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Agora - Titolo di un film ma anche il termine con il quale nella Grecia classica si indicava la piazza principale della polis.


Nell'Alessandria d'Egitto del 391 dopo Cristo, la filosofa Ipazia, ultima erede della cultura antica e forse, in quanto donna, massima espressione di una lunga evoluzione civile e di una libertà di pensiero che non si vedrà più fino all'epoca moderna, viene travolta dalla crisi di un mondo, quello pagano, che non ha saputo ripensarsi, trovandosi così impreparato di fronte al nascere - e presto al dilagare - di movimenti religiosi sempre più fanatici e intolleranti. Questa è la presentazione (non è la recensione al film) apparsa sul giornale di Bari "La gazzetta del mezzogiorno" nella pagina degli spettacoli: praticamente un piccolo sunto per ricordare ai lettori di che cosa tratta il film (che io, purtroppo, non ho ancora visto).Ma anche senza averlo visto la domanda sorge spontanea: "Chi saranno mai questi movimenti religiosi sempre più fanatici ed intolleranti?" Ai giorni nostri sappiamo benissimo che una simile descrizione e caratterizzazione ci porterebbe - quasi automaticamente - ad indicare gruppi ben caratterizzati dall'immaginario collettivo aiutato e ben coltivato dai mass media.Ma qui ci troviamo nel 1° secolo dopo Cristo, nel 391 appunto.Ed allora?Armando (che si scusa per l'assenza prolungata - qui e nei blog delle amiche e degli amici - e che spera che non si potraggano ancora a lungo le ragioni che lo hanno reso silente).