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"Il Branco"e gli anni 60 - Sezione CINEMA - Parte seconda


 Qui si parla della settima musa!!! 
 Perché inizio da questa pellicola (mentre Niki parlerà de “La dolce vita)?Non solo perché sono due film importanti di due registi altrettanto importanti ma anche per un motivo personale, autobiografico.Avevo 12 anni quando sono sono stati proiettati nei cinema (e quindi li ho  potuti vedere soloquando ho raggiunto la maggiore età) ma grazie a loro ho fatto la conoscenza per la prima volta nella mia vita della parola “censura”.Censura di  Stato (nel caso del film in questione) perché i governanti di allora – il regime democristiano, per intenderci - consideravano gli italiani dei minorenni da prendere per mano escludendoli quindi dalla visione della realtà più violenta (che già esisteva, bastava sapere dove andarla a cercare). Credevano - in tal modo - di poterci preservare dalla violenza mettendoci in sicurezza e sotto controllo in una “bolla” isolata dal mondo cattivo piuttosto che lasciarci liberi di elaborare politiche per combattere la violenza:  non si può certo proprio dire che siano riusciti a rendere il mondo buono o almeno meno violento. 
Beh, questa è una pietra miliare … negli anni ’60 era considerato un film di fantascienza … ai giorni nostri siamo già quasi 10 anni avanti.Indimenticabile la scena iniziale … quale sublime compendio di storia del sapere umano e di storia della tecnica in quell’osso che da arma micidiale usata dal branco scimmiesco si trasforma poi – roteando in alto – in nave spaziale. 
         
 Gli Stati Uniti sono stati – più a torto che a ragione – la nazione di riferimento della nostra gioventù ed ho scelto questi due film che hanno indubbiamente caratterizzato il nostro immaginario (ben consapevole comunque che all’inizio del 1970 si presenterà sulla scena “Soldato blù” che rimescolerà le carte). Ne riparleremo quando sarà la volta dei mitici anni ’70.  
 In ideale collegamento con il post di Niki (il film da lei scelto è un'ulteriore dimostrazione che tante volte i discepoli superano imaestri) non potevamancare un film che unisce la saga del Far West originale (e relativi cow boys) con la nostra storia europea: Steve McQueene in sella al suo cavallo (pardon, la sua motocicletta). 
    
  
  Ed infine tre films italiani che hanno lasciato il segno perché hanno raccontato la storia di un’Italia uscita dal dopoguerra lasciando intuire la comparsa di nuovi classi (la borghesia arricchita ed il sottoproletariato che vuole arricchirsi utilizzando scorciatoie truffaldine) e di nuove tematiche. E’ ovvio che ci sono lacune in questo elenco ma sono sicuro che gli interventi permetteranno di aggiungere e di parlare di tante altre pellicole che hanno accompagnato la vita di tutti noi.