Ali d'aquila

La "scoperta" e l'accettazione della mia omosessualita'


Testimonianza del 18 maggio 2007 di Roberto del Gruppo Ali d'Aquila, lesbiche e gay cristiani di Palermo “Essere o non essere, questo è il problema. E’ forse più nobile soffrire, nell’intimo del proprio spirito, le pietre e i dardi scagliati dall’oltraggiosa fortuna, o imbracciar l’armi, invece, contro il mare delle afflizioni, e, combattendo contro di esse metter loro una fine?” (William Shakespeare, Amleto)
Come trascorre il tempo, trent’anni della mia vita sono passati come un soffio; eppure è come se il tempo per me si fosse fermato. Mi sento chiamato a fare un primo bilancio della mia vita, a pesare, proprio come su di una bilancia, la mia esistenza, tutto il mio passato. "Signore, insegnami a contare i miei giorni e giungerò alla sapienza del cuore” (salmo 90,12). Ed è normale che, voltandomi indietro, io riveda e rilegga tutti gli avvenimenti della mia vita e mi accorga che Roberto vive lentamente i suoi giorni, come se fosse in ritardo, senza fretta; il tempo passa ma lui cammina piano, ha bisogno del suo tempo prima che proceda spedito sui suoi passi, verso la strada della vita, e sembra quasi fermo a volte, come ad aspettare che qualcosa accada ancora…Si il mio cuore è fermo davanti ad uno specchio, la mia immagine vi si riflette ancora da quasi  sei anni, da quando ho “scoperto” la mia “diversità”. Mi sono scoperto un’altra persona, la quale ha convissuto segretamente dentro di me. Una realtà che a tratti in tutti questi anni affiorava, ma che non osavo chiamare per nome: … Omosessualità!La mia prima reazione fu di rifiuto: "non può essere!" mi dicevo. Eppure, quando chiamai per nome questa realtà che prima non sapevo definire, tutto mi era chiaro. Alcune domande ebbero subito una risposta, e dovetti ammetterlo a me stesso.Ma altri interrogativi nacquero subito dentro di me, domande ancora più profonde, esistenziali. E mi rivolsi a LUI, a colui che solo poteva darmi le risposte. Ma LUI taceva e non capivo il perché. Più lo chiamavo e più “sentivo” il silenzio.Ricordo ancora i pianti, i singhiozzi nella notte, le grida smorzate per non svegliare nessuno. Ma LUI continuava a non rispondermi … Allora un giorno - lo ricordo ancora - lo “guardai” negli occhi e lo insultai, mi arrabbiai, lo offesi, perché LUI mi aveva fatto così, aveva permesso questo nella mia vita e non si degnava neanche di rispondermi!Decisi allora di fare di testa mia, di ricominciare da capo, di capire per conto mio. Furono mesi di grande sofferenza, di travaglio interiore, fino ad arrivare sull’orlo di una crisi di nervi… In questi mesi lessi molto, andai per le librerie della mia città per cercare sugli scaffali le risposte alle mie domande.Ma non mi bastava, dovevo incontrare i miei simili e, chattando, iniziai ad incontrare qualcuno (loro forse non lo sanno, ma oggi posso dire che mi hanno aiutato tantissimo; alcuni di loro sono tuttora miei Amici). Mi sono confrontato con loro ed ho scoperto un mondo sconosciuto, fatto non solo di grande sofferenza, ma anche di colore, di sapore, di allegria. Trascorsero così i primi mesi, tra libri ed incontri al buio.Dopo qualche tempo, sentii il bisogno di dirlo ad alcuni dei miei Amici, sapevo che potevo contare su di loro e che non mi avrebbero giudicato o allontanato. E sentii ancora più forte il loro Amore.Un giorno, mentre camminavo in centro, mi trovai davanti ad una Chiesa e, quasi come “chiamato”, entrai. Vidi un Sacerdote che confessava, allora mi inginocchiai davanti a lui e come un fiume in piena piansi e parlai … parlai e piansi … Al termine della Confessione sentii il mio cuore più leggero e percepii nuovamente la SUA Voce.Compresi che LUI non aveva mai smesso di parlarmi e non mi aveva abbandonato: mi sentii nuovamente AMATO!