argo MO-menti

il volontariato zoofilo...


... è una grande scuola di vita Non c’è nulla di più frustrante, per un gruppo di gente che opera per la tutela del benessere degli animali, di scoprire che a pochi chilometri dal nostro canile, in un edificio disabitato, siano stati rinvenuti numerosi corpi senza vita di cani morti in circostanze poco chiare. Oltre all’angoscia, generata dal dubbio che questi animali siano morti di stenti, rinchiusi nei loro box (quella che proverebbe chiunque abbia un minimo di rispetto per la vita davanti ad una simile circostanza), un volontario zoofilo si trova  a fare i conti con un gran peso di impotenza e rabbia. Non solo rabbia verso i diretti responsabili dell’accaduto (coloro che, nell’abbandonare i loro cani, si sono premurati di negare loro qualunque prospettiva di salvezza), ma anche e soprattutto verso il qualunquismo ed il vittimismo di questa nostra evoluta società. Per quanto la normativa in vigore in tema di benessere animale predisponga efficaci strumenti di controllo e tutela (primo tra tutti l’obbligo di identificazione dei cani mediante microchip ed iscrizione all’anagrafe canina) e gruppi di volontari attivi sul territorio dedichino buona parte delle loro energie fisiche, psicologiche ed economiche all’attività di sensibilizzazione e risoluzione di casi critici, gli animali da affezione (cani e gatti) continuano ad essere percepiti da buona parte dell’opinione pubblica come parte integrante di quel corredo individuale che è la proprietà privata, perlomeno finché sui quotidiani locali non appaiono titoli inquietanti come quelli che abbiamo letto nelle scorse settimane in seguito ai fatti accaduti qui a Modena. Purtroppo non sempre questa rappresentazione dell’animale come proprietà privata coincide con un’autentica assunzione di responsabilità del proprietario nei confronti del suo animale, ma serve piuttosto a ribadire che “il cane è mio e ne faccio quello che mi pare”, allo scopo di giustificare atteggiamenti di violenza o trascuratezza ed eludere ogni tipo di critica. In parallelo, tutto questo tende a tradursi in un diffuso senso di disinteresse da parte della cittadinanza, che, in virtù del fatto che “il cane è di qualcuno e quel qualcuno ne fa quello che gli pare”, si ritiene legittimata a praticare un atteggiamento passivo nei confronti della tutela degli animali. In questo modo episodi di maltrattamento e abbandono continuano a verificarsi, gli animali vaganti continuano ad essere coinvolti in incidentati stradali ed allevamenti poco seri o illegali continuano a proliferare, sotto gli occhi di tutti, finché non scoppia uno scandalo… che improvvisamente fa emergere, in un corale senso di sdegno, la volontà unanime di schierarsi a favore dei poveri animali maltrattati. La domanda è: lo sapete quanti animali si trovano in situazioni di rischio, oltre i limiti della legalità, ogni giorno? Venite a darci una mano in canile e, non solo avrete modo di farvene un’idea, ma avrete l’opportunità di offrire il vostro contributo affinchè eventi come quelli del Canile-Lager-di-via-Nonantolana accadano sempre meno di frequente.                                                                                   La Gattara