Ali d'aquila
persone cristiane lesbiche, gay, bisessuali, transessuali di Palermo
DALLA "CARTA DEI VALORI" DEL GRUPPO ALI D'AQUILA
Il gruppo "Ali d'Aquila" nasce nel Natale 2008 col desiderio di creare un luogo di accoglienza e di preghiera per le persone omosessuali, per favorire una riconciliazione con se stessi, con Dio e con la Chiesa.
Ci incontriamo nell'ascolto reciproco, nella condivisione delle nostre esperienze, nell'accettazione delle nostre umane diversità, con l'amore dei fratelli, mettendo a frutto quei talenti, doni e carismi che Dio ha donato a ciascuno per la crescita del gruppo.
Poniamo Cristo al centro della nostra stessa esistenza, lasciandoci interrogare dalla Sua Parola per la nostra crescita, umana e spirituale, in una continua e instancabile ricerca della Verità che ci rende liberi.
Vogliamo percorrere un cammino di riconciliazione con la Chiesa, attraverso il dialogo, il confronto e la conoscenza reciproca, nella consapevolezza che la dimensione omoaffettiva è un valore e può ben costituire un percorso di crescita e di approfondimento per vivere, senza pregiudizi, una relazione autentica con l'altro.
« In cammino verso la Vegl... | Casa Professa ospiterà l... » |
Siamo a Palermo, davanti alla facciata barocca della chiesa di San Francesco Saverio, Fabio ci viene incontro e ci invita ad entrare, ci presenta il suo compagno Roberto e la sua amica Annina, tutti membri di Ali D'Aquila, gruppo ecumenico LGBT cristiano. Entriamo dentro i locali della parrocchia che ospita da sempre la loro associazione, ci sediamo in cerchio. E così, dopo un paio di settimane, ci siamo ritrovati qui, in cerchio con questi ragazzi che hanno voluto intraprendere una strada coraggiosa, di certo ripida e poco battuta, ma di certo appassionante e sfidante: trovare una strada, lì dove sembra impossibile, che possa mettere in dialogo Fede e omosessualità, superando l’impostazione attuale, in un clima di approfondimento reciproco, preghiera, relazioni autentiche. Comincia Annina, felicissima di rimettersi in cerchio in un clan. Lei, come noi, è scout ed è anche stata capo AGESCI fino a quando ha fatto coming out: «è come se tutto il lavoro educativo da sempre apprezzato dalla mia Comunità Capi sia stato totalmente annullato dalla conoscenza del mio orientamento sessuale». Da quel momento la Co.Ca., in maniera impacciata, l'ha praticamente esclusa dal ruolo educativo. Non c'è risentimento nelle sue parole, né amarezza. E' come se fosse abituata al rifiuto, al dover sforzarsi di trovare uno spazio che possa accoglierla. Ci parla di come è stata allontanata dalla sua famiglia e di come ha dovuto lottare -da sola- per trovare indipendenza e autonomia in un clima difficile in cui tutte le persone che avrebbero dovuto starle vicine, erano lontane. Tra le righe di questi giorni vi era però anche la certezza che Dio fosse sempre presente «ho sempre avuto la certezza che Lui ci fosse e che non mi avrebbe abbandonata e, nonostante il rifiuto di coloro che volevano farmi credere che non ero figlia di Dio come tutti, proprio l' amicizia profonda con Gesù mi ha salvata». Ed è l'esclusione il comune denominatore delle esperienze che abbiamo ascoltato, la costrizione -a volte- di un certo annullamento delle persone, specialmente in un ambiente che si dice cristiano. «Era come se avessi messo "pausa" alla mia vita; ho costretto me stesso a non pensare a tutta la sfera affettiva. In pratica mi ero annullato». Fabio ci racconta della sua vita di ragazzo impegnato nella parrocchia come catechista e della sua sensazione di essere sbagliato, di non poter essere accettato. Al centro di tutto questo stava il significato della vita, della propria Fede, del rapporto col Vangelo «mi chiedevo: se Gesù ha portato una buona notizia, perché quella notizia era per me cattiva?», «il catechismo mi diceva che ero intrinsecamente sbagliato, e non riuscivo a parlarne con nessuno, specialmente con i sacerdoti o a gente della parrocchia» Dopo un percorso che lo ha portato a frequentare un campo su "fede e omosessualità" promosso dalla Chiesa Valdese, Fabio trova una strada che può riportarlo a Dio senza dover nascondere quello che prova o quello che realmente è. Ritorna a Palermo e, insieme ad altri amici, si rivolge a Padre Cosimo Scordato per fondare insieme un luogo di accoglienza in cui si possa essere cristiani senza etichette, vivere percorsi di Fede, di studio biblico, di comunità in un clima di accoglienza e di amicizia dentro la Chiesa Cattolica. Ed è così che nasce Ali D'Aquila (questo il loro blog: http://blog.libero.it/gruppoalidaquila/) "Quando ero solo, solo e stanco del mondo /quando non c'era l'amor/tante persone vidi intorno a me..." (Camminerò, canto della tradizione Scout) [Foto di Erica Gippetto e Giuliana Calabrese]Articolo tratto da http://www.zonaeleuterio.it/index.php/tutte-le-news/entry/gli-scout-e-il-coraggio-delle-relazioni-strade-nuove-tra-fede-e-omosessualita |
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"quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile" (Isaia 40,31)
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seconda parte:
testimonianza di Mauro Vaiani, cristiano omosessuale:
VANGELO E OMOSESSUALITA'
intervista a Padre Alberto Maggi, O.S.M. su Chiesa, Vangelo e Omosessualità:
intervista a Pasquale Quaranta, giornatista e cristiano omosessuale:
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