GRANELLO DI PEPE

18 agosto 1985 - 18 agosto 2016


  Le sincronicità mi attirano come il formaggio attira i topi. Oggi è una data che porto nella mia memoria. Non coniugo quasi mai data del giorno e data che significa qualcosa nella mia vita, a meno che non capiti un qualcosa che catturi la mia attenzione. Oggi ho visto un video, su un social, creato da qualcuno che si firma Incredibile. La musica accompagna immagini e parole scritte che riporto di seguito. La figlia corre dal padre in lacrime: “Sono così stanca.” Gli dice. “La vita è così dura. Ogni volta che supero un ostacolo, ce n’è un altro che mi aspetta proprio dietro l’angolo. Non credo di potercela fare.” Il padre le asciuga le lacrime, la prende per mano e la porta in cucina. Riempie d’acqua tre pentolini e li mette sul fuoco. “Che stai facendo?” Chiede la figlia, ma il padre non risponde. L’uomo va verso la dispensa. Ritorna con patate, uova e caffè. “Che stai facendo?“ Chiede di nuovo la figlia. Il padre continua a tacere. L’acqua comincia a bollire nei pentolini. Nel primo pentolino mette le patate, nel secondo le uova, nel terzo il caffè macinato. La figlia, sempre più impaziente chiede: “Dimmi che cosa stai facendo.“ Ma il padre non risponde. Alla fine, l’uomo toglie i pentolini dai fornelli, mette le patate e le uova in un piatto, e versa il caffè in una tazza. “Che cosa vedi?“ Chiede alla figlia. “Patate, uova e caffè.“ Risponde lei. “Non capisco come questo possa essermi d’aiuto.“ – “Guarda bene.”  Dice il padre, indicando le patate calde e soffici. Lei inizia a sgusciare un uovo, notando quanto sia duro e bianco all’interno. Annusa il caffè nero e corposo. “Ancora non riesco a capire.“ Dice. “Le patate, le uova e il caffè hanno tutti affrontato lo stesso ostacolo. Sono stati messi nell’acqua calda.“ Spiega il padre. “Le patate erano forti e dure, ma l’acqua le a ha rese soffici e deboli. Le uova erano fragili, ma l’acqua le ha rese più dure. Il caffè non ha subito cambiamento. Piuttosto è stato il caffè a cambiare l’acqua, trasformandola in qualcosa di nuovo.“  Stringe la figlia in un abbraccio e le sorride. “Tu quale sei?“ le chiede. “Una patata, un uovo o un chicco di caffè? Quando ti si presenta una sfida, diventi più debole, ti indurisci all’interno o cogli l’occasione per creare qualcosa di nuovo?“ Proprio oggi mi giunge questo dialogo e non posso fare a meno di pensare che oggi è il 18 agosto e che tu, papà, avresti potuto avere un dialogo simile a questo con me. So anche che nella tua saggezza e umanità avresti aggiunto che a volte, prima di diventare un chicco di caffè, si è anche una patata e un uovo; avresti anche aggiunto che non me ne dovevo preoccupare, perché l’importante è arrivare e non quante tappe si devono fare lungo il cammino. Quell’anno, il 1985, per smaltire dolore, tristezza e solitudine, ballavo spesso questa canzone, mettendola a tutto volume nella mia stanza, nella quale, tu papà, mi avevi fatto un piccolo impianto stereo, collegando il mio giradischi a due casse che avevi appeso alle pareti tu stesso. Caro papà, sei ancora qui e ora, nella mia vita.