Guardia Costiera

Incidenti in mare,raddoppiate le vittime. Idea patente per tutti


Scorrendo i numeri non c'è paragone con quelle in montagna, figurarsi con le 'stragi' sulle strade. Ma le vittime del mare, i morti per incidenti, in un anno sono più che raddoppiate. La scorsa estate i morti furono 4, compresa la seconda settimana di agosto: quest'anno dal 21 giugno, tradizionale inizio della stagione estiva marittima, ad oggi 8 persone hanno perso la vita per incidenti nelle acque italiane. Troppe. L'ultima ieri a Recco, vicino Genova: un sub ucciso da un motoscafo pirata che ancora non si trova. Ecco perchè potrebbe essere introdotto una patente nautica per tutti i natanti a motore, forse anche a punti, o almeno un 'patentino' per le cilindrate oggi alla portata di tutti simile a quello dei ciclomotori in strada. Al Ministero dei Trasporti la questione (che è anche politica) non è una priorità, ma Altero Matteoli non disdegna l'ipotesi, anzi. In Italia, d'estate, in mare naviga oltre mezzo milione di barche da diporto a motore e più di un milione e mezzo di persone affolla le acque degli 8 mila km che formano le coste: la stessa distanza tra Roma e Pechino.
Una sorta di enorme autostrada, pattugliata dai reparti navali delle forze dell'ordine e soprattutto dalla Guardia costiera, che conta 10mila uomini, ma che oltre alla sicurezza gestisce anche attività amministrative, patenti nautiche, ricerche e tutela dell'ambiente marino. "Con quelli che abbiamo facciamo il massimo", assicura in un perfetto 'politically correct' il comandante Giovanni Pettorino, ufficiale assistente del comandante generale della Gurdia costiera, ma spesso è molto difficile garantire la sicurezza in tutti gli specchi di mare, soprattutto quando le spiagge sono più affollate, come i week-end estivi. I golfi di Napoli, della Spezia e del Tigullio quelli più a rischio incidenti. Insomma: sulla 'terra ferma' serve un patentino per guidare un motociclo con una cilindrata di 50 cc e le ultime norme che hanno modificato il codice della strada hanno molto inasprito le pene per gli atteggiamenti irresponsabili in auto, specie se dettati dall'aver assunto droghe o alcol; in mare, però, chiunque con almeno 16 anni può mettersi al timone di una barca a motore: il limite massimo è 40,8 cavalli, non una cilindrata particolarmente alta, ma un motore che in acqua può far raggiungere velocità ragguardevoli e in potenza pericolose. Secondo la normativa sui 'natanti a motore' la patente è obbligatoria per la navigazione con natante e imbarcazioni nelle acque interne e nelle acque marittime entro 6 miglia dalla costa; quando a bordo sia installato un motore con potenza superiore a 30 kw o a 40,8 cv e, comunque, con cilindrata superiore a 750 cc; se a carburazione a due tempi o a 1.000 cc; se a carburazione a 4 tempi fuoribordo o a 1.300 cc; se a carburazione a 4 tempi entrobordo o a 2.000 cc; se a motore diesel. In ogni caso, indipendentemente dai cavalli del motore, quando si esercita sci nautico e acquascooter. Per la conduzione bisogna sempre avere almeno 16 anni. Dal 21 giugno la Guardia costiera ha elevato 6.300 multe in mare (delle quali 1.019 per navigazione in acque riservate alla balneazione) e soccorso 645 imbarcazioni (di cui 387 per avaria al motore e 126 in difficoltà per le condizioni meteo). Ma non basta: "Le vittime in mare sono sempre troppe", dice Pettorino, una verità che quest'anno sembra ancora più convincente. Il sub di Recco è solo l'ultimo morto, poi ci sono quelli di Cerenova, Fiumicino, La Spezia, Sorrento, Capri, tralasciando le vittime delle fatalità (43 gli annegati quest'anno, di cui 5 sub colti da malore. Furono 78 in tutta la stagione estiva del 2008). Quella delle patenti per tutti, o almeno un patentino oltre i 25 cavalli, com'era in passato, ammette il comandante "è una riflessione da fare e il confronto andrà fatto. Per ora però l'Italia ha regole estremamente precise, anche rispetto ad altri paesi europei come l'Inghilterra: in relazione alle presenze e al traffico in mare le norme attuali funzionano.