¤GIUSTIZIA POETICA*°

Etty Hillesum


Il dolore ha sempre preteso il suo posto e i suoi diritti, in una forma o nell'altra.Quel che conta è il modo con cui lo si sopporta, e se si è in grado di integrarlo nella propria vita e, insieme, di accettare ugualmente la vita.Talvolta le molte preoccupazioni ci saltano addosso come parassiti.Bene, allora bisogna grattarsi un po' e si diventa anche più brutti, ma uno deve pur togliersele di dosso. Lasciar completamente libera una persona che si ama, lasciarla del tutto libera di fare la sua vita, è la cosa più difficile che ci sia. La gente non vuol riconoscere che a un certo punto non si può più fare, ma soltanto essere e accettare. C'è differenza tra «temprato» e «indurito». Spesso non se ne tiene conto, oggi. Mi sembra che si esageri nel temere per il nostro povero corpo. Lo spirito viene dimenticato, s'accartoccia e s'avvizzisce in qualche angolino. ...so tutto, sono in grado di sopportare tutto, sempre meglio, e insieme sono certa che la vita è bellissima, degna di essere vissuta e ricca di significato. Malgrado tutto. Non sono mai le circostanze esteriori, è sempre il sentimento interiore - depressione, insicurezza, o altro - che danno a queste circostanze un'apparenza triste e minacciosa. Ogni volta vorresti rifare il mondo, invece di goderlo com'è. È un atteggiamento alquanto dispotico. È forse la cosa più difficile...: sapersi perdonare per i propri difetti e per i propri errori. Il che significa anzi tutto saperli generosamente accettare.Diario 1941-1943