La logica del dono

Festa-Tango-Resurrezione


 Oggi, domenica di Resurrezione, perché non festeggiareballando tango, anzi una milonga? Sono nato e cresciuto in una famiglia in cui tango e flamenco (mia madre è sivigliana) cullarono le mie ore, i miei giorni. Due ritmi diversi per esprimere sentimenti, emozioni, per "dire" l'amore e l'odio, la sofferenza passionale,la tristezza e la gioia che pervadono,avvolgono e travolgono l'agonica esistenza. Sono segnato da sempre e per sempre da questa musica.in particolare dal tango che, nato nei quartieri periferici di Buenos Aires e patrimonio di gente povera, operaia, oggi è, paradossalmente, universale. A frate Francesco, in certi momenti di gioia, piaceva sentire la musica che un suo confratello, giullare prima di formare parte del gruppo di Francesco,suonava per lui. Ebbene, oggi è un giorno di festa,e io, fra Eduardo, periferico e peccatore,immeritevole giullare dell'Assoluto,vi propongo un tango/milonga per festeggiarela speranza di un'alba nuova, "altra". Sono certo che Bergoglio non può trattenere i suoi piedi quando sente questa "milonga", e penso che lo stesso capita ai piedi del Padre Eterno.  Il Dio di Gesù non è un aguzzino, è piuttosto un Dio che piange per la sofferenza dei suoi figli ma è anche un Dio che fa festa quando il loro cuore si riveste di gioia per la Resurrezione del Figlio. Gioiosa e "milongheada" Pasqua, caro lettore