La logica del dono

Film su Pio XII


Pio XII: Schindler Vaticano?
Non c'è bisogno di ricordare che la figura di papa Pacelli è una figura discussa, "equivoca", oscura, insomma è un Papa su cui non è facile fare un giudizio unanime, né da parte della Chiesa cattolica né, ovviamente, da parte degli ebrei. E' difficile comprendere come si è comportato Pio XII nei confronti del regime nazista e come ha operato nei confronti del popolo ebraico durante la Seconda guerra mondiale.
Liana Marabini, regista del film Shades of Truth, presentato il 2 marzo in Vaticano, sostiene una tesi che, secondo l'Osservatore Romano, non è sufficientemente documentata, anzi sembra che le fonti non sono attendibili La tesi: Pacelli avrebbe salvato ben 800.000 ebrei e dunque avrebbe pieno diritto al titolo di "Schindler del Vaticano". Con molta saggezza la voce ebraica (Pagine ebraiche) ha osservato che "non esiste preparazione spirituale sufficiente ad affrontare un'esperienza tanto catastrofica". Il genocidio insomma è una tragedia di cui ancora oggi l'Occidente porta le tracce e di cui è responsabile pure buona parte del mondo cattolico e l'indiferenza di tanto clero, curiale e non. E' possibile immaginare papa Pacelli con una stella gialla sul petto, come fa la regista? Domanda: Il film fa giustizia alla verità storica? Sembra di no. Prima di essere Pio XII vittima della ingiustizia - come sostiene la regista - è conveniente fare una ricerca accurata del suo operato storico nei confronti delle vittime del nazismo e in particolare degli ebrei. E' una ricerca di cui è meglio si occupino di più gli storici e meno i registi. Liana Marabini ha voluto sollevare il velo che copriva il volto di Pio XII. L'ha fatto ma non è venuto fuori altro che una maschera, una caricatura che non aiuta, ovviamente, a vedere i veri tratti di questo "enigmatico e ambiguo" Papa.
Una cosa è chiara: E' finita l'epoca dei crociati e dell'apologia; è finita pure l'epoca della critica che non pensa che a portare acqua al suo mulino. E' l'epoca degli storici, senza mai dimenticare che non esiste un osservatore neutrale poiché il soggetto è sempre coinvolto nell'oggetto (questione epistemologica da cui è impossibile sfuggire).