Il silenzio

SAN PIETRO BONILLI


 La Vita del Beato Pietro BonilliApostolo della Santa Famiglia    Il Beato Pietro Bonilli - Apostolo della Sacra Famiglia Don Pietro Bonilli nasce a S. Lorenzo di Trevi il 15 marzo del 1841, da Sabatino e Maria Allegretti, gente povera ma ricca di fede.Viene battezzato lo stesso giorno nella chiesa parrocchiale di Castel S. Giovanni.Nel 1849 il piccolo Pietro lascia la casa paterna per frequentare la scuola presso il Collegio Lucarini di Trevi e, fin dall’inizio lavora per mantenersi agli studi.Qui incontra Don Ludovico Pieri, figura centrale e decisiva per la sua vita, che diviene guida e sostegno nel cammino della fede: è lui ad inculcargli la devozione alla Sacra Famiglia, ad orientarlo al presbiterato e ad indicargli la meta e la via della santità.Il Diario presenta il giovane Pietro impegnato nello studio e nella vita spirituale. Concentrato in Dio, attraverso l’Eucarestia, la meditazione e la preghiera, cresce nell’umiltà quale coscienza del proprio "nulla" e rafforza la decisione di farsi santo.Nel 1860, superate le difficoltà economiche, entra nel Seminario di Spoleto per continuarvi gli studi e prepararsi al Sacerdozio. Sua preoccupazione costante è la conoscenza di Dio e la conoscenza di sé, come pure l’impegno per la santità: "o santo o morto"!.Nel 1863 viene ordinato presbitero e subito va Parroco a Cannaiola, parrocchia vicina a S. Lorenzo di Trevi, rifiutata da altri per la sua situazione di povertà morale e materiale.Questa parrocchia, diventata la sua famiglia, ha la fortuna di averlo per ben 34 anni, come Padre, Pastore e È la carità che lo Guida attenta ed instancabile.Il Bonilli centra la sua pastorale sulla predicazione, sulla liturgia e sulla carità; anima la pietà popolare, incrementa le Confraternite quale strumento di socializzazione e di educazione alla vita cristiana.La carità è l’anima di ogni sua iniziativa. rende presente ad ogni miseria e gli fa aprire la porta della sua casa agli "ultimi". È per la carità che fonda opere quali la tipografia, l’orfanotrofio, le case per cieche, sordomute, handicappate…e, per rispondere più attentamente ai bisogni del territorio e della Chiesa, il 13 maggio 1888, dà vita alla Congregazione delle Suore della Sacra Famiglia.
Il Beato Pietro Bonilli attorniato dalle allieve di uno degli istituti da lui fonfatoIl Bonilli, illuminato dal mistero di Nazaret, dà alla Congregazione una chiara indicazione sull’essere e sull’agire. Sul modello e con la protezione della S. Famiglia, "essere famiglia, dare famiglia, costruire famiglia". Giovanissimo parroco di Cannaiola, è tra i primi tre che iniziano la "Società dei Missionari della S. Famiglia", fondata da Don Ludovico Pieri nel 1871.Di questa Società di preti diocesani, il Bonilli diviene l’animatore più ardente ed entusiasta, testimoniando, tra innumerevoli difficoltà ed incomprensioni, il suo impegno di santità, il suo fervore apostolico, il suo straordinario amore per la S. Famiglia, da cui era stato folgorato fin da giovane seminarista.Don Pietro Bonilli "può essere annoverato tra gli apostoli più insigni della devozione alla Sacra Famiglia in Italia. Anzi, nella devozione alla S. Famiglia, vide un efficace strumento pastorale per il rinnovamento della società e delle famiglie del suo tempo" (Decreto 30 giugno 1986).La fiamma missionaria che arde nel cuore del giovane prete, diviene l’anima del suo apostolato parrocchiale e delle istituzioni a cui dà vita e che pone sotto il nome della Santa Famiglia.Nel 1898 si trasferisce a Spoleto, dove la Provvidenza gli offre un campo di lavoro più vasto per lo sviluppo delle sue Opere. Viene nominato Canonico penitenziere della Cattedrale e, successivamente, Economo e Rettore del Seminario.Don Pietro Bonilli educa i giovani seminaristi e con grande impegno li prepara al Presbiterato, offrendo loro la sua ricchezza spirituale, la sua esperienza pastorale e la sua testimonianza di carità; da tutti è ricercato per la sua bontà e sapienza.Svolge ogni incarico che gli viene affidato, con prontezza, precisione e dedizione, sempre lieto di servire la Chiesa e di diffondere il Regno di Cristo.Opera il bene senza far rumore e riesce a farlo spinto dall’amore che attinge dall’Eucarestia e dalla preghiera prolungata davanti al Tabernacolo.Avanza nella santità portando la croce di Cristo nella pazienza e nella piena disponibilità alla Volontà di Dio.Si concentra sempre più in Dio: "Da questa profonda interiorità contemplativa si faceva lume di carità, di sapienza e di consiglio per i molti che venivano a trovarlo, cardinali, vescovi, sacerdoti, laici, e tutti ne riportavano l’impressione di essere davanti ad un Santo".Cieco dal 1929, non si ripiega su se stesso ma continua a vivere da "espropriato per amore degli altri" fino al 5 gennaio 1935 quando, da fedelissimo operaio della Vigna e da "vecchio diafanizzato dalla preghiera e dalla carità", si spegne piamente e placidamente nel bacio del Signore all’invocazione dei presenti: "Gesù, Giuseppe e Maria spiri in pace con voi l’anima mia".La fama di santità, già goduta in vita, esplode con imponenti manifestazioni in occasione dei suoi funerali e continua ad espandersi ed a consolidarsi negli anni successivi.La Causa di Beatificazione, aperta nel 1944 a Spoleto, si conclude a Roma con la firma dei due Decreti: Sull’eroicità delle Virtù, il 30 giugno 1986, Sull’autenticità del Miracolo, il 3 luglio 1987. Sua Santità Giovanni Paolo II lo Beatifica il 24 aprile 1988.