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Aho! Ragà... so stato a Roma.


Volevo raccontarvi la mia esperienza "dar Cencio", Trastevere, Vicolo del Cinque no. 3, ma purtroppo, li m..... loro, stavano chiusi. Possibile che una simile attrattiva vernacolare debba stare chiusa di domenica e apra solo alle 20:30 ??? "Domenica magnate a casa... semo chiusi", recita un triste cartello :-) Beh, se qualcuno di voi c'è stato mi può raccontare qualcosa? Nota triste, le antiche osterie romane sono quasi tutte sparite a favore delle grandi catene di ristorazione e dei locali etnici. La globalizzazione, che personalmente considero assai criticamente, sta creando dei paradossi: vi assicuro che ho mangiato maiale in un "osteria romana" gestita da musulmani!!! Viva "Cencio" allora, locali simili, anche se artefatti, sono gli unici a tramandarci qualcosa di un passato ormai chiuso. Per concludere, se non avete voglia di farvi prendere per il c..., andate all'Obitorio:-) Non è il nome ufficiale, ma tutti lo conoscono così, per i tavolini di marmo. All'inizio di Viale Trastevere (53), romano, caotico, sempre pieno e popolare, ma ricco di sapore a buon mercato. Per il resto Roma è bellissima, nonostante i suoi problemi, e li ci passerò sempre i miei periodi di riposo... Saluti a tutti. _________ NOTA STORICA: Fondato nel 1941 da "Cencio e Renata de Santis" che decidono di unire al tradizionale lavoro di ristorazione un intrattenimento basato sulle canzoni folkloristiche romanesche spesso colorite da termini piccanti. Operazione che incontra subito il favore del pubblico. Nasce così nel 1951 ufficialmente "La Parolaccia" che ancora oggi i figli di Cencio e Renata portano avanti continuando la tradizione. Frasi celebri: Lasciate la mancia sinnò so c.... vostri. Si nun cjavete li sordi statevene a casa. ___________ PREGI: sicuramente si tratta di un posto unico, che desta grande curiosità. L'atmosfera è gioiosa anche quando le battute si fanno davvero pesanti (cioè nel 99% dei casi), perché comunque bisogna stare al gioco. Se siete in comitiva e avete voglia di una serata goliardica, è il posto giusto. A proposito, non tentate minimamente di gareggiare... come diceva "Er Monnezza" in un film, voi state all'asilo e loro stanno all'università (della comunicazione vernacolare). Infatti, nonostante tutti presumano di sapere già in che tipo di ambiente si trovino, lo stupore di fronte ai camerieri che tirano i tovaglioli in viso e che chiedono di impilare i piatti sporchi, non tarda ad arrivare... il resto è un continuo susseguirsi di discorsi sopra le righe, parodie di canzoni versione porno-demenziali e quant'altro. Insomma, è difficilmente raccontabile. DIFETTI: se non siete dell'umore adatto, lasciate perdere. Se siete con un/una ragazzo/a per una cena romantica, forse è un po' rischioso cominciare così in bellezza, i commenti sulla vostra coppia non tarderebbero ad arrivare. La qualità della cucina dicono sia media, niente di ché, tipica di un menu turistico, ma il prezzo si aggira intorno ai 40€ a persona e la mancia all'animazione è praticamente obbligatoria, altrimenti "te cambiano tarmente i conotati che tu' madre nun te riconosce e se te specchi ner Tevere, muoiono pure li pesci":-) Scherzo, ma provate a glissare! IN SINTESI: è un luogo caratteristico, alla stregua delle altre amenità turistiche di Roma, i romani forse ne hanno le tasche piene e un po' sicuramente lo snobbano. Non è da tornarci tutte le volte: il repertorio, per forza di cose, è ripetitivo e di certo la cena in sé non merita i 40 euro e farsi prendere ogni volta di mira con improperi di una pesantezza assoluta dopo un po' manderebbe in depressione anche "er Monnezza"... Ma una volta almeno nella vita... così per curiosità, si può fare.