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Maria Teresa, attivista di Greenpeace sull'Arctic Sunrise

Post n°13 pubblicato il 27 Novembre 2007 da videoGreenpeace
 

Ecco la testimonianza di Maria Teresa, un'attivista storica di Greenpeace, che per molto tempo ha coordinato il gruppo locale di Cagliari e che, dopo anni di "letargo" e di demotivazione ritrova lo spirito - e le emozioni - di un tempo giusto, proprio grazie alla Arctic Sunrise e alla recente azione contro Soru... Buona lettura ;-)


Mi chiamo Maria Teresa Barbieri. Per 12 anni sono stata la coordinatrice del Gruppo d'Appoggio Greenpeace di Cagliari fondato da me e da mio marito Riccardo nel 1992. Parlo al passato perché circa quattro anni fa decisi di interrompere la mia attività... Il motivo?: mancanza di volontari, ma anche stanchezza personale e demotivazione. Ero sicura che qualcuno avrebbe colto il testimone da me ripetutamente offerto, ma la mia speranza risultò vana e così il GdA - così si chiamava allora - della nostra città entrò in un lungo letargo.



Poi qualche giorno fa la notizia: l'Arctic Sunrise arriva a Cagliari e c'è bisogno di aiuto per l'open-ship e per qualsiasi altra cosa possa servire ai volontari imbarcati sulla nave....


Si accende in me una fiammella e decido di chiamare quei pochi altri fedeli del vecchio GdA che per 12 anni avevano lavorato nel gruppo e con i quali è rimasto un rapporto di amicizia e di frequentazione al di là di Greenpeace. La mia paura di essere mandata a qual paese si scontra inaspettatamente con una disponibilità assoluta di Riccardo, Giuliana, Franco, Antonello I e Antonello II che, con entusiasmo, si dichiarano pronti.


Poi, venerdì, l'inattesa azione contro Soru alimenta non poco la fiammella che avevo sentito accendersi dentro me. E così il giorno dell'open-ship sulla mitica nave rompighiaccio i sei "dinosauri" del vecchio GdA si muovono come se quei quattro anni non fossero mai passati e il ricordo di un altro open-ship fatto nel 1995 su un'altra mitica - la MV Greenpeace - ci galvanizza.

L'adrenalina scorre e la fiamma è ormai alta! Respirare l'aria delle azioni, conoscere volontari e attivisti, solidarizzare con l'equipaggio internazionale che ha fatto il giro del mondo è il sogno di chiunque si avvicini a Greenpeac. E sull'Arctic Sunrise noi lo stiamo realizzando.

Poi tutto finisce, la nave deve ripartire e dobbiamo sbarcare: ma restiamo sul molo per vederla salpare. Così, quando molla gli ormeggi iniziamo a fischiare in segno di saluto e di augurio per le nuove avventure che la nave e il suo equipaggio andranno ad affrontare... E quando l'Arctic Sunrise ci risponde con la sua sirena... Lo confesso mi sono commossa non poco e vedendo intorno a me altri occhi rossi ho capito che potremo anche essere in letargo, ma Greenpeace da dentro non ce la leva nessuno!

 
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Anonimo il 30/11/07 alle 00:20 via WEB
Salute e inquinamento: spese e risarcimenti Riceviamo e pubblichiamo: "Per una data fonte di emissione, quale essa sia, una volta in possesso di dati quali NOx, SO2, PM 10 (le polveri PM 10 sono circa il 70 % di quelle totali, Guidelines for Air Quality, WHO, Geneva, 1999) e CO2, oggi è possibile quantificare economicamente i danni alle persone ed all’ambiente grazie ad un software dedicato della Commissione Europea (http://www.externe.info). Per le fonti inquinanti non mobili i dati sulle emissioni possono essere ottenuti consultando online l’Inventario Nazionale delle Emissioni e delle loro Sorgenti (APAT: INES - EPER - http://www.eper.sinanet.apat.it/site/it-IT/). L’emissione annuale, per esempio, di oltre 3.000 tonnellate di ossidi di azoto, altrettante di zolfo e di oltre 350 tonnellate di PM 10, sono responsabili in Italia di un costo per la società di circa 8.390.000 euro per la mortalità e di 4.180.000 euro per le malattie. Come si può osservare nella tabella allegata non citiamo le ulteriori spese per la mortalità e la morbilità in Europa, i milioni di euro persi per i danni alle cose ed, infine, i 204 milioni di euro per le emissioni di oltre 10.000.000 di tonnellate di CO2 (Capros, P. and Mantzos, L. (2000). Kyoto and technology at the European Union: costs of emission reduction under flexibility mechanisms and technology progress, Int. J. Global Energy Issues, 14, pp. 169 -183). Il costo totale dopo decine d’anni di attività di un impianto è altissimo. Tuttavia, i dati più impressionanti sono le spese per la mortalità e per la cura delle malattie. Non lo sono di per se ma per l’infinito dolore che le accompagna. E’ il dolore della perdita della propria vita, l’angoscia della sofferenza nel veder un figlio andarsene, lo strazio della mancanza di una persona cara. I loro lamenti e le loro grida ci spingono, non perché medici, ma perché esseri umani a continuare a combattere l’infamia e l’arroganza di chi, illuso, pensa di poter continuare impunito a rubarci l’aria che respiriamo. " Medici per l’Ambiente dell’Alto Lazio
 
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