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L'Italia riconosca i diritti alle coppie lesbiche e gay. Dichiarazioni di 4 preti cattolici palermitani all'agenzia Italpress

E' necessario che la Repubblica italiana riconosca i diritti delle unioni omoaffettive, secondo Carmelo Torcivia. Giacomino Ribaudo è pienamente d'accordo sul riconoscere i diritti alle coppie lesbiche e gay, e così anche Antonio Garau. Sono le dichiarazioni di altri tre presbiteri della chiesa cattolica romana in Palermo, interpellati dall'agenzia di stampa Italpress a proposito delleCosimo Scordato  dichiarazioni del 24 Gennaio scorso di Cosimo Scordato, rettore di San Francesco Saverio all'Albergheria, il quale si spinge oltre, chiedendo che la stessa chiesa cattolica romana (e non solo lo stato italiano) riveda radicalmente il tema dei "Dico".

Giacomino Ribaudo, parroco della Magione, parla di massimo rispetto per la libertà di amarsi delle persone lesbiche e gay. Cosimo Scordato s'era spinto a dire che l'omosessualità non è un ‘peccato contro natura‘ né un elemento di disordine e che lesbiche e gay amano al pari degli etero.

Secondo Giacomino Ribaudo, le unioni omoaffettive non possono essere chiamate famiglia. Carmelo Torcivia, rettore della chiesa di Maria Santissima della Catena, concorda e aggiunge che famiglia e unioni omoaffettive sono due cose distinte: «Guardiamoci dal mettere unioni omoaffettive e famiglia in un unico calderone». Cosimo Scordato invece aveva affermato che lesbiche e gay «hanno tutto il diritto di formare delle famiglie» e che «le coppie gay come quelle etero costituiscono di fatto un nucleo familiare».

Secondo Carmelo Torcivia non si può parlare di adozioni. Padre Antonio Garau, presidente dell'associazione Jus Vitae, è totalmente contrario alla possibilità che coppie lesbiche o gay adottino dei bambini:  in nome dell'amore omosessuale dei bambini verrebbero privati del diritto di avere un padre ed una madre.

 

A seguire riportiamo per intero le dichiarazioni rilasciate dai tre presbiteri all'agenzia di stampa Italpress

Carmelo Torcivia«Credo che non si possa parlare di queste unioni (omoaffettive, NdR) in termini di famiglia, intesa nel senso tradizionale del termine - dice Carmelo Torcivia - tanto meno penso che si possa parlare di adozioni. Diverso - ha aggiunto - è il tema del riconoscimento dei diritti per le unioni di fatto tra omosessuali, credo che questo sia necessario in uno stato laico come il nostro, ma stiamo attenti a non fare confusione, famiglia e unioni tra omosessuali sono due cose distinte, occorre guardarsi dal mettere in un unico calderone».

Sulla stessa lunghezza d'onda anche Antonio Garau, che risponde:

Antonio Garau«Cosimo parla di amore, ma facciamo attenzione non tutti i tipi di amore sono corretti, possono essere egoistici o generare violenza. Nel caso degli omosessuali - dice - sono totalmente contrario alla possibilità che essi adottino dei bambini, i quali in nome di questo amore verrebbero privati del diritto di avere un padre ed una madre. Diverso è riconoscere i diritti a queste coppie - conclude - su questo mi trovo pienamente d'accordo».

Giacomino RibaudoLa pensa nello stesso modo Giacomino Ribaudo, che dice: «Massimo rispetto per queste persone e per la loro libertà di amarsi ma non si può chiamare famiglia. Sono invece d'accordo - conclude Ribaudo - a riconoscere i diritti di queste unioni».

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Fonte Italpress 26 gennaio 2011

 
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