Rifletto sulla mia rabbia nei confronti del mondo maschile. Forse la prima cosa da fare è ricordare come siano stati i miei rapporti con gli uomini della mia infanzia. La presenza importante maschile della mia infanzia e poi della mia vita fino a che ebbi ventidue anni, età in cui ho dovuto salutarlo per sempre, è stata sicuramente mio padre. L'ho sempre amato senza limiti, ho sofferto durante la mia adolescenza quando si cominciano ad avere quegli inevitabili conflitti con i genitori. Arriva un periodo nella vita in cui si scopre che anche mamma e papà hanno i loro limiti, che sono esseri umani. Questo serve per affrancarci da loro, per formare la nostra esistenza come individuo che sta diventando adulto, una volta messa a punto questa manovra si riesce a perdonarli questi genitori responsabili di amarci incondizionatamente. Non mi basterebbero poche righe per parlare di mio padre. Cercherò di essere sintetica. Lui e mia madre hanno sempre avuto un'infinita fiducia in me. Ambedue mi hanno annaffiata, concimata, protetta e curata, come si fa con le giovani piante, lo hanno fatto con le parole, ma soprattutto con la loro vita stessa. Vedere come mio padre conduceva la sua vita mi ha resa onesta, capace di assumermi la mia responsabilità, ha reso possibile in me il coraggio di pagare per ciò che facevo in prima persona, di avere ali abbastanza forti per attraversare le tempeste e i terremoti della mia esistenza. Sono caduta molte volte e ogni volta che mi sono rialzata ho sentito accanto a me il suo sorriso. Gli sono andata in braccio fino agli ultimi giorni della sua vita. La mia confidenza con lui era naturale. Lui si radeva ed io intanto mi facevo la doccia. Parlavamo di tutto. Lui cucinava cose deliziose per tutta la famiglia durante le feste. Come amavo quando si metteva in cucina e com’era buona ogni cosa che usciva dalle sue mani. Un tempo credevo che tutti gli uomini fossero buoni e coraggiosi come lui, credevo fosse normale comportarsi con solidarietà con chi ci era accanto, non giudicare le persone e non farlo soprattutto in base all'aspetto e al conto in banca. Quando se ne andò, acquisii la consapevolezza che non sarei stata più la bimba di nessun uomo. Il film Casablanca me lo ricorda tantissimo, anche per una certa somiglianza con Humphrey Bogart. lo amo ancora moltissimo il mio papà e mi piace sognare che un giorno mi porterà ancora in mare aperto insegnandomi a tenere la rotta. Chiara