Guardia Costiera

‘Le iene’ denunciano: 10 migranti uccisi dalla Guardia Costiera di Messina. Grave errore d’abbordaggio..


Nel giugno del 2008 una nave della Guardia Costiera di Messina avvista una piccola barca con all’interno, stretti l’uno vicino all’altro, diverse decine di clandestini. Il mare è parecchio agitato e, i migranti sul barchino, devono essere assolutamente salvati prima che quest’ultimo venga ribaltato dalle onde. Purtroppo però (e per cause ancora ignote) la motonave  non compie la manovra d’abbordaggio come prassi richiede e non cala la scaletta di banda lungo la murata.Il risultato è devastante per gli immigrati che dovrebbero essere salvati: la scaletta, infatti, prima picchia sulle teste di alcuni di loro e poi finisce con il ribaltare la piccola imbarcazione…tutti gli occupanti  cadono in mare e alcuni di loro, non sapedo nuotare,  annegano; altri addirittura finiscono risucchiati dalle eliche del motore ancora accesso della nave di soccorso. A denunciare questo tragico accaduto quantificando e qualificando anche le vittime (10 clandestini tutti africani) furono le “Iene”. Incredibilmente, però, il caso passò sotto totale silenzio; senza alcun commento da parte della Guardia Costiera.La voce su questa oscura e degradante vicenda viene poi ripuntata da una lettera anonima recapitata sia alla Procura di Messina, sia alla notissima trasmissione di Italia Uno.A parlare è proprio la Iena Luigi Pellazza, specializzato in tema d’immigrazione: “Chi scrive - sostiene infatti Pelazza – conosce bene tutto l’accaduto e incolpa del fatto il comandante Pignatale. I clandestini caduti in mare, tutti africani,non sapevano nuotare e alcuni sono stati perfino risucchiati dalle eliche del motore della Fiorillo rimasto acceso“. Tra l’altro, pochi giorni dopo l’accaduto, le Iene andarono a verificare dalle autorità maltesi (che avevano raccolto i supersistiti) la mancanza delle 10 vittime da loro ipotizzate; mancanza che, come spiega Pellazza, venne immediatamente confermata.
La iena cita poi la testimonianza di uno dei sopravvissuti che ancora oggi vive a Malta e che non solo riconosce la Fiorillo, ma descrive la tragica vicenda nello stesso modo in cui la stessa viene raccontata nella lettera anonima.Come ultimo tassello di un mosaico fatto di errori madornali, omissioni e forse anche vero e proprio razzismo,arriva il racconto di Pellazza. Il giornalista, infatti,  si è recata dal comandante che all’epoca dei fatti fu il responsabile della manovra inspiegabilmente errata dalla nave di salvataggio. L’ufficiale, che era stato trasferito a Taranto, alla vista della Iena, dopo essere uscito da lavoro, è tornato in casa e si è barricato senza rilasciare dichiarazioni.