GRANELLO DI PEPE

Uomini Rabbia 7


Continuo il percorso iniziato sei post indietro. Inutile che io continui a scrivere del mio vissuto. Se osservo bene il mio percorso, sono anche stata fortunata negli incontri, gli uomini importanti della mia vita familiari, amici e compagni con cui ho costruito sono stati tutti persone al di sopra della media per intelligenza e cuore. Le delusioni avute dagli uomini sono nella norma di qualsiasi donna abbia vissuto senza avere la fortuna d'invecchiare col proprio compagno. Direi di cambiare strada. Un giorno che andai a farmi visitare dal mio medico-omeopata di sempre, lui sulla ricetta non mi prescrisse rimedi omeopatici, ma i titoli di due libri: Sofia dei presagi di Gioconda Belli e Donne che corrono coi lupi di Clarissa Pinkola Estés. Divorai entrambi quei libri con la voracità di chi non mangia da qualche tempo. “Donne che corrono coi lupi”  lo considero una sorta di possibile iniziazione per le donne; d'iniziazioni ce ne sono anche altre e credo anche di livello superiore che sono adatte a ogni essere umano di qualsiasi sesso sia. Qualche mese fa, un uomo, che considero dotato di una sensibilità e curiosità spiccate, mi chiese cosa volesse dire l'autrice di questo libro in questo passo: " ... Un giorno, anni dopo, dopo aver lavato a mano il pavimento della cucina e del soggiorno, s'infilò la sua camicia di seta più bella, si abbottonò il grande cappello. Si posò la bocca del fucile del marito sul palato e premette il grilletto. Non c'è donna che non sappia perché prima lavò i pavimenti ... " Infatti l'autrice non spiega perché la donna prima di uccidersi aveva lavato i pavimenti. Così cercai di tradurre in parole quello che l'autrice non aveva spiegato. Mi resi conto una volta di più che cose che per noi donne sono quasi ovvie, per un uomo, per quanto ricettivo sia, non lo siano poi così tanto. Che dire, questa difficoltà di dialogo tra uomo e donna, che si può superare solo con un atto di volontà, è in parte origine della rabbia che provo. Ma c'è altro. Io ho ricordi di cose che non ho vissuto. So esattamente cosa si prova a essere sbattute al muro e a essere prese con la forza, come so esattamente il senso di potenza che si prova a sbattere una donna contro il muro e a prenderla con la forza. Potrei raccontarne altri di ricordi non vissuti, lascerebbero il tempo che trovano. La singolarità della questione è che io abbia ricordi di esperienze che non ho mai fatto. I fisici quantistici direbbero che é la memoria cellulare che porta registrato in se il dna dei nostri avi, dna dal quale si può riconoscere da chi discendi perché contiene una parte comune ad ogni famiglia e che viene trasmessa di generazione in generazione tra consanguinei. L'unico episodio violento che ho vissuto è stato a vent'anni, quando un ragazzo ubriaco mi molestava e poiché io non cedevo, mi diede uno schiaffo in pieno viso che mi fece pulsare la guancia per una nottata. Non mi scese neanche una lacrima, reagii mordendolo a sangue e non so come sarebbe finita se non ci avessero divisi e tenuti lontano, lui era rabbioso e andava dai miei amici piangendo e mostrando loro che gli stava uscendo il sangue, io ero assolutamente fuori di me, pronta a ricominciare a morderlo. Se ci ripenso qui la rabbia la sfogai tutta sul momento. Quindi non fa parte della rabbia che porto in me. Per questo parlo di rabbia atavica. Una rabbia legata a episodi non vissuti, ma ricordati in ogni minimo particolare come se mi fossero successi un'ora fa. Che farne di questa rabbia? Credo che solo trasmutandola, trasformandola in benzina, in energia che aumenti la mia conoscenza, coscienza e consapevolezza possa trovare un senso nel mio percorso. Grazie una volta di più vita. Chiara