La logica del dono

Lei e il vangelo ingiallito


   Pranzavamo insieme. Non è stata mai una brava cuoca ma in alcune occasioni mangiavo da Dio. E questa era una di quelle occasioni in cui lei si faceva in quattro per dare di sé il meglio.Nonostante il suo sorriso, sapevo che, da un momento all'altro poteva scattare un tormentone di pianto. La conoscevo bene; è stata sempre imprevedibile, rompeva tutti gli schemi. Ero preparato affettivamente per resistere ai suoi tsunami emotivi.Mi fecce vedere due o tre giocattoli che lei, gelosamente, custodiva in una scatola di scarpe. Una pallina di gomma, un soldatino di piombo, un cubo di legno fatto da mio padre... Dopo tirò fuori le mie prime pagelle, che lei conservava in un'altra scatola in cui c'erano anche i personaggi del presepio. Mi emozionai.Mentre, seduta sul letto, rimetteva poi a posto tutte le "nostre" reliquie, la guardai. Era piccolina, magra come sua madre. I suoi capelli erano neri, come i suoi occhi. Due finestre che assomigliavano a una notte senza stelle. Sentii un brivido di tenerezza percorrere il mio cuore. Mi avvicinai e la baciai. Si sorprese poiché io, in verità, non sono tipo da fare tali gesti.Il pranzo continuò. Parlò delle sue sorelle, dei loro acciacchi, parlò pure dei vecchi vicini... Mi sono reso conto che la sua voce non era ferma. Il pianto poteva scattare da un momento all'altro come un fiume in piena, se saltava per aria la diga del suo cuore.Aveva fatto un buon dolce, una specie di tiramisù. Dopo il pranzo abbiamo sorseggiato il caffè. Il tempo del congedo era già li, non si poteva far più finta di niente. Le dissi: "Prendo l'aereo questa sera. Torno in Italia. Devo fare scuola ma, ti prometto che sarò di nuovo qua, per il giorno del tuo compleanno". Mi guardò in silenzio e non rispose. Aveva capito che era una "bugia pietosa".Lei, come le mie zie, aveva una abitudine: restava in piede, guardando dalla porta di casa, quando io o mio padre uscivamo. Sapevo che l'avrebbe fatto questa volta, ma temevo il suo pianto. Siamo arrivati alla porta, la abbracciai e lei cominciò a singhiozzare. Le dissi: "Non piangere adesso. Lasciami partire sereno. Ogni tua lacrima è una coltellata. Mi stai ricattando. Sai, io non sono il tuo marito. Tu appartieni a me ma io non appartengo a te. Ti sarò sempre vicino ma non ricattarmi adesso, risparmia le lacrime. Piangi dopo. Non posso andarmene felice se fai la tua 'scenata'. Sai cosa ha detto Gesù alla Maddalena? Ha detto: 'Non trattenermi', cioè non allungare le mani su di me. Non hai il diritto di impadronirti di me. Ecco cosa dice. Ebbene, lo ripeto ancora io. E' duro ma lo devo fare. Mi porterò un peso difficile da gestire se ti vedo piangere, e tu hai il dovere di alleggerire il mio fardello". I suoi occhi neri si spalancarono enormemente. Mi disse: "Sei una pietra, come tuo padre". Lo presi come un complimento, pur se la sua intenzione era un'altra.Iniziai a camminare verso la fermata dell'autobus. Mi girai sapendo che avrei incrocciato i suoi occhi, perché lei sarebbe rimasta a guardarmi, appoggiata alla porta, fino a quando non avessi girato l'angolo della strada, sparendo dal suo campo visivo. Così faceva quando da piccolo andavo a scuola e quando mio padre andava a lavorare. Era una bella abitudine sua e pure delle donne della mia famiglia.Il mio cuore batteva forte. E' stata l'ultima volta che ho pranzato con lei; è stata l'ultima volta che l'ho vista. Partì per l'Italia. Tornai un mese dopo la sua morte. Erano passati dodici anni dal nostro ultimo incontro. Ho lasciato un fiore sulla sua tomba. Ringraziai per tutto ciò che mi aveva dato. Poi sono andato a cercare la scatola che conteneva i miei giocatoli e le mie pagelle. Trovai anche un vangello ingiallito con un bigliettino: "E' per te. Con affetto, tua madre". D'allora, dovunque vado, in tutti i miei viaggi, spostamenti, il suo vangelo è sempre con me. Quando i frati muoiono, sono seppelliti con il saio e con la regola di vita che hanno professato, cioè la Regola di san Francesco. Ho chiesto un privilegio ai miei connfratelli: Aggiungere il "vangelo ingiallito". Sorridendo, uno di loro mi ha detto: "Sei patetico, ma il privilegio sarà concesso". Quando "sorella morte" busserà la mia porta, vorrei fare l'ultimo viaggio accompagnato dalla eredità che mi lasciò mia madre: La Parola di Dio.