?id=23
FORTE BELVEDERE - LAVARONE (TN)
http://www.fortebelvedere.org/
MUSEO DI CAPORETTO - KOBARID
http://www.kobariski-muzej.si/
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grandeguerra1914-18(at)libero.it