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PORTO TOLLE, ANNO ZERO. RACCONTO DALLA SPRINGFIELD DEL POLESINE

Post n°79 pubblicato il 15 Luglio 2009 da videoGreenpeace
 

Andrea Lepore, responsabile della campagna Trasporti e Clima di Greenpeace, racconta com'è andata a Porto Tolle:

Porto Tolle è il secondo comune d’Italia per estensione, dopo Roma. Strano a dirsi…
Il paese in realtà è piccolo, poi ci sono campi coltivati e il bellissimo parco naturale, quello del Delta del Po.
Tutto il paese gira intorno alla centrale Enel. Vivere a Porto Tolle per tre giorni è stato un po’come entrare in un mondo chiuso in sé stesso, in una Springfield italiana, ma reale, senza nessun Omer Simpson che arriva per farti ridere.  

A Porto Tolle c’erano i comitati locali a dimostrare solidarietà a Greenpeace e c’erano molte persone che ci hanno dato il loro appoggio.

I climbers, bravissimi, erano un gruppo di simpaticissimi attivisti turchi, capaci di creare la stessa atmosfera delle feste dei film di Kusturika. Dopo essere scesi dalla ciminiera, eravamo con loro nella Piazza del Municipio. Ancora vestiti con le tute verdi e le scritte di Greenpeace, esausti e affamati, ma soddisfatti, ci raccontavano dei giorni trascorsi a 270 metri di altezza per scrivere “CO2 Kills” ai leader del G8. C’era entusiasmo e soddisfazione. Non avevano mollato fino alla fine.

Di fronte a noi un bar, il più centrale della città, popolato di ragazzi. Ma nessuno si è avvicinato. Troppa la diffidenza. Il dubbio che fossimo venuti qui a portare via il lavoro ai loro padri, fratelli o a loro stessi ha prevalso sulla voglia di conoscerci. Nessun sogno. Nessun apparente desiderio di uscire dal quotidiano grigio come il carbone.

Eppure lo avevamo detto chiaramente perché Greenpeace era lì: per chiedere ai leader del G8 di impegnarsi sul clima. E per chiedere per Porto Tolle e per tutti noi un futuro diverso dal carbone.

Ma come si fa a vedere un futuro diverso in un paese dove un’azienda ha rubato i sogni di tutti, diventando padrona della città e del suo futuro, controllando l’informazione locale con una comunicazione battente a senso unico. Una presenza talmente ingombrante da non lasciare spazio a nient’altro, nemmeno nel tempo libero.

Durante il concerto che si è tenuto nei giorni scorsi proprio nella centrale Enel, Nek ha dedicato una canzone agli attivisti di Greenpeace, in cima alla ciminiera, mentre sotto 4.000 persone seguivano il suo concerto. Mi dicono che dall’alto l’hanno sentito. La canzone che Nek ci ha dedicato si chiama L'Anno Zero. Il ritornello della canzone dice:

Ma un giorno,

tutto questo cambiera',

e l'anno zero andra'........

E l'anno zero andra'........


È quello che auguro ai cittadini di Porto Tolle.

 
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